1 – FASE 2, ARRIVA LA STANGATA: DA MILANO A ROMA AUMENTA TUTTO: CAFFÈ FINO A 2 EURO, BOOM DEI PREZZI DEGLI ALIMENTARI
Domenico Zurlo per www.leggo.it
RINCARI DOPO LA QUARANTENA
Il lockdown presenta il conto agli italiani. Con l'inizio della tanto attesa Fase 2 e la riapertura di bar, ristoranti e parrucchieri, c'era da aspettarsi che i prezzi non sarebbero tornati quelli del pre-quarantena: dopo appena due giorni si iniziano infatti a vedere rincari da capogiro che rischiano di svuotare le tasche dei clienti. Lo denuncia il Codacons, che già nei giorni scorsi aveva paventato il pericolo di una stangata da ben 536 euro annui per famiglia.
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In testa alla classifica dei rincari ci sono i bar. Il prezzo del caffè al bancone registra infatti un aumento dal 20 al 50% nelle grandi città: stando alle segnalazioni, a Roma, dove l'espresso costava in media 1,10 euro, sale a 1,50, a Firenze da 1,40 a 1.70, a Milano addirittura da 1,30 a 2 euro, quasi il doppio. Ma anche i parrucchieri non sono da meno: il costo medio di un taglio da 20 euro sale a 25 euro, idem per quanto riguarda shampoo, messa in piega e trattamenti.
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Tante le segnalazioni, sottolinea il Codacons, da parte di chi aspettava da settimane di tornare al bar con gli amici o dal parrucchiere di fiducia ma ha avuto un'amara sorpresa a gravare sul portafogli: al momento, spiega l'associazione, si tratta però di casi isolati che riguardano una minoranza di esercenti. «Speriamo che gli esercenti di Milano non decidano in massa di ritoccare i listini per rifarsi dei minori guadagni e dei costi di sanificazioni dei locali», l'auspicio del presidente Marco Maria Donzelli.
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Proprio alle misure di sicurezza dei locali legate ai protocolli governativi potrebbero infatti essere legati gli aumenti, così come le regole sul distanziamento, che inevitabilmente porteranno meno clienti e di conseguenza meno guadagni. «Una vera e propria bomba sociale ed economica che potrebbe essere scaricata sui consumatori finali», l'allarme dell'associazione. Già in aprile l'Istat aveva registrato forti incrementi dei listini per il settore alimentare (+2,8%) e quello della cura della casa e della persona (+2,5%): per capire se i rincari saranno solo sporadici e passeggeri, o generalizzati e duraturi, non ci resta adesso che aspettare la fase 3.
2 – RIPARTENZA AMARA PER I CONSUMATORI UN CAFFÈ COSTA FINO AL 50 PER CENTO IN PIÙ
Luca Monticelli per “la Stampa”
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Dopo due mesi alle prese con la ricrescita e i capelli crespi, ora può essere difficile trovare un buco dai parrucchieri. Hanno riaperto da tre giorni e per riuscire a fissare un appuntamento potrebbero volerci settimane. Ma molte donne che sono riuscite a fare taglio, messa in piega e colore sono incappate in una brutta sorpresa: il conto. Per Rosario Trefiletti del Centro Consumatori Italia i prezzi dei saloni femminili sono saliti «del 10-15 per cento, con punte fino al 20. Ma è un aumento a macchia di leopardo, non generalizzato», tiene a precisare.
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E che dire del caffè? Uno dei veri piaceri a cui gli italiani rinunciano con grande fatica: da lunedì è possibile riassaporare il gusto dell' espresso al bar in una tazzina vera. Anche in questo caso però, il sapore sembra più amaro del solito. Il Codacons stima un aumento del costo del caffè che arriva addirittura al 53 per cento. E' l' effetto di due mesi di crisi nera per colpa del coronavirus e del lockdown che ha costretto le attività alla chiusura e a un crollo verticale dei consumi. Adesso si riapre, con l' ingresso nella Fase 2 molte limitazioni stanno venendo meno più velocemente del previsto, ma commercianti e piccoli imprenditori si trovano a lottare ogni giorno con oneri, scadenze, restrizioni dovute al distanziamento che comportano meno clienti e meno ricavi.
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Per non parlare delle lentezze burocratiche dello Stato: sono tantissimi che stanno ancora aspettando l' accredito del prestito garantito che doveva arrivare quasi automaticamente ma che sul conto ancora non c' è. In più ci sono nuove spese da anticipare, anche se poi si potranno recuperare sotto forma di crediti di imposta: la sanificazione, i nuovi arredi, le barriere divisorie per mettere in sicurezza clienti e dipendenti negli spazi comuni.
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«Stiamo ricevendo decine di segnalazioni sugli incrementi dei listini, in testa alla classifica dei rincari ci sono i bar, con molti esercenti che hanno ritoccato al rialzo il prezzo di caffè e cappuccino: in centro a Milano, dove il costo medio di un espresso è 1,30 euro, si arriva fino a 2 euro (+53,8 per cento). A Roma (1,10) fino a 1,50 euro (+36,3%). A Firenze (1,40) fino a 1,70 euro (+21,5%)», dice il Codacons.
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Passeggiando per la capitale, dove l' espresso, poco lontano dalle vie del centro, solitamente costa 90 centesimi, in effetti si può notare il passaggio a un euro. Il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, lo spiega così: «C' è chi per tre mesi non ha incassato nulla, vive grandi difficoltà e quando riapre l' attività si trova a dover pagare costi di gestione che sono aumentati. Le strade sono due: o uno riesce a far quadrare i conti tagliando i costi, o ritocca i prezzi. Tutto questo è normale e alla fine la differenza la fa il mercato. Nel campo della ristorazione e dei bar ci sono tantissime realtà. Detto ciò, i rincari a tappeto non ci sono, perché bisogna riconquistare la clientela, non farla scappare».
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Dagli alimenti ai disinfettanti, il carrello della spesa che diventa più esoso è al centro delle polemiche già da quando gli italiani erano chiusi in casa e uscivano solo per mettersi in coda ai supermercati. L' Antitrust ha avviato un' indagine sugli operatori della grande distribuzione anche grazie alla ricerca di Altroconsumo. Marco Bulfon, esperto dell' associazione, snocciola dati impressionanti: il costo della farina a marzo è cresciuto del 187%; lo zucchero del 55. E i numeri ufficiali non sono da meno. La tabella dell' Istat sui prezzi al consumo del 15 maggio certifica un aumento della frutta del 4% e delle bevande alcoliche del 2.
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