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    BABY GANG, MAXI GUAI - IL RAPPER MILANESE "BABY GANG" NE COMBINA UN’ALTRA DELLE SUE: IL 19ENNE, GIÀ INDAGATO PER I DISORDINI CON LA POLIZIA IN SEGUITO AGLI ASSEMBRAMENTI DI SAN SIRO LO SCORSO APRILE, AVREBBE UTILIZZATO LA FOTOGRAFIA DEI FIGLI DI UNA BLOGGER TORINESE NEL VIDEO DI UNA SUA CANZONE (CHE DESCRIVE IL PERIODO CHE IL RAPPER HA TRASCORSO IN UN CARCERE MINORILE) – NON SOLO L’ACCOSTAMENTO È STATO RITENUTO DIFFAMATORIO MA… - VIDEO


     
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    Massimo Massenzio per "www.corriere.it"

     

    rapper baby gang 2 rapper baby gang 2

    Sembrano non avere mai fine i guai del diciannovenne rapper milanese Baby Gang, già indagato per i disordini con la polizia in seguito agli assembramenti di San Siro lo scorso aprile. Secondo la guardia di finanza di Torino Zaccaria Mouhib, questo il vero nome dell’artista nato a Lecco, avrebbe utilizzato la fotografia dei figli di una nota blogger torinese (Giada Lopresti, del blog mammachevita) nel video di una sua canzone che descrive il periodo che il rapper ha trascorso in un carcere minorile. Gli investigatori, coordinati dalla Procura di Torino, hanno eseguito indagini su siti e canali e web, ma anche perquisizioni in alcune città lombarde.

     

    rapper baby gang si filma durante la perquisizione rapper baby gang si filma durante la perquisizione

    Secondo le accuse Baby Gang, assieme ad altre due persone e in qualità di regista e realizzatore della clip, avrebbe «reperito la fotografia dei figli minori della influencer all’interno del suo sito, tutelato dal diritto d’autore, per poi riprodurla abusivamente nel video e nella copertina di una nota composizione musicale che ha ottenuto quasi 10 milioni di visualizzazioni».

     

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    L’associazione è stata ritenuta diffamatoria, poiché il brano descrive la vita in prigione del protagonista che, proprio durante la fase delle investigazioni, è stato protagonista di un’azione dimostrativa contro la polizia nel quartiere San Siro di Milano e, nel contempo, ha realizzato un video, immesso in rete, che inneggia alla violenza e alla rivoluzione contro il sistema e le forze dell’ordine.

     

    Nel corso dell’inchiesta, i finanzieri del secondo nucleo operativo metropolitano Torino hanno accertato che il video è stato riprodotto 9 milioni 633 mila 480 volte, di cui più di 3 milioni con particolare riferimento all’istante in cui appariva l’immagine incriminata. Gli inquirenti hanno quindi chiesto di rimuovere e oscurare le immagini dei minori sulle piattaforme Itunes, Spotify, Deezer, Telecom, Qobuz.com e Amazon.

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    A conclusione delle attività, la Procura ha indagato il rapper e i suoi due amici-collaboratori, «per aver abusivamente riprodotto, trasmesso e diffuso in pubblico la fotografia dei minori, in violazione della normativa sul diritto d’autore e per aver diffamato la loro immagine», contestando anche le multe per le violazioni del copyright.

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