Massimiliano Coccia per “la Repubblica”
MONSIGNOR ANGELO BECCIU
In queste ore le testimonianze di monsignor Alberto Perlasca, assistente dell' allora cardinale Angelo Becciu all' interno della Segreteria di Stato, davanti ai promotori di giustizia vaticani, aprono scenari inediti. La creazione di un sistema economico parallelo serviva a Becciu anche per gestire il potere, creare dossier per screditare rivali, funzionari o uomini vicini a Papa Francesco che avrebbero potuto interrompere i piani dell' allora Sostituto alla segreteria.
Dalle rivelazioni di Perlasca si è arrivati a individuare una serie di bonifici che il cardinale di Pattada avrebbe indirizzato in Australia, nello stato di Victoria, per finanziare sia i testimoni contro il grande rivale, il cardinale George Pell, sia per far montare la campagna mediatica per chiederne la condanna.
ALBERTO PERLASCA
Uno schema che nasce da lontano e che è stato, secondo le rivelazioni, preparato con l' ausilio di una rete di supporto in Australia che si incrocerebbe con alcune persone vicine a ordini religiosi e associazioni contro la pedofilia. L' avversione tra Becciu e Pell è antica, ma l' episodio cardine non è quello riferito dallo stesso ex sostituto della Segreteria di Stato nella conferenza stampa dopo le dimissioni, quando raccontò di quella volta che «davanti al Papa, lui mi disse: lei è un disonesto. E lì ho perso la pazienza, e gliel' ho gridato: non si permetta di dire queste cose».
Giovanni Angelo Becciu
Va ancora più indietro. Risale al momento in cui Pell comprende, tra i primi, quale sia il meccanismo che regola i fondi della Segreteria di Stato, quel "metodo Becciu" che L'Espresso ha ricostruito in queste settimane; quando decide di segnalare all' anticorruzione quel sistema fatto di cartolarizzazioni, fondi, consulenze, percentuali fuori mercato, fiumi di soldi ed enormi giri finanziari.
Il pericolo per la tenuta del sistema Becciu è evidente. Da qui, la necessità di sbarazzarsi dell' ingombrante presenza del cardinale australiano. Per strutturare il piano, Becciu si sarebbe avvalso di una persona di fiducia, legata a doppio filo a una importante dinastia romana, che conosceva bene il territorio australiano avvalendosi di una rete religiosa ed economica di supporto.
ALBERTO PERLASCA
Il piano punta sulla pedofilia. Le vittime vengono individuate tra gli ex studenti del Saint Patrick College di Ballarat e tra l' omonima cattedrale di Melbourne, un luogo dove Pell gestiva molteplici attività con i ragazzi tra cui il coro. Tre sono gli uomini che hanno accusato il cardinale Pell: due di origine irlandese e un terzo di origine italiana. Quest'ultimo, deceduto per overdose a 31 anni, non ha mai potuto testimoniare in tribunale contro di lui.
Secondo alcuni abitanti di Ballarat, che abbiamo ascoltato via Skype, l' uomo avrebbe in punto di morte più volte negato il coinvolgimento di Pell ammettendo che fu pagato molto bene per accusare il cardinale. Secondo quanto raccolto dagli abitanti, l' uomo parlava di un italiano che aveva vissuto a lungo in Australia che lo aveva arruolato e spesso ripeteva che i soldi ricevuti gli sarebbero serviti per disintossicarsi. Al processo, cui non partecipò mai, testimoniò il padre che confermò le violenze subite.
GEORGE PELL
La creazione del dossier su Pell fu di facile realizzazione: sia per l' ampia capacità di liquidità di cui il l' ex Sostituto della segreteria di Stato disponeva, come testimonia il suo conto Ior, sia per lo scarso appeal che Pell aveva nella curia romana. Al vaglio delle autorità vaticane ci sarebbero anche altri movimenti bancari che riguarderebbero la contropartita che il cardinale Becciu avrebbe girato ai basisti di questa operazione.
Nella serata di ieri, per mezzo del suo avvocato, ha smentito «in modo categorico qualunque interferenza nel processo nei confronti del cardinale Pell».
GEORGE PELL PAPA FRANCESCO BERGOGLIO
Ma c'è altro che si muove. Secondo quanto si apprende dal Bollettino ufficiale della Santa Sede, il 24 settembre Papa Francesco ha incontrato Salvatore De Giorgi, cardinale e arcivescovo emerito di Palermo. Al centro dell' incontro ci sarebbe, su indicazione delle autorità vaticane, la volontà di riprendere il lavoro della prima Vatileaks, alla quale De Giorgi lavorò come membro della commissione d'inchiesta in cui c'erano i cardinali Jozef Tomko e Julián Herranz Casado.
angelo becciu papa francesco 1
Quel lavoro fu consegnato da Benedetto a Francesco e potrebbe costituire l' ingranaggio per creare una sorta di maxiprocesso in cui vecchi e nuovi metodi potrebbero unirsi per superare definitivamente certe modalità operative e dare lo slancio definitivo alla riforma delle finanze vaticane. Sullo sfondo rimangono numerosi appuntamenti nell' agenda vaticana, tra cui quello più delicato previsto per novembre: il Conclave del Sovrano Ordine di Malta che avrebbe dovuto seguire proprio il cardinale Becciu, il quale formalmente rimane il delegato di Francesco.