Simona Bertuzzi per “Libero Quotidiano”
lorenzin e il fertility day
Adesso che per sponsorizzare il Fertility day si è presa il nostro utero e ne ha fatto un bene della collettività, e pure del vicino di casa. Adesso che ci ha sbattuto in faccia che invecchieremo come galline spennate ma se aspetteremo a far figli produrremo solo un brodo rancido. Adesso che ha detto ai ragazzi, senza futuro e senza quattrini, «andate e moltiplicatevi» in barba a qualunque velleità e a ogni briciolo di buonsenso. Adesso che il mondo intero ne invoca le dimissioni perché inadatta, ingenua, incapace, che ne sarà del ministro della salute Beatrice Lorenzin?
Il pensiero ci assilla e non è un mero capriccio di fine estate. Il declino della ministra, ammetterete, è stato inesorabile. Si aggirava nei corridoi della politica sfoggiando un caschetto biondo alla Meg Ryan e sobri colletti coreani con la disinvoltura di una ragazzina. Nel mondo plastico del centrodestra, le altre erano le bellone catapultate nell' agone politico, lei la bellina capace e onesta, con il diploma di liceo classico in tasca ma solo qualche apparizione fugace nella facoltà di giurisprudenza lasciata prematuramente per seguire la passione politica.
parodia del fertility day 8
Una giovane tesserata di Forza Italia, figlia di un impiegato Alitalia e di una delle più belle ragazze di Campi Bisenzio, vicino a Firenze, che convinceva molti, sopratutto Antonio Tajani, per freschezza e passione politica dunque il decollo fu facile.
Vent' anni di onorata carriera passati fra il consiglio comunale di Roma e il ruolo di coordinatrice azzurra del Lazio, in mezzo l' incarico nello staff di Berlusconi come capo segreteria di Bonaiuti, portavoce del Cav. Qualche volteggio tra i partiti, ma non si dica voltagabbana.
All' inizio della sua carriera politica Berlusconi era per lei il «grande uomo di stato», «energia» allo stato puro, «intuizione che precede i tempi», «primo in tutto» e naturalmente «intelligentissimo». Memorabile la puntata di Ballarò in cui dava suggerimenti a Berlusconi e lui annuiva estasiato, roba da scaldare i cuori e commuovere le menti più semplici.
ANGELUCCI LORENZIN SANITA
Bei ricordi, azzurri e lontani, spazzati via e fatti cenere quando nel 2012, in pieno febbre da loden verde e montismo Lorenzin ebbe a dire che il plastico partito di forza Italia era un' esperienza ahimè conclusa. Un anno dopo, neanche a farlo apposta, spingeva Alfano alla scissione con Berlusconi per fondare il Nuovo Centrodestra. Una «libertaria» vera secondo i più generosi. Più banalmente una tipa tenace e persuasiva, con la fortuna di essere stata sempre la pupilla di qualcuno, prima di Berlusconi, poi di Tajani, infine di Alfano (con cui però, si sussurra, i rapporti non siano più idilliaci).
Basta tecnici
Ma fin qui è noia da vecchi rotocalchi. È tutto il resto che appassiona di Beatrice. Donna ben più terrena e concreta di quanto faccia presagire il nome. È quando è diventata ministro della salute del governo Letta, con cui peraltro condivideva la passione per i think thank e l' impegno nella sua fondazione "Ve-Drò" che la vita l' ha messa alla prova e le ha confuso le idee. In ogni senso, va detto.
girolamo sirchia beatrice lorenzin francesco bove
Cento e rotti miliardi da gestire nel ministero più rognoso e delicato che possa capitare a un politico, una competenza difficile da assemblare in tempi record - anche se dicono che abbia il dono di studiare pratiche e dossier con pazienza maniacale e attenzione certosina - e la supponente convinzione di avere sulle spalle, non solo la salute, ma anche i fatti privatissimi degli italiani.
Le rimproveravano di non avere la laurea in economia o in medicina. Ma cosa vuoi che sia, con tanti tecnici durati il tempo di un sospiro. Molto meglio ministromamma che ci redarguisce e strapazza come scolaretti imbarazzati, che un medico o un avvocato col cuore di ghiaccio e la calcolatrice in mano.
È incappata nei magheggi di Vannoni e del metodo stamina, e dopo aver pasticciato con commissioni e sotto commissioni l' ha messo al bando.
beatrice lorenzin alessandro picardi
È entrata a pié pari nella polemica sulle vaccinazioni facendosi paladina della prevenzione obbligatoria. Poi è diventata madre di due gemelli Francesco e Lavinia e il mix - ruolo di governo e madre attempata come ti definisce la medicina quando procrei oltre i 36 anni - le è stato fatale. Ricorderete la crociata antifumo condotta con pervicacia e tenacia senza uguali. Mancava che si infilasse negli abitacoli delle auto e togliesse la sigaretta di bocca al conducente che fumava in presenza di bimbi e donne gravide. Roba che il buon Sirchia incanutì di un altro paio di strati e si sentì archiviato e soverchiato con quel suo blando divieto di fumo nei locali pubblici che doveva rivoluzionare il mondo.
