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    AVVISATE ENRICO LETTA: I GIOCATORI AZZURRI NON SI INGINOCCHIERANNO CONTRO IL RAZZISMO PRIMA DI ITALIA-AUSTRIA - A WEMBLEY STARANNO IN PIEDI (COME PURE GLI AUSTRIACI) – NESSUNA RICHIESTA È STATA FATTA ALL’UEFA E NON C’È PIÙ TEMPO PER CAMBIARE - CARLO ANCELOTTI DETTA LA LINEA: “NON È FONDAMENTALE INGINOCCHIARSI PER QUALCHE SECONDO. NON SI RISOLVE LA QUESTIONE. IL TEMA VERO È: EDUCARE LE NUOVE GENERAZIONE ALLA QUESTIONE DEL RAZZISMO”


     
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    Alessandro Bocci per corriere.it

    gli inginocchiati di italia galles gli inginocchiati di italia galles

     

    C’è tensione nell’aria appiccicosa di Coverciano. E non c’è da meravigliarsi visto che l’Europeo entra nel vivo e da qui in avanti non si potrà più sbagliare un colpo. Ora che sono costretti a uscire dalla loro comfort zone, tra il fortino sicuro alle porte di Firenze e la meraviglia dello stadio Olimpico, gli azzurri scoprono le inevitabili magagne di un torneo itinerante durante la pandemia.

     

    Un Euro delirio. Roberto Mancini avrebbe voluto passare l’ultimo giorno fiorentino concentrandosi sulla formazione. Invece è stato costretto a sprecare tempo e energie per rifare daccapo il piano minuzioso con cui, insieme al suo staff, aveva progettato questa trasferta.

     

    Chi perde è fuori

    L’idea originale era partire con un charter questa mattina alle 10 dall’aeroporto di Firenze e nel pomeriggio allenarsi a Wembley. L’Uefa, a sorpresa, ha stravolto i piani dell’Italia e anche quelli dell’Austria. Il prato, a quanto pare, non è in buone condizioni e tre giorni dopo la nostra partita nel tempio alle porte di Londra andrà in scena Inghilterra-Germania.

    italia galles inginocchiati 9 italia galles inginocchiati 9

     

    Quindi dietrofront. La Nazionale ha rinviato di quasi 7 ore la partenza, riducendo ulteriormente il tempo di permanenza a Londra. Un blitz di 30 ore considerando che tornerà a Firenze nella notte. È l’unica buona notizia. Gli azzurri sono vaccinati ma la variante Delta, che si propaga in Inghilterra, un po’ di preoccupazione la crea.

     

     

    Il cambiamento di programma non ha reso felice Mancini ed è facile immaginare che l’allenatore un po’ se la sia presa. «Non è arrabbiato», assicurano dalla Federcalcio. Magari infastidito. Il primo dentro o fuori dell’Europeo va preparato nei dettagli, anche logistici. Invece l’Italia ha dovuto rifare tutto in due ore: allenamento alle 9.30 a Coverciano, decollo alle 17 verso l’aeroporto di Luton, camminata a Wembley alle 19.15 e rientro in albergo alle 21.

     

    italia galles italia galles

    Quasi 12 ore in giro. Mancini ha deciso che alzare la tensione avrebbe solo innervosito il gruppo e ha provato a trasformare una notizia negativa in una positiva: «Ci alleniamo a casa nostra». La Figc non protesterà, ma è evidente che non siamo stati agevolati. E ci è stata bocciata l’idea di allestire un secondo charter per portare ospiti selezionati. Del resto i rapporti politici tra Draghi e Johnson sono molto tesi.

     

    C’è poi l’altra questione scivolosa che complica questa strana lunga vigilia ed è legata al Black Lives Matter, il movimento antirazzista che ha sfondato in Europa. La figuraccia con il Galles, mezza squadra in piedi e mezza inginocchiata, non dovrà ripetersi. Tutti dovranno comportarsi allo stesso modo. Su questo i giocatori sono già d’accordo. Stanno ancora discutendo su quale sarà la posizione definitiva. A Wembley resteremo in piedi, come gli austriaci.

     

    italia galles 1 italia galles 1

    Nessuna richiesta è stata fatta all’Uefa e non c’è più tempo per cambiare. Difficile immaginare che l’Italia possa cambiare atteggiamento andando avanti nel torneo. Una linea che sembra condivisa anche da Carlo Ancelotti, neo allenatore del Real Madrid, che intervistato da Il Giornale, ha detto: «Non è fondamentale inginocchiarsi per qualche secondo. Non si risolve la questione. Il tema vero è: educare le nuove generazione alla questione del razzismo che è ancora presente nelle nostre società».

     

     

    «INGINOCCHIARSI È INUTILE EDUCHIAMO I NOSTRI FIGLI»

    Franco Ordine per "il Giornale"

     

    Caro Ancelotti, si è conclusa la prima parte dell' europeo di calcio: salga in cattedra e cominci a dare i suoi voti. Precedenza all' Italia, naturalmente...

    roberto mancini roberto mancini

    «È la grande sorpresa e nello stesso tempo la novità del torneo. Perché gioca un calcio offensivo, senza alcun calcolo, dispone di una organizzazione difensiva collaudata e ha la gioventù del suo zoccolo duro che garantisce corsa ed entusiasmo».

     

    Si sprecano i paragoni con le nazionali di una volta: c' è una qualche affinità?

    «Ci sono un paio di dettagli che mi riportano alla memoria la nazionale di Vicini del mondiale '90 a cui ho partecipato. Io c' ero e si respirava, allora come ora, lo stesso entusiasmo che ho colto nelle tre partite disputate a Roma. C' è un altro dato in comune: nel girone iniziale, gli azzurri di Mancini non hanno preso gol, proprio come capitò a noi in quella occasione».

