Francesco Verderami per il “Corriere della Sera”
Gualtieri Conte
Se giugno è il mese in cui si deciderà la sorte del governo, è perché la politica deve prepararsi per settembre quando la crisi impatterà sul sistema economico e sociale. Gli «alert» si susseguono al Copasir, che ha acquisito una centralità istituzionale in questa fase perché la pandemia sta producendo gli effetti di una guerra. E i dati sensibili passano anche dal Comitato parlamentare per la sicurezza. Da tempo la tutela degli interessi nazionali non si esaurisce più nella sola difesa dei confini territoriali ma si estende oltre frontiera sul mondo delle imprese. Un documento dei servizi, giudicato «preoccupante», riguarda il settore bancario e assicurativo. Il Copasir si era già mosso all' inizio dell' emergenza da Covid-19, invitando il governo a tutelare anche questo settore con la golden share. E il governo ha agito.
giuseppe conte raffaele volpi
Ora il problema ha un nome: Npl, cioè i crediti deteriorati. Prima della crisi il loro ammontare era stato calcolato intorno ai 360 miliardi di euro. Ed è vero che tra il 2014 (anno di picco) e il 2018 gli istituti di credito avevano sostanzialmente dimezzato la loro zavorra, ceduta a società di credito con operazioni a volte molto spinte. Ma due settimane fa l' audizione del generale Carta, che era ancora direttore dell' Aise prima di essere nominato presidente di Leonardo, ha fatto scattare l' allarme. Presentando il lavoro elaborato dalla sua struttura, con analisi sui movimenti bancari, scambi tra azionisti e aperture di credito, ha parlato (anche) di Npl e ha «messo in guardia» - così dicono più fonti qualificate - l' organismo parlamentare.
luciano carta
CREDITI DETERIORATI
Il problema è che la crisi da Coronavirus potrebbe riportare i crediti deteriorati ai livelli della crisi finanziaria del 2008, se non addirittura superarli. Dietro i vecchi Npl si immaginavano all' incirca un milione e duecentomila tra soggetti e società, costretti a cedere una parte del sistema produttivo e immobiliare nazionale per via dei loro debiti, acquisiti soprattutto da società estere. La pandemia potrebbe aggravare la situazione, di qui i timori per le sorti del tessuto economico italiano. Di mezzo ci sono gli interessi nazionali e la questione finanziaria ha evidenti risvolti politici.
CREDITI DETERIORATI
generale luciano carta
Ecco uno dei motivi che impongono proprio alla politica di stabilire a giugno gli assetti di governo, in vista di un settembre che si preannuncia delicato per le prospettive del sistema-Paese. «D' altronde - come spiega un autorevole rappresentante della maggioranza - con il prossimo decreto Conte avrà usato tutte le cartucce a sua disposizione. E a quel punto si vedrà quali effetti produrrà». Intanto il Copasir, per quanto gli compete, continuerà a monitorare la situazione di banche e assicurazioni, che detengono quote considerevoli di titoli di Stato.
GIUSEPPE CONTE IN AUDIZIONE AL COPASIR
E insieme alla stabilità finanziaria, allerterà governo e Parlamento anche sui rischi legati alla stabilità sociale. «I due fronti - viene evidenziato - sono esposti». Perché oltre al problema degli Npl, c' è la questione legata al flusso del risparmio italiano, che nell' attuale contesto è indispensabile per garantire il credito alle aziende.
licenziamenti a deutsche bank 8
E dai report dell' Aise è parso chiaro come sia «decisiva la tutela» delle banche e delle assicurazioni, e come sia concreto il rischio che i soldi degli italiani finiscano per finanziare aziende straniere, persino sullo stesso territorio nazionale. Nelle comunicazioni informali con l' esecutivo governo e il Parlamento, il Copasir ribadisce «l' assoluta necessità di scudare» il sistema creditizio, anche per scongiurare che «meccanismi di ricapitalizzazione possano trasformarsi in cavalli di Troia per diluire la proprietà italiana delle banche».
CREDITI DETERIORATI
CREDITI DETERIORATI
E le minacce da sventare non sono finite, perché le nuove piattaforme digitali - che agiscono al di fuori delle normative europee - potrebbero avere un impatto sul mercato assicurativo, «rischiando di esporre l' Italia a forme di speculazione sul debito pubblico». In questo contesto di guerra, il Copasir finora è stato capace di non farsi contaminare dal clima politico e dalle sue baruffe. E in modo collegiale sta programmando una serie di audizioni sulla materia: prima Bankitalia e poi gli istituti a partire da Unicredit. Ma il Comitato sembra non volersi fermare e sta «riflettendo» se interpellare anche i rappresentanti italiani di Deutsche Bank.