Estratto dell’articolo di Mauro Zanon per “Il Foglio”
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Parigi. A gennaio, il presidente della Repubblica francese, Emmanuel Macron, ha cambiato i vertici dei servizi segreti francesi, Dgsi (intelligence interna) e Dgse (intelligence esterna), per compattare il dispositivo di sicurezza all’orizzonte della grande sfida delle Olimpiadi di Parigi.
Uno stress-test securitario che suscita molte inquietudini, soprattutto dopo l’attacco islamista di Mosca e la serie di arresti effettuati negli ultimi giorni legati a progetti di attentati in Francia (tra questi, quattro jihadisti belgi puntavano a far saltare in aria la Tour Eiffel).
GERALD DARMANIN EMMANUEL MACRON
[...] la Dgsi sta cercando in tutti i modi di convincere il ministro dell’Interno, Gérald Darmanin, a rinunciare alla cerimonia di apertura itinerante sulla Senna, dunque all’aperto, perché troppo rischiosa dal punto di vista securitario e a privilegiare una cerimonia più classica, in linea con la tradizione delle Olimpiadi, ossia all’interno di uno stadio. “Bisogna passare al piano b”, ha detto una fonte della Dgsi a Europe 1.
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Ieri Darmanin si è recato negli uffici della Dgsi a Levallois-Perret per fare il punto della situazione. Dal messaggio pubblicato su X poco dopo mezzogiorno, Darmanin sembra per ora non voler rinunciare alla sua idea. [...] La rinuncia a tale evento sarebbe vista come un segno di debolezza, di resa della Francia all’islamismo. [...]
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