Barbara Costa per Dagospia
anita pallenberg mario schifano 1
“Guardi, per me è meglio che lei torni all’eroina”. E glielo diceva il medico! E la forma più insulsa di maledettismo – morire strafatto a 27 anni – si sfranta davanti a Mario Schifano, morto alla drogata età di 64, e oggi, se il cuore non gli fosse ceduto… ne avrebbe 90. Su quello che è stato Mario Schifano, per l’arte tutta, rimando a chi di suo sa, io di mio so che la peggior bugia passata da mamma a figlia è quella di poter cambiare gli uomini, e se siete di questo avviso, pigliatevi bambocci, altro non meritate.
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Mario Schifano ha avuto più donne di attori e star e rockstar, e le sue preferite erano le mogli, altrui, e se di suoi committenti, meglio! Schifano di donne ne sapeva al punto da farci filosofia: “Il bello delle f*che è che sono tutte diverse, non te ne annoi, sono personali, uniche, e potrebbero usarle al posto delle impronte digitali. Le impronte genitali!”.
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Grande idea, da indicare alle metooiste, e si badi bene: una donna è femmina realmente tale a partire dagli uomini che vuole accanto a sé. Ok, non è da tutte avere il fascino e brio e gambe di una Anita Pallenberg, ma chi può ostentare di avere avuto “Mario Schifano come mio primo ragazzo”!? 8 anni più di lei, un giovane uomo dal pregio che hanno in pochi “non era appiccicoso!”, Mario era “timido e sfrontato, sguardo languido, col sorrisetto”, e rincorso dal gotha dell’arte.
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E allergico come Anita alla monogamia: Anita, Mario lo molla per farsi un nome, da sola, nella moda, e va da sé che quando lei entra nel cerchio "intimo" dei Rolling Stones, rimane "intima" con Schifano. Però non al punto di non "prestare" Mario alla sua migliore amica e amante di diversivi lesbici: Marianne Faithfull, e fidanzata Jagger. Tra Mario e Marianne è un colpo di fulmine di 6 settimane alimentato da una bottiglia d’ottima coca, con fuga in Toscana.
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E allora come parlare di amicizia, tra Schifano e Jagger quando, primo, Mario e Mick scaz*arono e non poco sul set di uno dei film underground di Schifano, e secondo, credete che Jagger si lasci far becco da qualcuno?!? Appena i due piccioncini rimettono piede a Londra, Mick, con la scusa di un suo regalo (che in effetti porta, un grammo di coca purissima) arriva a dare i suoi cazzotti, a Mario, e a riprendersi Marianne, che lascia quando vuole lui.
Schifano è nato Schifano. A lui “la madre d’ogni desiderio” (la f*ga) eccede. E donna dopo donna, decide per una discesa nelle droghe pesanti senza tregua né pari. L’eroina arriva a mangiargli parte di avambraccio, fino all’osso, carne viva che sanguina sempre. La vita per Schifano è forza nuda di pennellate bulimiche e di buchi di ero continui, non per disperazione. Come una fame. Un bisogno alimentare. Ma farsi di eroina, nei 70s, e a Roma, significa finire più volte in galera, e Mario si fa pure 100 giorni di manicomio.
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È questa prova da recluso che lo fa rinchiudere di sua sponte tra le pareti delle sue case (con la compagna ufficiale) e dei suoi studi (con tutte quelle di cui aveva voglia), in un rifiuto della società che non fosse quella riprodotta dalla tv. E vivere da tossico, nei 70s, e a Roma, significa altresì cadere preda di criminali (la Banda della Magliana, e derivati), i veri padroni della droga. Per via dei debiti, Schifano è più volte rapito, una volta 3 mesi a Arcinazzo è ostaggio di farabutti che lo costringono a dipingere quadri, se non a firmare croste che fanno loro. Lo liberano un giorno che lo credono morto.
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A metà anni ′80 Schifano esce da solo dall’eroina per tuffarsi in sacchi di cocaina. Non credo vi sia stato periodo dove fosse pulito. O senza donne. Come le centinaia che accese talvolta supplicanti son state fotografate nude, in pose pornografiche, a gambe e sesso aperto, talvolta gocciante, foto chiuse in un inestimabile archivio che la moglie di Schifano, in un raptus geloso, riduce in coriandoli. Mario prendeva e fotografava porno direttamente su riviste e libri porno, su tv trasmettenti porno, e sui primi siti web porno. Che il porno può esser arte, lui lo sapeva, e furente e deciso lo applicava.
anita pallenberg mario schifano viaggio in usa 1963
Aveva ragione Marina Ripa di Meana: tra le grinfie di certi uomini “puoi solo che morì”. Lei che è stata la compagna di Franco Angeli, genio e sodale e rivale artistico di Schifano. Per Angeli la signora Marina si prostituiva per fornirgli l’ero, e evitargli l’astinenza. Si è data anche a Schifano. Dopo un amplesso frettoloso, mal fatto e orgasmante solo per lui, Mario taglia le unghie dei piedi di Marina e ci fa un collage. Schifano con le sue opere ci pagava ogni cosa.
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