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    CHE ROGNA IN CATALOGNA! – A CAUSA DELLA SICCITÀ DEGLI ULTIMI TRE ANNI, BARCELLONA SI RITROVA A CORTO DI ACQUA, COME ALTRI 200 COMUNI DELLA REGIONE SPAGNOLA – IL GOVERNO REGIONALE FA SCATTARE UN PIANO DI RAZIONAMENTO IDRICO PER SEI MILIONI DI PERSONE: NON PIÙ DI 200 LITRI AL GIORNO DI ACQUA PRO CAPITE E TAGLI DELL'80% AI CONSUMI AGRICOLI E DEL 50% PER GLI ALLEVAMENTI. VIETATO RIEMPIRE PISCINE, IRRIGARE CAMPI SPORTIVI E GIARDINI…


     
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    Estratto dell’articolo di Francesco Rodella per www.lastampa.it

     

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    Negli ultimi tre anni in Catalogna ha piovuto pochissimo. E ora la situazione è diventata critica, con le riserve idriche di Barcellona e altri 200 comuni circa – un'area da sei milioni di abitanti – ormai scese sotto la soglia di rischio del 16%. Il governo regionale ha decretato oggi ufficialmente la fase di emergenza per tutta questa zona: da domani la disponibilità pro-capite di acqua consentita non potrà superare i 200 litri al giorno, mentre ci saranno limiti più drastici di quelli già applicati nei mesi scorsi per agricoltura, allevamento e industria.

     

    Per il momento, si punta a evitare conseguenze dirette nelle case, ma sono già proibite (salvo eccezioni) attività come riempire piscine, irrigare campi sportivi, giardini e altre zone verdi o lavare l'auto al di fuori di punti appositamente predisposti.

     

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    «La Catalogna sta patendo il peggior episodio di siccità dell'ultimo secolo», ha spiegato in conferenza stampa il presidente catalano Pere Aragonès. «Sono più di tre anni che non piove come dovrebbe, ma durante tutto questo tempo non siamo stati fermi», ha aggiunto, ricordando che già da settembre 2021 è attivo «un piano speciale anti-siccità», con il quale sono state introdotte, progressivamente, misure volte a «prevedere e anticipare gli scenari peggiori». […]

     

    «Il nostro impegno ci ha permesso di ritardare di 15 mesi la dichiarazione di stato d'emergenza», ha detto Aragonès, che ha ricordato come in questo periodo sia aumentata «dal 15% al 55% l'acqua in arrivo nelle case proveniente da desalinizzazione o rigenerazione», e riconosciuto «gli sforzi importanti» di «cittadini e tessuto produttivo» per evitare sprechi. Ora, ha aggiunto, sarà necessario «uno sforzo extra», ma l'obiettivo è di lasciarsi alle spalle questa situazione «il prima possibile».

     

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    In quanto a restrizioni nello specifico, la nuova situazione impone tagli dell'80% ai consumi agricoli, del 50% nel caso degli allevamenti e del 25% per quanto riguarda l'industria. Mentre per quanto riguarda il consumo generale, il limite di 200 litri a persona previsto nella prima fase d'emergenza (riducibile fino a 160 se fosse necessario in seguito) dovrà esser fatto rispettare dai comuni […]

     

    Tra gli usi proibiti, si contano quello di usare acqua potabile per lavare strade o altri spazi pubblici e di destinare acqua in generale a elementi come fontane, docce sulle spiagge e piscine. Provvedimenti, questi ultimi, che finiranno per interessare particolarmente il settore turistico, già mobilitatosi da tempo per cercare soluzioni alternative: come scrive El País, si pensa ad esempio ad utilizzare in questi casi acqua di mare […]

     

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    Ora come ora, ha spiegato oggi il governo, non è in grado di prevedere fino a quando dureranno le risorse idriche esistenti. «Ma non rimarremo senza, perché ne stiamo producendo molta», ha spiegato l'assessore per l'Azione Climatica David Mascort, facendo riferimento a metodi come la desalinizzazione. In caso estremo, ha aggiunto, è comunque sul tavolo anche un'altra soluzione d'emergenza: far arrivare l'acqua da altri territori trasportandola via nave.

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