PERCHÉ È STATO ARRESTATO STEVE BANNON? – PER FARLA SEMPLICE: SI SAREBBE INTASCATO UNA PARTE DEI SOLDI CHE AVREBBERO DOVUTO FINANZIARE IL MURO CON IL MESSICO
1 – STEVE BANNON IN MANETTE, FRODE SUI SOLDI RACCOLTI PER IL MURO COL MESSICO
Maria Antonietta Calabrò per www.huffingtonpost.it
steve bannon in tribunale
Le accuse contro l’ex stratega del Presidente Donald Trump, Steve Bannon e altri tre coimputati di associazione per commettere una frode di centinaia di migliaia di dollari ai danni di cittadini americani che avevano fatto donazioni in favore della campagna “We build The Wall” ( per costruire il muro antimigranti al confine con il Messico) sono contenute in un documento di 24 pagine della Corte del Distretto Sud di New York, firmato da Audrey Strauss, acting US attorney.
steve bannon rilasciato su cauzione
Uno dei protagonisti dell’elezione di Donald Trump nel 2016 è stato arrestato e subito il presidente si è sfilato da ogni coinvolgimento, dichiarando di non aver più avuto nulla a che fare con Steve Bannon dai primi giorni del suo insediamento alla Casa Bianca: ”È una cosa molto triste per Bannon, non ho a che fare con lui da molto tempo. Non so nulla del progetto” ha detto rispondendo a una domanda, sottolineando come il progetto non gli piacesse: “Ho pensato fosse stato fatto per mettersi in mostra”.
brian kolfage 1
Il Grand Jury ha accusato Bannon , Brian Kolfage, Andrew Badolato e Timothy Shea di aver utilizzato per spese personali che non avevano niente a che fare con lo scopo della raccolta fondi per il Muro, nonostante avessero pubblicamente affermato di organizzare la raccolta su base volontaria e senza distogliere un solo penny dei soldi raccolti dallo scopo di costruire il Muro. In particolare Kolfage ha preso per uso personale in modo coperto più di 350 mila dollari, mentre Bannon, attraverso una sua organizzazione non profit (Non profit 1) e una compagnia ombra, ha ricevuto un milione di dollari da “We build the Wall”, per pagare Kolfage e per “coprire centinaia di migliaia di dollari di spese personali dello stesso Bannon. Per fare questo hanno utilizzato false fatturazioni per assicurarsi, come ha scritto Kolfage in un messaggio a Badolato che i pagamenti rimanessero confidenziali.
donald trump jr visita una parte di muro costruita in new mexico da brian kolfage
DAL 17 DICEMBRE 2018 ALLA FINE DI GENNAIO 2019
La campagna di raccolta fondi per la costruzione del Muro partì su iniziativa di Kolfage il 17 dicembre 2018 e fu un tale successo che nel corso della prima settimana raccolse su un apposito sito web 17 milioni di dollari da donare al governo federale di Trump per finanziare il Muro. Ma poi nacquero dubbi sul background di Kolfage e sulla possibilità di trasferire i fondi al governo federale.
steve bannon in yacht prima dell'arresto
A fine dicembre, la raccolta (che aveva raggiunto i 20 milioni di dollari) fu sospesa in attesa di trovare un modo legittimo per raggiungere lo scopo, in quelle stesse settimane furono coinvolti nell’iniziativa, Bannon e gli altri due imputati, venne creata una nuova organizzazione (We build the wall Inc ) cui vennero trasferiti tutti i fondi raccolti che avrebbero dovuto a questo punto finanziare un Muro privato per chiudere il confine meridionale degli Stati Uniti. A cominciare dal gennaio 2019, secondo le accuse, Bannon e gli altri attraverso il website continuavano a indurre in errore i sottoscrittori, mentre si appropriavano di centinaia di migliaia di dollari per uso personale , nonostante pubblicamente, con dichiarazioni ed interviste i donatori venivano rassicurati che il 100 per cento dei soldi raccolti sarebbero serviti per costruire il Muro.
la raccolta fondi we build the wall su gofundme
DA GENNAIO AD OTTOBRE 2019
Convinti dalla “ falsa narrativa” che tutti i nuovi soldi donati alla nuova società (We bill the wall Inc) o trasferiti ad essa con opzione dei vecchi donatori, sarebbero serviti per costruire un Muro “privato” al confine con il Messico, fino all’ottobre 2019, la nuova società gestita da Bannin e dagli altri coimputati raggiunse la cifra di 25 milioni di dollari di donazioni.
steve bannon rilasciato su cauzione 1
ARRICCHIMENTI PRIVATI
Secondo l’atto d’accusa del Gran Giurì, Kolfage avrebbe utilizzato il danaro per ristrutturare la sua casa, per pagare una barca, un Suv, una golf cart, gioielli, chirurgia estetica, pagamento di tasse e delle spese della carta di credito.
