Goffredo De Marchis per “la Repubblica”
BASSOLINO
Non è ancora finita la partita delle primarie che ne ha aperta una ancora più grande sul destino del Pd. A Napoli è stato respinto il ricorso bis di Antonio Bassolino. La commissione di garanzia ha dichiarato il suo “game over”: «Non si possono conteggiare i voti inquinati», il verdetto. Ma l’ex sindaco si appresta a cominciare solo ora.
«Non se ne possono uscire così, è una presa in giro», scrive su Facebook. Ha il sapore di una dichiarazione di guerra. Messa assieme alla manifestazione di sabato scorso al Teatro Augusteo, agli appelli dei suoi sostenitori, alla possibilità di intercettare i voti dei delusi del Pd, di una parte della minoranza dem, di pezzi di sinistra, costruisce la possibilità di una lista civica di Bassolino che corre contro tutti, compreso il suo partito.
BASSOLINO VALENTE
Resta aperta la strada di un ricorso-ter stavolta alla commissione nazionale. E lunedì c’è un altro passaggio molto atteso: la direzione del partito convocata da Matteo Renzi per un chiarimento finale con gli oppositori interni. Ma le parole dell’ex sindaco di Napoli suonano come una presa d’atto: inutile provarci da dentro, meglio combattere fuori. La sfidante Valeria Valente canta vittoria: «Il risultato ora è chiaro e definitivo».
RENZI BASSOLINO BY BENNY
Il suo big sponsor Andrea Orlando avverte: «Mi auguro che prevalga una comune responsabilità adesso e che non ci siano rischi di spaccature». A Napoli, dove il sindaco uscente Luigi De Magistris è già in testa nei sondaggi, una lista alternativa al Pd lascerebbe poche chance di vittoria a Valente e qualche difficoltà anche a raggiungere il ballottaggio.
Se sia la resa dei conti con la minoranza la soluzione giusta, Renzi lascia ancora il giudizio in sospeso. Molti gli consigliano di non rompere del tutto. E il premier scrive nella sua corrispondenza ai militanti che l’appuntamento è per la direzione «e soprattutto al congresso del 2017». Un modo per spostare più avanti le lancette dello scontro.
VALERIA VALENTE
«Il dibattito interno di tutti i partiti (talvolta purtroppo anche del Pd) sembra surreale. Ai miei compagni di partito che pongono grandi problemi sulla visione strategica della sinistra, dico che ne parleremo». Ma non rimettendo in discussione la gestione delle comunali e le decisioni uscite dai gazebo, anche se contestate, anche se non sempre pulite al 100 per cento.
VALERIA VALENTE
Significa che indietro non si torna, nemmeno nel capoluogo campano. «A tutti quelli che invece criticano le primarie — continua il premier — voglio dire che le primarie sono uno strumento serio per favorire la partecipazione e aprire la classe dirigente dei partiti al rapporto con i cittadini. Certo, qualche volta si registrano casi antipatici, non è una discussione nuova». Antipatici non vuol dire inquinati, non vuol dire gravi tanto da annullare l’esito o capovolgerlo. È un messaggio per Bassolino.
ANDREA ORLANDO MATTEO RENZI
«Io ricordo che quando ho perso le primarie del 2012 molti dei miei amici volevano fare ricorso perché in intere regioni c’era la poco simpatica abitudine di bruciare schede e verbali senza la possibilità di ricontare. Allora presi il microfono e dissi la verità: che avevo perso. Punto. Può accadere di perdere. E solo chi sa perdere potrà imparare a vincere». E questo è un messaggio per la minoranza, che dopo la tre giorni di Perugia, deve decidere come affrontare la direzione.