Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera” - Estratti
STEFANO BANDECCHI
«Vorrebbero in tanti che lasciassi la politica, ho ricevuto anche minacce di morte. E io invece non lascio: l’anno prossimo con la mia lista di Alternativa popolare, il partito che ho riportato in vita fondato da Angelino Alfano, correremo alle Europee». Stefano Bandecchi, da appena tre mesi sindaco di Terni, è fatto così. Prendere o lasciare: «Mi accusano di essere manesco.
Dicono che Palazzo Spada, la sede del Consiglio comunale, ormai è diventato il Madison square garden, un ring, ogni giorno una rissa. Ma io lo faccio solo per difendermi».
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rissa sfiorata tra stefano bandecchi e marco celestino cecconi al consiglio comunale di terni 9
Ha fatto scalpore il recente arrivo in città di 12 autopattuglie di vigilantes, una pantera disegnata sulle fiancate, per sorvegliare di notte strade, parchi pubblici, cimiteri: «Bandecchi si è fatto la milizia privata», ha tuonato l’opposizione. «Macché milizia — eccepisce —. Solo una ricerca sociologica della mia università sulla percezione della sicurezza da parte dei cittadini. Un milione e 200 mila euro di spesa e massima collaborazione con vigili urbani, polizia e carabinieri di Terni, che comunque sono tutti sotto organico e non credo vedano male l’esperimento. Però se la città non vuole, le autopattuglie se ne andranno da un’altra parte. Presto assumerò 60 vigili...».
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Una volta eletto a Palazzo Spada Bandecchi ha lasciato la presidenza dell’università telematica Niccolò Cusano e della Ternana calcio, ma secondo un parere del ministero dell’Interno, rilasciato il 3 agosto scorso, sarebbe ancora «incompatibile con la carica di sindaco». Lui però non se ne cruccia affatto: «Male che vada si torna a votare, ma questa volta punto all’80 per cento».
Quattro milioni di euro l’ultimo reddito dichiarato, Ferrari e Rolls Royce mai smentite. Adesso che ha «svenduto» la Ternana, dice che non gli mancheranno gli sputi degli ultrà, ai quali comunque rispose una volta con la stessa moneta. Anche nel calcio ha litigato spesso: querelato dal presidente della Federazione, Gabriele Gravina, perché un giorno sfottendolo gli disse che aveva «cambiato pusher». Conseguenze? «Cinquemila euro di multa e via».
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Bandecchi fondò nel 2006 l’Unicusano (più di 100 mila studenti) facendo concorrenza al Cepu: «Il ministro Lollobrigida è un mio laureato, pure molti grillini». Ma l’impero oggi scricchiola. Sui conti dell’università, la Finanza a gennaio ha sequestrato 22 milioni di euro: «La Procura di Roma sta indagando per evasione fiscale, appropriazione indebita, distrazione di fondi. Allora vi dico che se non siamo in regola noi, non sono in regola neanche le altre 110 università italiane», contrattacca.
«Però — conclude — malgrado il maxisequestro continuiamo a pagare gli stipendi a 2 mila persone. Perché io non devo nascondermi, ho fatto sempre tutto alla luce del sole. In vita mia ho finanziato un sacco di gente: da Di Maio ad Alemanno. Ho votato per i Radicali e una volta pure per i Ds. Ma resto centrista e tra 4 anni e mezzo sarò a Palazzo Chigi». Bandecchi è così: prendere o lasciare.
stefano bandecchi litiga con il capo ufficio stampa fuori dal comune a terni 5 stefano bandecchi litiga con il capo ufficio stampa fuori dal comune a terni 6 stefano bandecchi litiga con il capo ufficio stampa fuori dal comune a terni 4