Bannon e gli altri imputati, hanno usato i fondi per viaggi, alberghi, carte di credito, in ogni caso nulla che avesse a che fare con la costruzione del Muro.
steve bannon
2 – BANNON DA TRUMP AL CARCERE «FRODE SUL MURO COL MESSICO»
Estratto dell’articolo di Flavio Pompetti per “il Messaggero”
(…) L'arresto è stato eseguito su uno yacht che navigava al largo della costa del Connecticut, e il politico-finanziere è stato tradotto in carcere a New York. Dalla cella si è collegato in video con il tribunale, una grande maschera bianca gli copriva gran parte del viso, e si è proclamato innocente.
brian kolfage con la moglie ashley
Il giudice in serata gli ha concesso la libertà su una cauzione di cinque milioni di dollari, garantiti da Bannon da beni per un valore di 1,75 milioni. L'accusa è partita dall'ufficio centrale della procura federale a New York, con la firma della giudice Audrey Strauss che lo dirige ad interim, dopo lo spettacolare licenziamento lo scorso giugno dell'ex capo Geoffrey Berman.
Bannon e tre suoi soci in affari operavano un sito web di foundraising dal nome Build the Wall (costruiamo il muro) per raccogliere donazioni private da destinare alla costruzione di una porzione del muro al confine con il Messico, e aiutare così il presidente ad aggirare i problemi di finanziamento pubblico che stanno attardando la costruzione.
steve bannon e donald trump
PRESA DI DISTANZA
Immediata la presa di distanza di Donald Trump: «Non ne so nulla, e per quel poco che ne sapevo, l'idea non mi è mai piaciuta ha detto il presidente quando ha appreso degli arresti - Questo è un progetto pubblico, non un'iniziativa privata».
STEVE BANNON SALVINI
«Ogni centesimo donato sarà speso per la realizzazione del progetto, e nemmeno un dollaro sarà pagato alle persone che lavorano a questa idea» prometteva sul sito l'uomo di facciata: Brian Kolfage, veterano della guerra in Iraq dove ha perso entrambe le gambe e un braccio, e medaglia al valor militare. In realtà almeno 350.000 dollari del fondo che aspirava a raggiungere un tetto di 25 milioni sono finiti nelle sue tasche, mentre Bannon ha beneficiato di almeno un milione di dollari, spesi non per la causa, ma per sostenere un ricco stile di vita.
GIORGIA MELONI E STEVE BANNON
La giudice Strauss è in possesso della trascrizione di una comunicazione privata tra i tre complici, nella quale si raccomanda il massimo riserbo nel divulgare il meccanismo che permetteva di stornare i fondi a favore dei responsabili dell'iniziativa. E' stato Bannon ad agevolare il passaggio, e far transitare sul conto di una sua società non profit le somme di denaro in cambio di fatture falsificate.
Le vittime del raggiro sono decine di migliaia di piccoli risparmiatori, convinti dell'assoluta necessità di costruire il muro con il quale Trump vuole respingere gli immigranti clandestini alla frontiera con il Messico Il profilo dei complici la dice lunga sul declino delle fortune dell'uomo che sembrava il più potente negli Usa dopo il presidente, solo tre anni e mezzo fa. Kolfage ha alle spalle la fondazione di diversi pagine web ultra conservatori sui quali circolavano teorie cospirazioniste, poi chiusi da Facebook che le ospitava.
brian kolfage e la moglie ashley con eric trump
Lo scorso marzo l'ex marine è stato scoperto nell'atto di ammassare maschere sanitarie N-95, nel momento in cui gli ospedali faticavano a procurarsele. Un altro associato nel crimine è Andrew Badolato, amico di lunga data di Bannon, e sospettato insieme a lui di diverse frodi finanziarie per le quali i due non sono mai stati incriminati.
L'astro di Bannon ha subito un tracollo dal momento in cui la sua strada alla Casa Bianca ha incrociato quella del genero di Trump. Jared Kushner non ha mai visto di buon grado Bannon, e finì per ottenerne il licenziamento tre anni fa. Il consulente ebbe una reazione di stizza e pronunciò parole dure contro il suo ex capo: «L'amministrazione Trump è inefficiente e corrotta». Poi si trasferì in Europa, nel tentativo fallimentare di fondare in Italia un'accademia per la formazione di leader conservatori. Negli ultimi mesi era tornato negli Usa e aveva ripreso a corteggiare Trump dal microfono di una radio privata, con la speranza essere di nuovo chiamato a collaborare per il voto di novembre.
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