     

    italia galles italia galles

    Circola anche una maliziosa osservazione: resiste un eccesso di enfasi dopo aver domato rivali non proprio irresistibili.

    «Beh, non è che gli altri, tranne forse la Germania col Portogallo, hanno travolto Argentina o Brasile. Al di là dei risultati, io ho visto un gruppo compatto e una squadra che gioca da squadra in qualsiasi condizione».

     

    Merito di...

    «Delle idee chiare di Roberto Mancini. In tre anni di tempo ha lavorato con lo stesso sistema di gioco nel quale gli azzurri si ritrovano comodi, ha cambiato qualche protagonista ma zero esperimenti, è andato dritto per la sua strada insomma ottenendo adesione convinta allo stile che voleva imporre».

     

    C' è qualcuno degli azzurri che più di altri ha fin qui lasciato il segno?

    CARLO ANCELOTTI FLORENTINO PEREZ CARLO ANCELOTTI FLORENTINO PEREZ

    «Quest' Italia è diversa dalle altre. Il Belgio s' incarna in Lukaku, il Portogallo ha il suo diamante in CR7, nella Francia fa paura Mbappè, della Nazionale di Mancini faccio fatica a sceglierne uno solo. E questo può essere un vantaggio alla fine perché non si carica di aspettative un solo esponente».

     

    Nemmeno Verratti?

    «Lo conosco bene, l' ho allenato a Parigi, è un ragazzo acqua e sapone ma dotato fin da allora di grande personalità a cui ora ha aggiunto esperienza internazionale. È uno dei pochi, nel gruppo azzurro, che ha giocato la Champions: adesso che l' europeo entra nel vivo con le sfide da dentro o fuori, conterà anche questa qualità».

     

    Ha colto qualche novità in queste prime settimane di euro 2020?

    «Una sola, decisiva: il ritorno del pubblico negli stadi. Perché modifica l' atmosfera, procura una diversa emozione e persino le prestazioni dei calciatori possono cambiare. Se posso fare una citazione la dedico a Sheva e Tassotti che sono riusciti a qualificarsi con l' Ucraina. I calciatori di quel paese hanno un solo difetto: faticano a restare concentrati per tutta la partita».

    carlo ancelotti carlo ancelotti

     

    Le armate tipo Spagna, Germania, Francia, hanno appena scaldato i motori...

    «Era da ingenui immaginare che non ingranassero la marcia. All' elenco aggiungerei l' Inghilterra: in quella nazionale ci sono 6 esponenti reduci dalla finale di Champions league, un dato di grande rilievo per la competizione. Il vero discrimine è il tabellone del torneo.All' Italia, dopo l' Austria, toccherebbe il Belgio o il Portogallo e poi la Francia. Dall' altra parte sarebbe stato un viaggio più comodo. E infatti vedrete che l' Olanda arriverà tra le prime quattro».

     

    Dalle nostre parti si discute più che dell' Austria, della polemica intorno alla questione se inginocchiarsi o no prima della partita. Cosa ne pensa?

    ancelotti ancelotti

    «Da noi in Inghilterra è diventata un' abitudine, lo facciamo da un anno e mezzo e non c' è alcuna discussione sul punto. Io la penso così sull' argomento: non è fondamentale inginocchiarsi per qualche secondo. Non si risolve la questione. Il tema vero è: educare le nuove generazione alla questione del razzismo che è ancora presente nelle nostre società. E su questo bisognerebbe discutere e intervenire».

     

    ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 1 ENRICO LETTA VOTA ALLE PRIMARIE PER ROMA 1

    Che asticella rappresenta l' Austria?

    «Alla nostra portata. Dirò di più: l' Italia, per le sue caratteristiche, per la freschezza che esprime, è in grado di giocarsela con tutte. Anche con le big del torneo».

     

    È pronto a rischiare un pronostico?

    «L' ho detto prima che iniziasse l' europeo e lo ripeto adesso: vedo in finale Inghilterra e Italia. I primi risultati sembrano confortare il mio pronostico. Spero che finisca proprio così».

     

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    Ha sentito del Milan? Donnarumma ha lasciato a zero, il club ha presto come sostituto Maignan: se l' aspettava?

    «Ho parlato con Paolo Maldini e gli ho espresso il mio compiacimento, è stata una scelta che ha fatto rumore. Maignan, poi, lo conosco: quando ero al Psg, era un ragazzo, e intuendone le doti, lo facevo allenare spesso con la prima squadra. È un tipo molto freddo, essenziale nella tecnica. Vedrete: non sarà mai spettacolare, sarà sempre molto concreto e utile».

     

    Mendes ha di recente offerto James Rodriguez, una sua vecchia fiamma calcistica, al Milan: che giudizio può spendere?

    «Un talento purissimo, un grande calciatore.

    Ha avuto qualche problema fisico e il suo contributo alla causa è stato perciò ridotto».

     

    Non posso non chiederle della Superlega: ha per caso cambiato idea tornando al Real Madrid?

    «È l' unica domanda a cui non rispondo».

     

    ENRICO LETTA ENRICO LETTA

    Durante le sue vacanze in Sardegna ha sentito qualche vecchio sodale?

    «Quando ho letto del ricovero del presidente Berlusconi, ho chiamato Galliani per avere notizie e lui mi ha incoraggiato a telefonargli. Ne sono uscito molto rassicurato. Sa, dopo i saluti, la prima domanda che mi ha fatto?».

     

    No, quale?

    «Mi ha chiesto: Carlo, cosa ne pensi della costruzione dal basso che va tanto di moda nel calcio di oggi? E io gli ho risposto: Presidente, dipende dai piedi dei difensori. E lì ho capito che stava bene».

     

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