MARCELLO FOA FABRIZIO SALINI
DAGONEWS
Vroom, vroom! si avvicinano rombanti le grandi manovre a Viale Mazzini. L'amministratore delegato Fabrizio Salini ha deciso che nel cda dell'11 novembre dovrà esserci la svolta sulle direzioni di rete, sul Tg1 e sui vertici delle macro-aree, ma le fibrillazioni del governo sull'Ilva potrebbero spingerlo a rimandare di una settimana questo appuntamento cruciale. È cruciale davvero perché l'ad si gioca una rivoluzione dell'azienda mentre la maggioranza – che è nata promettendo di durare fino al 2023 – sembra già avere i mesi contati.
teresa de santis foto di bacco
Il nuovo assetto è questo: il direttore di Rai3 Stefano Coletta al 99% prenderà il posto di Teresa De Santis a Rai1. L'attuale direttore di Rai3 non aveva tutte queste fregole di essere ''promosso'': ora è libero di fare più o meno quello che gli pare, non ha grossi vincoli di ascolti e vive sereno nella sua nicchia. Il salto a Rai1 fa paura a molti, visto che budget (tagliato per il lancio di Raiplay starring Fiorello) e aspettative cambiano drasticamente, e gli occhi sono tutti puntati sull'Ammiraglia, pure deprivata delle partite di Champions.
Per Rai2, dove Carlo Freccero è in scadenza per legge, il nome (come dago-anticipato) è quello di Ludovico Di Meo. Già capostruttura dei programmi del mattino, dopo essere stato in panchina per un po' è stato scelto da Salini come supervisore dei programmi. È sponsorizzato da Fratelli d'Italia e dal consigliere Giampaolo Rossi, che pur essendo all'opposizione ha un ottimo rapporto con l'ad, a differenza di Igor De Biasio, il consigliere in quota Lega. Fu Rossi, in tandem col Pd e contro il volere leghista, a dare il via libera alle nomine corporate (risorse umane, infrastrutture, transformation ecc.) a pochi giorni dalle elezioni europee.
LUDOVICO DI MEO
Per Rai3 invece torna di nuovo in pista il nome di Maria Pia Ammirati, direttrice delle Teche, ben vista da Gentiloni e in generale dall'area di centrosinistra.
Ovviamente non mancheranno problemi. Il cambio a Rai1 sarà giustificato con un problema di ascolti, che è fittizio: la verità è che ora il Pd è al governo e vuole mettere una sua pedina nella prima rete italiana, scalzando la De Santis che fu nominata in quota Lega. L'unica vera crisi auditel a Rai1 è quella del Tg, dove la direttrice c'entra poco. C'entra Giuseppe Carboni, catapultato al vertice del Tg1 dal M5S in virtù delle sue interviste a Beppe Grillo.
ammirati
E' quindi difficile cambiare il direttore di rete senza intervenire sul Tg, dove si agitano Francesco Giorgino e Franco Di Mare. Quest'ultimo è in pole perché gradito sia al Pd che ai grillini.
L'altro problema non secondario è quello dei vicedirettori. La De Santis ha aspettato 9 mesi per avere i suoi, con le nomine che si sono chiuse a fine luglio, a palinsesti già presentati. Che succederebbe ai vari Milo Infante, Maria Teresa Fiore, Franco Di Mare (se non va al vertice del Tg1), Claudio Fasulo e Paola Sciommeri?
GIAMPAOLO ROSSI
Fasulo si occupa di Sanremo ed è blindato, la Sciommeri ha la responsabilità di Pianificazione e Mezzi, pure lei non dovrebbe essere toccata. Ma il nuovo direttore Coletta si troverebbe le caselle dei vice, con deleghe importanti, già tutte occupate. Da persone che solo a gennaio 2020, quando si metterà mano ai palinsesti di primavera/estate, avranno davvero voce in capitolo. La partita si apre di nuovo a tre mesi dalla loro nomina?
IGOR DE BIASIO
Infine il nodo delicatissimo delle macro-aree orizzontali, 9 poltrone create dal nulla e introdotte nel piano industriale di Salini, che depotenziano i direttori di rete e allungano la catena di comando. Si tratta di: intrattenimento prime-time, intrattenimento day-time, intrattenimento culturale, fiction, cinema e serie tv, documentari, ragazzi, nuovi formati e digital, approfondimenti. Più il canale in inglese e quello ''istituzionale''.
Prima di distribuire queste poltrone serve il parere – non vincolante ma politicamente rilevante – della Vigilanza Rai. E in questi giorni c'è chi ipotizza che qualcuna delle macro-aree possa essere affidata ai direttori di rete, per non moltiplicare le spese e i potenziali conflitti. Ad esempio, al direttore di Rai1 potrebbe andare l'intrattenimento del prime-time, essendo Rai1 il principale motore (pubblicitario) di questo genere televisivo.
milo infante
Altrimenti il direttore della rete che, da Sanremo a ''Ballando'', custodisce il grosso dell'intrattenimento di prima serata, si troverebbe a dover pianificare ogni mossa con l'ennesimo dirigente (già oggi deve coordinarsi con l'amministratore delegato, i capistruttura, i vicedirettori con deleghe ecc.)
Quali nomi girano per queste nuove direzioni? Fabrizio Ferragni è già stato nominato direttore del canale istituzionale, mentre Mario Orfeo, che sogna il ritorno al Tg1 ma non è più appoggiato da Renzi, ha messo gli occhi sulla direzione orizzontale dell'informazione, un ruolo chiave. È più probabile che gli venga affidata quella dell'approfondimento, e che all'informazione vada un nome più vicino all'attuale assetto di potere (per quanto possa durare).
stefano coletta foto di bacco
Orfeo aveva provato ad avvicinarsi ai 5 Stelle, in particolare a Casalino, e non è avvenuta per caso la bizzarra e totalmente irrituale intervista a Virginia Raggi fatta da Francesca Fialdini a ''Da noi…a ruota libera''. A una settimana dal voto umbro, la sindaca di Roma fu celebrata come un'eroina anti-mafia senza che la conduttrice le ponesse qualche domanda, scomoda quanto lapalissiana, sulla situazione disastrata (dalla monnezza alla metropolitana) di Roma.
raggi fialdini
Infine, resta il problema economico: ieri Salini ha lanciato il bond da 300 milioni (che serve a coprire quello, in scadenza, di Gubitosi). In queste settimane, i capistruttura hanno avuto l'ordine di tagliare del 5% il budget di tutti i programmi. Quei soldi servono soprattutto a coprire le spese del costoso programma di Fiorello, e in parte a trovare risorse per le nuove direzioni orizzontali, e i loro staff annessi. Il 2020, secondo il ''Sole 24 Ore'', si preannuncia accidentato, con 70 milioni di euro di uscite che ancora devono trovare copertura...
rosario fiorello mario orfeo