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    ''LA LEGGE SULLA CITTADINANZA VA CAMBIATA”, L’APPELLO DI SUPERMARIO BALOTELLI: “IO SONO NATO IN ITALIA, CRESCIUTO IN QUESTO PAESE, È BRUTTO AVERE LA CITTADINANZA SOLO A 18 ANNI, DA GIOVANE PER ME SONO STATI GLI ANNI PIÙ DIFFICILI” - POI LA BATTUTA: “DOVE GIOCHERÒ IL PROSSIMO ANNO? LO SA SALVINI'' - LA REPLICA DEL LEADER DEL CARROCCIO: "LO IUS SOLI NON E' UNA PRIORITA'"


     
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    Enrico Currò per www.repubblica.it

     

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    "Si parla tanto di immigrazione. Io sono nato in Italia, cresciuto in Italia e mai stato in Africa, purtroppo. E' brutto avere la cittadinanza solo a 18 anni, da giovane per me sono stati gli anni più difficili. Non sono un politico, non è il mio campo, e lanciare un appello in Italia, per me, è complicato.

     

    Ma in questi casi penso che la legge debba essere cambiata. Sì, mi sento di lanciare un appello per questo". Mario Balotelli, centravanti ritrovato della Nazionale, torna a parlare dopo le tre partite degli azzurri del tema del razzismo, che lui sa anche sdrammatizzare: "Dove giocherò nella prossima stagione? Faccio una battuta. All'avvocato Rigo, che si occupa di questo, ho detto: lo sa Salvini dove giocherò".

     

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    La sofferenza per il passato, ha raccontato Balotelli alla presentazione del libro "Demoni" di Alessandro Alciato (editore Vallardi), non si cancella: "Ma quando ero più piccolo la vedevo in modo differente, era molto più pesante. C'erano cose che ancora non capivo. Ora le so e provo a cercare un modo per cambiarle, anche se non è facile. Nella mia vita ci sono stati tanti razzisti, ma anche tanta ignoranza e paura della diversità. Piano piano cambiare si può. Siccome vedevo che ce l'avevano con me, dicevo, ma allora qualcosa ho: lo prendevo anche come un punto di forza. Adesso sono tornato in Nazionale perché mi hanno convocato.

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    Maturato? L'ultima volta in Italia avevo 24 anni, ora 28: uno cresce. Sono diventato di nuovo papà da poco. Penso che l'importante della nuova società siano i bambini. Bisogna crescerli in un certo modo, con certe idee. Purtroppo sono gli adulti che creano i problemi. Io ho avuto la fortuna di avere due genitori che mi hanno fatto capire le cose, mi sono stati vicini.

     

     

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    Altrimenti non sarei mai diventato un calciatore. Bisogna parlare con le persone. Essendo famoso, sento di dovere dare un esempio alle persone e ai miei figli. Tante cose che facevo a 18-19 anni non le faccio più. Avere avuto tante responsabilità a livello calcistico non mi ha mai pesato. Mancini è una persona fantastica. Ma se mi ha convocato, è perché lo merito. La maturazione sportiva viene fuori dal campo".

     

     

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    Il libro "Demoni" racconta "tredici storie straordinarie di grandi protagonisti del mondo del calcio che hanno affrontato e vinto i propri demoni". Nella galleria ci sono in ordine alfabetico, oltre a Balotelli, Buffon, Cassano, Koulibaly, Ibrahimovic, Kaladze, Mihajlovic, Pisacane, Quagliarella, Tilli Romero, Sacchi, Shevchenko e Verratti. Tutti hanno affrontato e superato, per ragioni diverse, momenti difficilissimi nella vita e sono diventati esempi per chi, meno famoso di loro, si è trovato e si trova in situazioni analoghe.   

     

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