Barbara Costa per Dagospia
roth scatenato
"Si rivolga a Ian McEwan se vuole leggere di bambini, a me se vuole leggere di sesso!", sbottò Philip Roth a una giornalista che voleva sapere perché scrivesse sempre, ossessivamente, di quella materia lì. Come se ci fosse un argomento migliore.
Inginocchiamoci tutte a Philip Roth, lui ci avrebbe volute così, ad adorarglielo, a prenderglielo in bocca, ma da vivo, dallo scrittore immenso che è stato, non ora che è un corpo ghiacciato, morto.
phlip roth margaret martinson sua prima moglie
Tutte chinate devote, sottomesse a lui, mondate del suo sperma come se fosse olio sacro, nettare di cui Roth intingeva l’inchiostro a magnificarlo su pagina. Gli sarebbe piaciuto, a quell’adorabile maschilista. Così sarebbe stato nostro dovere fare, un dovere da groupie, a chi ti ha illuminato l’esistenza di parole.
Sapete che Jackie Kennedy, a un anno esatto da Dallas, scelse Philip Roth come amante, per rompere la vedovanza? Uscirono una sera, e andarono a casa di lei per il dopocena, e Jackie era lì, pronta, disponibile, ma a Roth non ci fu verso di farlo rizzare, riuscì a malapena a baciarla. E fu come baciare una statua, un’icona, un cartellone pubblicitario.
philip roth william styron
Tanto Roth le ha amate le donne, nella realtà e su carta, alla stessa misura le ha odiate.
E che, non si può odiare? Chi lo vieta, Dio? Roth non ha mai creduto in nessun Dio. L’odio ha la sua dignità se a stroncarti ogni nuovo libro è sempre la stessa rompiscatole, Michiko Kakutani del New York Times, e quale modo migliore, perfido, di vendicarsi se non ideare una femmina americana acida, frigida, d’origine giapponese, metterla in un libro e venderci copie su copie, e guadagnarci tanti soldi, tiè.
philip roth
E chi le regge, le femministe: Roth le ha avute contro tutta la vita, a rimproverargli ogni riga. Io sono uno scrittore, avrebbe dovuto gridargli, e da scrittore su pagina metto quello che mi pare, se è lecito creare gialli e storie horror, allora è lecito pure metterci sesso a tre tra me, mia moglie e una prostituta veneziana raccattata per strada, e metterci tutto il livore di mia moglie che esce dal bagno e vede che io mi sto divertendo a dovere senza aspettarla; nei miei libri ci metto che lo Svedese e sua moglie hanno trovato in torridi 69 la maniera di eccitarsi, desiderarsi ancora, e poche pagine dopo ci metto che non è vero niente, che la moglie lo fa per ingannarlo, perché non la scopra come gode a farsi prendere da dietro dal suo migliore amico; ci metto quanto di più osceno ci possa essere nella storia di un Paese, il terrorismo, menti di ragazzi assassine, eppur anche loro nati da un amplesso, miscela di sperma e sudore. Cancri impazziti come quelli annidatisi nelle vagine vecchie, marce, di donne che stanno per morire, e contano i giorni a letto, a far l’amore coi mariti.
philip roth primo levi
Sono Philip Roth e sono uno scrittore, e se su pagina mi arrabbio non mi fermo più, se ci vanno di mezzo le donne tanto meglio, perché sai, succede che mi innamoro di una, e questa donna si prende gioco di me. Non volevamo figli, lei mi ha ingannato, non ha preso la pillola, è incinta. Siamo d’accordo sull’aborto. In cambio vuole che la sposi. Così avviene.
philip roth nicole kidman
Dopo anni scopro che quel feto, quelle analisi delle urine, non sono mai esistiti. Tutto falso. E quando chiedo perché, lei mi alza le spalle, mi dice che voleva la fede al dito e che quel giorno, quel pomeriggio, invece di andare ad abortire un figlio che non c’era, è andata al cinema.
Divento un mostro di rabbia, la colpisco sul viso, sul corpo, alla cieca, ma colpisco lei per colpire me stesso, la mia imbecillità e mediocrità di uomo, e lei scappa, e la parete scenario di schiaffi rimane fissa nei miei incubi (è la trama di "Quando lei era buona", libro che scatenò contro Roth critiche furiose per questa scena indicibile, amorale, di violenza. Ma la storia è vera. Roth è stato davvero ingannato così dalla sua prima moglie, ma non l’ha mai toccata con un dito, saputa la verità l’ha lasciata, e l’immagine che lo perseguiterà per tutta la vita sono le urine di lei in vasetto).
philip roth new york
Sono Philip Roth e sono uno scrittore e non chiedo permesso a nessuno, sulle mie pagine ci metto lo sperma rancido lasciato da vecchi playboy sulle mutandine delle loro amanti ragazzine. E poi, sai che altro ci metto? Ci metto lo sperma sulle tombe, quello degli amanti vedovi, uomini che, schizzando sull’erba, sognano di potersi ancora unire a quei corpi mangiati dai vermi.
philip roth milan kundera
Sono uno scrittore e nelle mia pagine ci metto Anna Frank, proprio quella sì, quella del diario, che nella mia fantasia non muore ma viene liberata e salvata dagli americani, e si trasferisce negli Stati Uniti, e diventa donna e amante di un uomo sposato tanto più vecchio di lei, e il mio alter ego Nathan Zuckerman vorrebbe farsela a più non posso, ma Anna non se lo fila perché vive solo per odiare, solo per vendicarsi del male assoluto, non banale, che le è stato fatto.
Anna odia, nei libri di Philip Roth c’è sesso e odio, ma quelli veri, senza scuse, sesso e odio da cui non puoi difenderti. Sesso in ogni sua atroce forma, lesbiche pentite, spermatozoi che nascondono sangue nero, fino all’ultimo, alla catastrofe finale, la perdita della libido, l’amputazione sessuale maschile, la fitta acuta, dolorosissima, di non poter più penetrare una donna, non essere più virile se non nella testa, e per questo desiderare di morire.
philip roth mia farrow
Ci sono scrittori che sono anime scatenate. Se vai a letto con loro nella realtà, ti può capitare di ritrovarti ritratta su pagina, nuda, eccitata, presa. Il tuo destino di donna, amante, immortale personaggio letterario, è legato al loro inappellabile giudizio. Con Philip Roth, a quanto con lui sei stata brava, e zitta, e buona.
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