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"Sì, si può usare la parola "molestie", ma quei bambini erano eccitati all’idea di essere lì e sono loro stessi a dirlo oggi, la versione adulta di Wade Robson e James Safechuck. Entrambi comunque sono andati avanti, si sono sposati e hanno avuto figli, il che vuol dire che quegli episodi non li hanno uccisi".
Barbra Streisand, intervistata dal quotidiano inglese The Times, dice la sua su Michael Jackson e Leaving Neverland, il documentario diretto e prodotto da Dan Reed con le interviste a Robson e Safechuck, che oggi hanno 41 e 37 anni, che accusano l’artista scomparso il 25 giugno 2009 di averli molestati sessualmente quando avevano 11 e 7 anni. E ciò che Barbra Streisand ha da dire è qualcosa di diverso rispetto a ciò che è stato detto finora e che ha scatenato sui social un'ondata di indignazione, soprattutto negli Stati Uniti. L'attrice infatti afferma di credere "assolutamente" alle accuse di molestia nei confronti di Jackson al punto che per lei è stato "estremamente doloroso guardare il film", allo stesso tempo però non vuole condannare definitivamente il musicista, "i suoi bisogni sessuali erano i suoi bisogni sessuali, che derivassero da un certo tipo di infanzia o da un particolare Dna" dice.
barbra streisand
Al giornalista che le chiede se provi rabbia nei confronti di Jackson, Barbara Streisand risponde: "è un mix di sensazioni. Mi dispiace per quei bambini, mi dispiace per lui. Forse do la colpa ai genitori che hanno permesso ai loro figli di dormire con lui. Mi chiedo perché Michael avesse bisogno di vestire quei ragazzini come lui, perché li voleva nei suoi show, perché voleva che ballassero e indossassero i suoi cappelli?”. Streisand ha incontrato Michael Jackson una sola volta e l’impressione avuta in quella occasione era stata di una persona "molto dolce, quasi infantile". Nel corso dell’intervista la cantante che vanta di aver conquistato un EGOT (vale a dire di aver collezionato un premio Emmy, un Grammy, un Oscar e un Tony nel corso della carriera) ha parlato anche del movimento #MeToo definendolo "molto forte". Tuttavia è convinta che aumenti il rischio per le donne di non essere più assunte, “gli uomini ora sono spaventati di poter essere accusati”.
michael jackson, debbie rowe, paris e prince 2
BARBRA STREISAND
La cantante e attrice statunitense ha affidato all’Evening Standard il suo pensiero su “Leaving Neverland”, il documentario sulle testimonianze di James Safechuck e Wade Robson a proposito delle presunte molestie del Re del Pop delle quali i due accusano di essere rimasti vittime, trasmesso in anteprima al Sundance Festival e andato in onda anche in Italia gli scorsi 19 e 20 marzo (qui l’opinione di Rockol).
barbra streisand
All’eco mediatica di “Leaving Neverland” Barbra Streisand ha risposto spiegando come lei creda “assolutamente” a quanto esposto nel documentario da Robson e Safechuck ma come creda anche che le persone da incolpare siano i genitori dei due (all’epoca) ragazzini: “Mi sento male per i bambini. Mi sento male per Jackson. Do la colpa, direi, ai genitori che hanno permesso ai loro figli di dormire con lui”. Ma la Streisand ha anche aggiunto: “Puoi dire ‘molestati’, ma quei bambini…erano felici di essere là”. Per poi aggiungere: “Sono entrambi sposati ed entrambi hanno figli, quindi questa cosa non li ha uccisi”. Nella stessa intervista la voce di “Happy Days Are Here Again” ha commentato: “I suoi bisogni sessuali erano i suoi bisogni sessuali, provenienti da qualunque infanzia avesse avuto o qualunque DNA avesse avuto”.
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