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ADDIO ALLA RAGAZZA CHE GIOCÒ A SCACCHI NUDA CON DUCHAMP - BARBARA COSTA: “SE C’È UNA SCRITTRICE SFRONTATAMENTE ANTITETICA ALLA STRA-INCENSATA DIDION, PROSTRATEVI DAVANTI A EVE BABITZ
Barbara Costa per Dagospia
eve babitz anni 70
“Non è il momento per me di andare in stampa, io devo andare in overdose!”. Troppo duro? Scorretto? Oltraggioso? Cos’è quello che si fa e non si deve fare, dire, ostentare, mettere per iscritto… chi stabilisce il confine? Il livello di moralità consentita? Aveva più di una ragione, Eve Babitz, a dire che se fosse stata scrittrice oggi, nessuno avrebbe pubblicato i suoi libri.
eve babitz marcel duchamp
Libri che però ci sono, in Italia editi Bompiani, libri che a scoprirli ora, in chiusi tempi ammorbatamente metooisti, non reggerebbero la censura editing, qualsivoglia fact-checking, libri che sarebbero messi al rogo dalle odierne chiese social. E invece Eve Babitz c’è stata e ha pubblicato, quel che lei era e ha vissuto e visto di un certo jet set, e tuttavia non si pensi che anche allora si fosse chissà che liberi, e dalla critica.
eve babitz anni 60
Se Babitz si trovò (o si mise) contro misura e perfezione di donna moglie madre e femminista scrittrice naso all’insù Joan Didion maritata Dunne, i suoi libri – di Eve – già al tempo vennero bollati spazzatura, e perché? Perché non erano – e non sono – come uomo vuole e donna acconsente.
Perché a Eve Babitz eccome se le donne glielo biasimavano, arcigne e risentite, “cara, non è carino scrivere ciò che scrivi tu”, vale a dire mettere e mettersi a nudo, il proprio corpo e quello altrui, e fosse solo il corpo… ma quanto terrore fa, intaccare la rispettabilità? Se le cose conta farle e non esporle, Eve Babitz ha fatto entrambe, e tutta la vita. Dando fastidio.
Nei suoi libri c’è sempre una donna – il suo alter ego – che non segue gli uomini ma si fa seguire non seguendo le regole dagli uomini decise. Scrive Babitz: mie care, siete femministe?
eve babitz slow days fast company prima edizione
Tonte, non lo sapete che il femminismo è una concessione maschile, è la lotta a un mondo maschile ma solo quando e se vi conviene, ma solo quando e se vi serve, poiché è la femminilità come finora intesa una creazione maschile.
È questo che Babitz su pagina inquadra, e soqquadra. Eve Babitz nei suoi libri svetta su una società dove il frivolo, la superficialità sono schermo di una realtà altra e dura che lei afferma.
Scrive Babitz: come si può parlare di femminismo, di un ruolo femmina, se non parlando di quello che un uomo reclama, sicché annoiandosi a morte? Babitz sveste le donne che femministe si fanno e berciano e sfilano: non sono esse sempre e comunque e non hanno esse il loro posto nel mondo in quanto mogli di, e figlie di? E quante tra loro hanno messo al mondo figli per tenere un uomo legato a sé?
babitz family
Di Babitz ti smorfiano inaccettabile il suo esser donna e trattare gli uomini da oggetti, e su carta ma prima in vita, senza rimorso o colpa. Ma nemmeno rivalsa.
Contro chi, poi? Ogni volta le sue protagoniste – cioè Eve – provengono da ovunque e da nessuna parte, non hanno radici se non in ciò che vogliono essere, pagina dopo pagina. Il loro background non è familiare, a una famiglia nemmeno si contrappongono, non “ci pensano”.
Non pesa, su di loro, non fa parte dei loro programmi. Questo viene dalla vera eredità di Eve, i Babitz erano bohémien, e la madre di Eve era una artista, una che aveva un lavoro, una sua vita, non stava a casalingare per il suo uomo, e questo negli anni '40.
eve babitz 2019
Eve cresce in una realtà culturale che non la imprigiona in nessun cliché. Non deve ribellarsi a nessun modello, per tale ragione le sue ragazze su pagina respirano e corrono e non si fermano insofferenti ad alcun arbitrio. Le sue ragazze su pagina non battagliano contro l’età, stupida attività ansiogena imposta alle donne dagli uomini.
eve babitz eve's hollywood
Per tale motivo Eve Babitz può senza impegno dare “consigli a giovani donne che vogliono divertirsi” e quel giovane sta nella vecchiaia che c’è, ma anche a 20 anni, se te li vivi non come vuoi ma come vogliono la società, e il buon nome.
L’inadattabilità di Eve e delle sue ragazze su pagina a impegni di ogni genere non è immaturità, ma guerra e rifiuto. Contrasto a uno stereotipo. Nei fatti, però.
eve babitz fiorucci
Da lì il sesso non monogamo e libero e sincero, altro che promesse di amore eterno false da secoli! Nei libri di Babitz il suo ego ridondante è alieno all’ego narrativo corrente che è la lagna che ci impesta, suscitante buoni sentimenti e un consenso ampio che, per essere tale, deve per forza essere conservativo, e ancorato alla mediocrità.
Mi saran sfuggite, ma non trovo ai libri di Babitz italiane prefazioni: cos’è, si teme a metterci la faccia, la firma? Né si leggono su Babitz chissà che saggi, pochi, e per lo più rimarcanti la morale distanza, in nome di un io non sono come lei, e ci tengo a sottolinearlo.
eve babitz 2
Ogni libera esistenza esige il suo prezzo? Babitz, del suo incidente del 1997 (ustioni di terzo grado, una sigaretta le ha incendiato i vestiti) ne ha scritto, del suo corpo “mutato a sirena, metà donna metà squame”, a burla di chi ne vedeva la più che meritata punizione di una donna così immorale… Ma la responsabilità è personale. Per tutti e sempre.
Andare controcorrente, non importa con quanta grazia, schianta. Dicono sia il destino di ogni artista. Ma i personaggi di Eve – cioè, Eve stessa – non sono mai vittime.
Di niente. Di nessuno. Hanno scelto di non esserlo. Per questo sono indigesti, antipatici al sentire comune, e perciò domande (“devo proprio fare qualcosa nella vita?”) e risposte bizzarre che Eve scrive, spiazzano: se non ti comporti bene, vai a sbattere, “dove? su un cumolo di neve?”.
Cioè: non è che evito l’ostacolo, ma faccio spallucce a angosce e a pene impostemi. Se non è forza questa! Se non è carattere!
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Eve Babitz nella vita – e su pagina – mai ha rinnegato il suo passato di dipendenza, e in lei – e nelle sue pagine – trovi le droghe, trovi il quaalude, e sostanze di chi è “la ragazza che anima la festa”.
Se negli anni '60 molti la indicavano quale nuova Edie Sedgwick, e se Eve, al contrario della sfortunata Edie, la vita se l’è goduta anche grazie alla scrittura… Andy Warhol a New York l’avvicinò per invitarla in Factory.
Ma Eve Babitz non avrebbe permesso a nessuno – nemmeno al signor Popism – di guidarla. Scrive Eve, ribadendolo in una intervista: “Andy Warhol? Sì, l’ho conosciuto. Di lui non posso raccontarti niente, stavamo tutt’due sotto LSD”.
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