Giulia Merlo per www.lastampa.it
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Ecco il lato oscuro del turismo. Ogni anno, migliaia di persone volano nelle isole indonesiane di Bali, Lombok e Gili Trawangan, attirati dalla cultura, dall’acqua cristallina e dalle montagne vulcaniche circondate da una foresta lussureggiante. Purtroppo, però, per molti animali che vivono nella zona l’arrivo dei turisti significa l’inferno.
Tra le attrazioni principali per gli occidentali, infatti, c’è il fatto di poter entrare in contatto con le specie autoctone, come gli elefanti, i delfini e gli oranghi. Il dramma è che questi animali selvatici vengono tenuti in cattività con lo scopo di intrattenere i turisti.
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L’associazione nonprofit World Animal Protection ha analizzato 26 di queste strutture e ha tratteggiato un’immagine raccapricciante di come gli animali vengono trattati ogni giorno.
Tenuti senza nemmeno soddisfare le loro prime necessità, tutte le specie soffrono molto, costrette in gabbie, incatenate o costrette a interagire con gli umani, senza alcuna cura veterinaria e nutrizione adeguata.
Oltre 1500 animali sono trattati così e in particolare i delfini, che vengono tenuti in vasche troppo piccole per loro e addirittura gli vengono rimossi i denti, in modo che non possano mordere o fare del male ai turisti che si immergono con loro. Anche gli elefanti soffrono un destino terribile, addestrati e traumatizzati con addestramenti dolorosissimi.
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“E’ una tragedia: Bali è una meta meravigliosa per i turisti, ma il modo in cui vengono trattati gli animali rende il tutto grottesco e terribile”, ha detto l’amministratore del WAP, Steve McIvor.
“Dietro un paradiso sulla terra, la sua economia fondata sul turismo sfrutta il suo patrimonio faunistico. Noi oggi abbiamo l’obiettivo di disincentivare i turisti a frequentare luoghi come questo”. E speriamo che davvero la sensibilizzazione sullo stato degli animali selvatici induca ad un turismo più consapevole, soprattutto ora che arriva l’estate.