1. DL BANCHE VENETE, OK DEL SENATO CON 148 SÌ E 91 NO: È LEGGE
BANCHE VENETE
Via libera del Senato al disegno di legge di conversione del decreto sulle banche venete per il quale il governo ha chiesto il voto di fiducia. I sì sono stati 148, i no 91, nessun astenuto. Con questo voto, Palazzo Madama ha dato il via libera definitivo alla conversione in legge del Dl.
GENTILONI: IN PORTO SALVATAGGIO DIFFICILE
«Approvato decreto sulle Venete che tutela risparmiatori, lavoro e imprese. Un salvataggio difficile e necessario finalmente in porto». Così il premier Paolo Gentiloni su Twitter ha commentato l'ok definitivo del Senato al decreto.
bagarre in aula decreto banche
Il provvedimento è stato approvato nello stesso testo già votato dalla Camera, dove l’unica modifica era stata l'inserimento del testo del Dl sulla sospensione del pagamento di un bond di Veneto Banca. Il provvedimento facilita la liquidazione coatta amministrativa della Popolare di Vicenza e di Veneto Banca, garantendo la continuità del sostegno del credito alle famiglie e alle imprese del territorio.
BAGARRE IN AULA
BAGARRE SENATO
Sul provvedimento il governo stamane aveva chiesto il voto di fiducia. La seduta è stata piuttosto animata: durante le dichiarazioni di voto c'è stata bagarre in Aula, con momenti di tensione tra M5S e Pd. Al termine del suo intervento il senatore M5S Enrico Cappelletti rivolgendosi alla maggioranza ha affermato: «Vi siete presi tutto prendetevi anche questi!» e subito dopo dai banchi dei 5 Stelle sono state lanciate nell'emiciclo centinaia di banconote finte. Il gesto è accompagnato dalle urla rivolte verso i banchi del Pd: «Ladri! Vergogna!». Tra i più agguerriti Barbara Lezzi e Alberto Airola. Il presidente di turno Gasparri li ha richiamati all' ordine.
2. POPVICENZA, ZONIN VERSO IL PROCESSO
Gianluca Paolucci per La Stampa
gianni zonin con i figli
Ostacolo alla vigilanza, aggiotaggio e falso in prospetto a carico di Gianni Zonin, della vecchia Bpvi in liquidazione e di altri sei ex amministratori e manager dell' istituto. È arrivato a conclusione, dopo quasi due anni d' indagini, il primo troncone dell' inchiesta sulle vicende della Popolare di Vicenza.
I sostituti procuratori di Vicenza, Gianni Pipeschi e Luigi Salvadori, hanno depositato ieri l' avviso di fine indagini. Oltre a Zonin, sono indagati l' ex dg Samuele Sorato, i suoi vice Andrea Piazzetta ed Emanuele Giustini, l' ex consigliere ed ex presidente di Confindustria Vicenza Giuseppe Zigliotto e altri due ex manager dell' istituto.
GIANNI ZONIN A VIA MONTENAPOLEONE MILANO
Agli indagati viene contestato di aver diffuso «notizie false» e posto in essere «operazioni simulate ed altri artifici, concretamente idonei a provocare una sensibile alterazione delle azioni Bpvi» e «ad incidere in modo significativo sull' affidamento riposto dal pubblico nella stabilità patrimoniale» della banca.
L' accusa verte sulla concessione di finanziamenti a fronte dell' acquisto di azioni della banca e sulla mancata decurtazione degli acquisti finanziati dall' istituto dal capitale dell' istituto. Secondo quanto ricostruito dalla procura, il controvalore complessivo degli acquisti finanziati è pari a 963 milioni di euro. Sono invece pari a 350 milioni gli impegni di riacquisti, anche questi contestati dalla procura, concessi alla banca ad alcuni azionisti.
GIANNI ZONIN E VINCENZO CONSOLI
Una prassi non comunicata al mercato, destinatario dunque di «notizie fase», veicolate nei bilanci e nei comunicati stampa, in merito alla «reale entità del patrimonio» e della «solidità» della banca, nonché alla «crescita progressiva della compagine sociale» e «al buon esito delle operazioni di aumento di capitale del 2013 e del 2014». Il falso in prospetto è legato ai documenti per gli aumenti di capitale del 2013 e del 2014 in cui, occultando il fenomeno del capitale finanziato, non si dava conto della reale situazione patrimoniale della banca né della reale liquidità del titolo.
PADOAN
Il ministro dell' Economia Pier Carlo Padoan, nel corso del question time ha auspicato l' applicazione di sanzioni «nel modo più severo possibile» mentre la commissione Finanze del Senato ha approvato un ordine del giorno che chiede al governo una stretta sulle pene per gli amministratori che verranno giudicati colpevoli del dissesto ma anche l' adozione di un «equo trattamento di ristoro» a chi ha investito nelle due banche.
Al riguardo Padoan è stato netto: i piccoli azionisti, anche se «vittime di comportamenti illeciti», «non possono gravare sulle tasche di tutti gli altri contribuenti». Parole «inaccettabili» per il deputato di Fare Emanuele Prataviera mentre l' M5S ha accusato di «ipocrisia» il ministro. E migliaia di piccoli azionisti «azzerati» affilano le armi pronti a insinuarsi al passivo delle banche venete in liquidazione.