Luigi Ippolito per il “Corriere della Sera”
university college londra
È stato detto che tutto ruota attorno al sesso: tranne il sesso, che è questione di potere. Ed è per affrontare questa insidia che lo University College London (UCL), il più importante ateneo della capitale britannica, ha messo al bando le relazioni fra docenti e allievi. Mai più sguardi complici tra cattedra e banchi, bando ai convegni d' amore tra le mura del campus: il rischio è il provvedimento disciplinare, o addirittura il licenziamento dei professori.
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La nuova policy adottata da UCL proibisce le «relazioni strette, personali e intime fra docenti e studenti quando c' è una supervisione diretta», ossia quando si tratta dei propri allievi di corso; nel caso di studenti di altri corsi, non c' è il divieto, ma bisogna dichiarare la relazione alle autorità accademiche. Sono proibiti in ogni caso i rapporti intimi con studenti minorenni o con quelli «a rischio», ad esempio se portatori di disabilità.
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Il provedimento intima ai docenti di «mantenere una appropriata distanza fisica ed emotiva dagli studenti» e di «evitare di creare amicizie speciali con gli allievi»: i contatti devono avvenire solo attraverso i canali universitari ufficiali, i docenti non devono dare il proprio numero di cellulare ai ragazzi e devono altresì astenersi da incontri al di fuori del campus.
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La manager per il «comportamento e il cambiamento culturale» dell' ateneo, Kelsey Paske, ha spiegato che il bando è stato ispirato «dalla necessità di riconoscere le posizioni di potere e gli squilibri di potere nell' ambiente universitario: e per prevenire gli abusi di potere».
«La nuova policy di UCL è la più rigorosa nel Regno Unito - ha commentato al Guardian la dottoressa Anna Bull, del Gruppo 1752, che si batte contro i comportamenti sessuali scorretti da parte dello staff universitario -. Se applicata, aiuterà a creare un ambiente di insegnamento e apprendimento più sicuro e più orientato all' eguaglianza di genere».
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Mentre il fatto che in altre università manchino policy di questo tipo significa che «non prendono seriamente i rischi associati con gli squilibri di potere fra docenti e studenti». Il mese scorso una docente dell' Università per le Arti Creative di Londra si era addirittura dimessa di fronte all' andazzo di relazioni inappropriate al suo college: «C' è una ricca storia - aveva affermato - di accademici maschi che hanno "amicizie speciali" con le studentesse».
Finora solo due college minori, quelli di Greenwich e di Roehampton, avevano adottato provedimenti simili: UCL è la prima grande università del Russell Group, la «lega» degli atenei d' élite inglesi, a essersi messa in scia dei college americani, da Harvard a Yale, che avevano già vietato le relazioni sessuali nei campus.
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Un sondaggio condotto nel 2018 dall' associazione nazionale degli studenti britannici aveva rivelato che l' 80 per cento dei giovani si sentiva a disagio all' idea di relazioni professori-studenti, descritte come «predatorie». Ma il provvedimento adottato da UCL ha lanciato una discussione fra gli allievi dell' ateneo, che è approdata anche sulle pagine di Pi Media, la rivista del college gestita dagli stessi ragazzi. E se uno studente trova che «sia una buona idea, perché c' è un intrinseco squilibrio di potere fra docenti e studenti», un altro non nasconde il suo scetticismo, affermando che la policy «viola i diritti di adulti consenzienti» e finisce per sottoporre le vite private delle persone allo scrutinio delle autorità accademiche.