La campagna stampa contro il vizio delle bionde non passerà agli annali della comunicazione come esempio di eleganza e bon ton ma certo resterà impressa per la simpatica faccia di Frassica che ai fumatori incalliti diceva «che sei scemo?» E tuttavia i fumatori hanno le spalle forti e un po' spavalde dei viziosi.
Perle di saggezza
MICHELA VITTORIA BRAMBILLA BEATRICE LORENZIN NUNZIA DE GIROLAMO FOTO LAPRESSE
Dunque non sarà per quello che il ministro Lorenzin passerà alla storia. Piuttosto l' aiuterà questa inutile quanto inopportuna campagna sulla fertilità delle donne. Con i suoi esperti di comunicazione, e le loro cartoline smilze, sguinzagliate nelle stanze da letto degli italiani (almeno questa era l' intenzione) a catechizzare le donne e i loro compagni sull' esigenza di copulare in fretta che è divertente e sano diventare genitori presto. Perle di saggezza, che solo Lorenzin poteva suggerire e licenziare formato spot. Li avete letti tutti in questi giorni, ma val la pena il ripasso. «La bellezza non ha età, la fertilità si».
«La fertilità è un bene comune», «genitori giovani… il modo migliore per essere creativi». Fino all' ultimo, vera chicca da soloni dell' ovvio: «La costituzione tutela la procreazione cosciente e responsabile».
LORENZIN BEATRICE
Il web le si è scagliato addosso, i commentatori si sono sbizzarriti nella classifica di quale fosse la scempiaggine più grande. Peggio dire ai ragazzi che non hanno uno straccio di lavoro che non ha senso fondare start up quando è tanto creativo far figli a manetta? O piuttosto sbattere in faccia a donne che non possono avere figli perché un destino molesto e tiranno si è preso in pegno il loro utero, che le poverette potevano pensarci prima? Peggio apostrofare quelle che la maternità non la scelgono perché non ci sono soldi, non c' è carriera, non c' è nido o semplicemente non c' è voglia di farli, o prendersela con chi non capisce che si può procreare sotto il santo nume della costituzione perché la carta tutela e protegge chi si riproduce in modo cosciente e responsabile?
Maria Elena Boschi e Lorenzin alla Camera boschi
Ma se ne frega dei fedifraghi, degli amanti e delle ragazzine che restano incinta loro malgrado, o perché qualcuno le ha violentate. Loro no, i figli non devono farli? Persino Renzi ha fatto spallucce e voltato le spalle al ministro e non era distrazione. Lorenzin, donna solida cresciuta a Ostia, mamma tardiva perché la vita è stronzetta e ce ne vuole per trovare un compagno giusto, ha abbozzato sorrisi e assicurato che ci si può sbagliare nella forma - e le cartoline verranno ritirate e sostituite - ma alla fine il problema rimane.
ALFANO LORENZIN FOTO LAPRESSE
«In Italia il 30 per cento della popolazione ha il problema dell' infertilità», ha sentenziato, e il governo ha il compito di serrare i ranghi e far moltiplicare le culle, i pesci no che quelli sono fatti nostri. Facile da ministro, con l' asilo nido del governo a disposizione e una busta paga da far impallidire il mondo, pontificare sulle scelte di noi comuni mortali che il nido non l' abbiamo dietro la porta dell' ufficio e se lavoriamo lo stipendio va tutto nella retta o nella baby sitter.
Ormone impazzito
Dovevamo aspettarcelo questo zelo procreativo. A un mese dal parto pontificava sulla fortuna di avere i gemelli e implorava «niente domande sul ministero» perché devo allattare e «non si sentano sminuite le mamme che non possono». Allo svezzamento di Francesco e Lavinia era già lì ad annunciare che «il quadro demografico è desolante e dovrebbe essere la nostra prima preoccupazione predisporre politiche per un nuovo baby boom».
Dice che vuole essere ricordata come «il ministro che ha messo in cantiere le riforme che nei prossimi dieci anni terranno insieme il sistema sanitario regionale». Ma pensiamo che lo sarà più per le gaffe, l' ingenuità e quel tantino di cocciutaggine. L' inopportunità è lampante e le obiezioni fin tropo ovvie.
LORENZIN E QUAGLIARIELLO MANGIANO IL GELATO FOTO LAPRESSE
Spiace dare ragione ai Saviano di turno ma la campagna è stata offensiva e antiquata. Ha calpestato l' intimo e gli affetti, ha reso la fertilità un affare di pubblica piazza e generato in chiunque il sospetto che l' essere madre le abbia un po' appannato le idee. Che il travaglio personale sia stato reso travaglio generale. Ma non si usa la maternità come criterio di discernimento e azione di governo.
Si può dire alle amiche più care «fate i figli presto che l' età avanza» ma non a un consiglio dei ministri. O legittimeremo il prossimo ministro ciellino a imporci per decreto «otto figli cadauno e guai a chi sgarra». E quel che peggio finiremo per dare man forte ai maschi misogini e un po' tromboni che a ogni soffio di vento e a ogni parola di troppo ci rimproverano l' ormone impazzito.
Beatrice Lorenzin e Gabriella Giammanco
«Poveretta, è solo una mamma». Abbiamo letto che il ministro è a caccia di bomboniere per l' imminente matrimonio con il direttore delle relazioni istituzionali della Rai Alessandro Picardi. Si prenda un congedo bello lungo o dovremo convolare a nozze tutti.