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    BANNON BANNATO - C’È CHI CREDE CHE STEVE STESSO, DIVENUTO DEL TUTTO INTOLLERANTE A QUELLA CASA BIANCA IN SALSA GOLDMAN SACHS/WALL STREET, LONTANA ANNI LUCE DALLA SUA APOCALISSE, ABBIA CERCATO DI PROPOSITO QUELL’INTERVISTA PER FACILITARE IL LAVORO ALL’AMICO DI UN TEMPO - SI CHIUDE COSÌ LA FASE “PRIMORDIALE” DELL’AMMINISTRAZIONE TRUMP


     
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    Francesco Semprini per la Stampa.it

     

    La voce più insistente che arrivava da Bedminster negli ultimi giorni è che mai come nelle ultime 48 ore Donald Trump rimuginava dentro di sé su Steve Bannon. «Steve è una gran brava persona, vedremo cosa succederà, ma è davvero bravo», aveva detto il presidente martedì dalla Trump Tower.

    trump bannon trump bannon

     

    Eppure da quel giorno qualcosa tra i due si era rotto, definitivamente. Ieri la decisione, forse la più difficile che Trump ha preso da presidente. «Il capo di gabinetto della Casa Bianca John Kelly e Steve Bannon hanno convenuto di comune accordo che oggi sarebbe stato l’ultimo giorno per Steve. Siamo grati per il suo servizio e gli auguriamo il meglio», si legge in una nota della portavoce Sarah Huckabee Sanders.

     

    ivanka trump bannon ivanka trump bannon

    L’elemento di rottura tra Trump e uno dei suoi sostenitori della prima ora è l’essere stato contraddetto in un’intervista rilasciata da Bannon a “The American Prospect”. «Non esiste nessuna soluzione militare alla crisi», ha detto Bannon in riferimento alla crisi con Corea del Nord, creando forte imbarazzo, con il segretario di stato Rex Tillerson e il capo del Pentagono James Mattis costretti a correggere il tiro, e a ribadire con forza come gli Usa siano più che pronti ad un’azione di forza se il regime di Pyongyang dovesse insistere con le sue provocazioni.

     

    Come se non bastasse Bannon ha parlato anche della «quotidiana guerra» in seno all’amministrazioni tra partiti diversi, o meglio tra lui e la lobby di Goldman Sachs, confermando di fatto quanto in molti sostengono da tempo. Affronto peggiore non lo poteva subire il Commander in chief, che nella precedente vita da imprenditore così come in quella da presidente di genere ne ha silurata per molto meno. E le urla rabbiose di Trump, nella sua residenza estiva in New Jersey, alternati a momenti di sofferta riflessione, avevano già fatto capire a tutti che le ore di Bannon erano contate.

    steve bannon steve bannon

     

    Si chiude così la fase “primordiale” dell’amministrazione Trump, quella che lo ha traghettato dalla vittoria alle elezioni al suo insediamento, quella del presidente “anti”, anti-establishment, anti-conformista, anti-Wall Street e dalle politiche non convenzionali, di cui Steve Bannon ne era l’icona, tanto che Trump gli cucì addosso un ruolo ad hoc, quello di capo stratega.

     

    Personaggio poliedrico - nella vita è stato militare finanziere, editore di Breitbart pubblicazione vicina all’ultra-destra, Bannon si è ritrovato catapultato alla Casa bianca in virtù di una profonda amicizia con Trump. E poco importava se di lui se ne parlava come un personaggio dell’alt-right, la destra nazionalista e identitaria, anche se il suo licenziamento arriva proprio nel bel mezzo della bufera per le presunte simpatie tra il presidente e gruppi nazionalisti e suprematisti.

     

    steve bannon e donald trump a saturday night live steve bannon e donald trump a saturday night live

    La parabola di Bannon a Pennsylvania Avenue in realtà è stata da subito in salita con la sua estromissione dopo appena 75 giorni dal Consiglio per la sicurezza nazionale, e le antipatie da parte di Ivanka Trump e Jared Kushner. Quell’omone vestito di scuro, sostenitore della Teoria Generazionale di William Strauss e Neil Howe con un debole per l’Apocalisse, proprio non piaceva ai due proiettati verso una dimensione più “newyorchese” del loro mandato da consiglieri.

     

    I due hanno sempre temuto l’eccessiva e negativa influenza di Bannon sul Commander in chief, eppure Trump si è sempre opposto a una estromissione anche perché Bannon è stato catalizzatore di tantissimi voti, e non solo dagli ambienti dell’alt-right ma anche dai conservatori delusi, rimuoverlo poteva essere visto come un tradimento.  

     

    steve bannon steve bannon

    E così Bannon è sopravvissuto persino alla cacciata di Reince Priebus, il fedele capo di gabinetto che rappresentava forse l’unico vero anello di congiunzione tra amministrazione e partito repubblicano. I dissidi però tra l’amico Steve e gli altri consiglieri sono andati crescendo. Ultimo in ordine di tempo quello col consigliere economico Gary Cohn, l’ex di Goldman Sachs che i mercati considerano il garante delle riforme promesse dal Tycoon per le quali le Borse dall’8 novembre (data dell’elezione) sono state protagonista di una cavalcata da brividi.  

     

    STEVE BANNON STEVE BANNON STEVE BANNON STEVE BANNON

    Ora l’effetto Trump sembra svanire e i mercati temono che Cohn lasci. Wall Street da giorni non vola più, e sembra aver voltato le spalle al presidente, e questo potrebbe essere letale, senza dubbio peggiore che perdere Bannon. L’intervista ha fatto il resto, anche se c’è chi crede che Steve stesso, divenuto del tutto intollerante a quella Casa Bianca in salsa newyorchese, lontana anni luce dalla sua Apocalisse, abbia cercato di proposito quell’intervista per facilitare il lavoro all’amico di un tempo. 

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