vaccino covid

QUELLI PIÙ UGUALI DEGLI ALTRI - AVVOCATI, MAGISTRATI, DOCENTI: OGNI REGIONE HA I SUOI "FAVORITI" PER IL VACCINO VISTO CHE I GOVERNATORI DECIDONO IN AUTONOMIA LE CORSIE PREFERENZIALI - IN SICILIA GLI AVVOCATI SONO RIUSCITI A FARSI CONSIDERARE "CATEGORIA A FORTE RISCHIO", PASSANDO DAVANTI AGLI ULTRA-75ENNI - LA LOMBARDIA FA LITIGARE SCUOLA E UNIVERSITÀ - SGOMITANO I MAGISTRATI…

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Diodato Pirone per "il Messaggero"

 

Nel Paese delle corporazioni l' una contro l' altra armate e del lei non sa chi sono io non poteva non scoppiare una guerra civile a bassa frequenza anche sui vaccini.

Al grido prima a me l' Italia sembra marciare unita come mai, dalla Lombardia alla Sicilia, per rivendicare una corsia preferenziale alla fiala. A Milano a far scoppiare il putiferio è stata una delle incredibili lentezze di una Regione che sembra aver smarrito lo smalto dell' efficienza meneghino.

 

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Pur conservando gelosamente nei suoi frigo ben 356.000 vaccini sul milione consegnato, Regione Lombardia ha deciso di dividere in figli e figliastri gli addetti all' istruzione iniziando a vaccinare il personale delle Università prima di quello dei licei e delle primarie. Non l' avesse mai fatto! I sindacati si sono subito inalberati, per non parlare dei bidelli e degli impiegati delle scuole primarie e secondarie. I giornali locali sono stati inondati da lettere di protesta: prof. di liceo contro baroni, presidi contro rettori.

 

Risultato? Tutto fermo. A ieri sera in tutta la Lombardia risultavano vaccinati la bellezza di 516 professori (sempre di più dei 139 della Sardegna, ma è una magra consolazione) contro i risultati napoleonici raggiunti nel frattempo dalle Regioni terrone: 50.794 prof. somministratati in Campania, 31.358 in Puglia; 26.288 nel Lazio; 18.471 in Sicilia.

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Già, la Sicilia. Qui lo scontro fra categorie sulle vaccinazioni è una zuffa di tutti contro tutti.

Gli avvocati hanno ufficialmente chiesto a Palazzo delle Aquile di essere considerati una categoria a forte rischio. E la Regione Sicilia (peraltro in compagnia di Toscana e Lombardia) ha accettato. «E allora noi che cosa siamo carne da macello?», è il senso di una piccatissima mail spedita alla Regione (e ai giornali) da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil a nome delle migliaia di commessi dei supermercati e dei negozi.

 

Missiva letta anche dai consiglieri regionali siciliani che ovviamente hanno chiesto anche loro - nonostante la dura opposizione degli eletti 5Stelle - di essere inseriti negli elenchi dei servizi essenziali cui assicurare l' immediata vaccinazione.

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Che incauti, questi avvocati siciliani. Loro malgrado hanno finito per aprire un feroce conflitto all' interno della loro stessa categoria. Perché il Consiglio dell'Ordine degli Avvocati di Roma ha scritto al ministero della Giustizia di «riportare un minimo di razionalità nella schizofrenia delle Regioni» per cui gli avvocati siciliani, toscani e lombardi sembrano aver acquisito un diritto in più rispetto ai loro colleghi delle altre 17 Regioni.

 

Che tutto questo ambaradam sia incostituzionale? La domanda non sfiora i notai che hanno fatto ufficialmente presente al ministero della Sanità la pericolosità del loro delicato lavoro che li espone a molti incontri in luoghi chiusi. Ma anche i giornalisti pugliesi non sono da meno. Sono quasi tutti in smart working ma hanno chiesto alla loro Regione di essere vaccinati immediatamente in quanto servizio essenziale, al pari di forze dell'ordine, forze armate e insegnanti. Altre categorie che si distinguono nello sgomitìo corporativo?

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Un posto d' onore spetta ai magistrati. Sono già stati inseriti nella «corsia preferenziale della profilassi», traduzione burocratese del privilegio, ma anche qui le falangi della categoria hanno perso pezzi: chissà perché i magistrati tributari sono stati esclusi dalla corsa al vaccino a differenza dei loro colleghi ordinari, amministrativi, contabili e militari. E naturalmente i tributari strillano.

 

Abbastanza inutilmente, però, perché i vaccini restano un miraggio irraggiungibile e quei pochi disponibili alcune Regioni se li tengono ben stretti nei loro frigoriferi. Per incapacità? O perché ai presidenti di Regione piace scegliere fior da fiore quale corporazione privilegiare?