Niccolò Carratelli per “La Stampa” - Estratti
meloni conte
L'anno scorso Giuseppe Conte aveva preferito non presentarsi in riva al lago di Como. Eravamo nel pieno della campagna elettorale, che il presidente del Movimento 5 stelle stava affrontando con il mantello di paladino degli ultimi, sventolando in tutte le piazze la bandiera del reddito di cittadinanza.
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Un anno dopo, libero da preoccupazioni elettorali, l'ex premier affronta la trasferta, ben sapendo che il giudizio dei presenti sul reddito non è cambiato, come quello sul superbonus edilizio.
(...) Conte si vede costretto a giocare in difesa, precisando che «chi vi parla non ha mai pensato e mai detto che il superbonus poteva reggere al 110%, poi doveva intervenire in una visione complessiva il Pnrr». E aggiungendo che «il superbonus è un capro espiatorio, ma al 31 gennaio di quest'anno ha generato quasi 1 milione di nuovi occupati con un risparmio per le famiglie di 964 euro». Ma ci sono anche altri temi su cui la platea di Cernobbio è più in sintonia con Giorgetti e Meloni che con il Movimento 5 stelle: difficile trovare qualcuno contrario al taglio del reddito di cittadinanza.
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E allora Conte passa al contrattacco: «Non è una genialata pensare di accendere micce in una polveriera sociale eliminando il reddito e sostenendolo con una social card insufficiente. Abbiamo 5,7 milioni di persone sotto soglia Isee di 15 mila euro e i motivi di preoccupazione sono moltissimi».
Non è l'unico affondo contro la premier, che ha disertato il Forum Ambrosetti, andando invece al Gran Premio di Monza di Formula 1: «È andata per prendere ispirazione su come correre di più – ironizza Conte – ma qual è nella legge di bilancio la misura che dovrebbe farci correre? ». E giù la lista dolente: «Con il Pnrr stiamo accumulando ritardi significativi, nel secondo semestre c'è il –0, 4% di Pil, crollo della produzione, la situazione si avvia a essere disastrosa – avverte Conte –.
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Avevamo una Ferrari, sta diventando un bici a pedalata assistita». In precedenza, Calenda aveva maliziosamente sottolineato come la platea di Cernobbio abbia dato al governo voti «sopra la sufficienza e io qui ho visto numeri bulgari, gli imprenditori sono governisti per definizione. Se fossi Meloni mi preoccuperei».
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