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    BECCATEVI BECHIS - TITTI BRUNETTA CHATTAVA SENZA SOSTA CON I GRILLINI QUANDO ERA LA 25ENNE BEATRICE DI MAIO - CICCHITTO: HO SALVATO IO LE NOZZE TRA RENATO E TITTI - GIORGIO GORI A RENZI: SFILIAMO LA GUERRA AL GIOCO D'AZZARDO AL M5S - RISTABILITÀ LA VERITÀ SUL MINISTRO ORLANDO E IL SUO ADORATO RISTORANTE LIGURE


     
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    Franco Bechis per ''Libero Quotidiano''

     

     

    BEATRICE-TITTI E LE LUNGHE CHAT CON I GRILLINI

     

    renato brunetta con la moglie titti renato brunetta con la moglie titti

    L' attività pubblica è ormai venuta alla luce dopo l' incredibile confessione: Beatrice di Maio, l' account twitter querelato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Luca Lotti e immaginato come la punta di diamante della spectre di Beppe Grillo e della Casaleggio & associati, era in realtà la moglie di Renato Brunetta, Tommasa Giovannoni Ottaviani detta Titti. Ma in tutti questi mesi di doppia identità non c' è stata solo l' attività pubblica.

     

    Con il suo reale numero di telefono lei ha colloquiato a lungo con militanti del Movimento 5 stelle, e ha partecipato a discussioni private e anche a gruppi di discussione di grillini su whatsapp. Nessuno le ha mai chiesto davvero chi fosse, per rispetto alla sua privacy, e molti hanno creduto all' identikit che lei stessa aveva fornito. Si descriveva come una ragazza di 25 anni, una nerd un po' in difficoltà con gli studi e con la famiglia, che la rimproverava di non dare gli esami universitari per questa manìa di stare tutto il giorno sul web.

    beatrice di maio foto modificata beatrice di maio foto modificata

     

    A un' amica militante più avanti negli anni aveva confidato di «appartenere a una famiglia romana bene di destra che ospitava di tanto in tanto a pranzo Silvio Berlusconi». A un gruppo whatsapp chiuso con altri militanti svelava quello «che origliava in famiglia» sui progetti del centrodestra. A sentire uno di quei militanti, un giorno aveva confidato, prima che la notizia fosse ufficiale, di «avere organizzato un piano per candidare Guido Bertolaso, affinché la destra non si unisse contro Virginia Raggi». Beatrice-Titti stessa aveva creato un gruppo a cui avevano aderito 50 attivisti grillini e lì, oltre a parlare di politica, raccontava qualcosa di più personale.

     

    RENATO BRUNETTA E MOGLIE TITTI RENATO BRUNETTA E MOGLIE TITTI

    Sosteneva di avere litigato anche con il suo ragazzo per questa sua attività. Diceva di non potere rivelare la propria identità per non mettere nei guai la propria famiglia famosa. Su quel gruppo di prima mattina le davano il buongiorno, e ogni sera la buonanotte e lei ne gioiva. Un giorno un assistente di un parlamentare del M5s si disse sicuro di averla riconosciuta, e le fece un complimento fisico al fondoschiena che non fu respinto con indignazione.

     

    beatrice di maio beatrice di maio

    Anzi, non deve esserle dispiaciuto perché poi Bea ha inviato quello screenshot alla cerchia più stretta degli altri amici grillini. Riceveva complimenti, e ne restituiva. In qualche colloquio non mancavano apprezzamenti e stroncature non proprio lievi alla mascolinità di qualche personaggio pubblico. Nonostante questa seconda vita vissuta per lunghi mesi, quasi nessuno dei partecipanti a quei gruppi dopo avere saputo la sua vera identità, oggi si sente tradito da lei. C' è chi le è restato affezionato nonostante tutto, e chi pure fregato le fa i complimenti per una «trollata da premio Oscar».

     

    Insomma, si apprezza la qualità della grande beffa e la così lunga recitazione o si ritiene comunque che Bea-Titti fosse sincera e reale, costretta alla clandestinità solo per ragioni di famiglia...

     

     

    QUELLA CONFIDENZA DI CICCHITTO SU BRUNETTA E TITTI

     

    Il giorno in cui è esploso il caso Beatrice Di Maio-Titti Brunetta, Fabrizio Cicchitto, ex capogruppo di Forza Italia e ora nel Ncd, ne parlava in Transatlantico con alcuni colleghi, difendendo la coppia azzurra. Per forza, lui è stato il loro testimone di nozze. E ai colleghi svela anche un piccolo episodio: «In qualche modo ho salvato il loro matrimonio». Come? Semplice: gli sposi dovevano celebrare la loro unione in quel di Ravello, un incantevole paesino arroccato sulla Costiera Amalfitana. Le nozze in Comune, davanti a un ufficiale di stato civile. Però Brunetta pochi giorni prima aveva fatto arrabbiare con uno scontro diretto in un convegno quasi tutti i precari d' Italia.

    CICCHITTO BRUNETTA ROMANI CICCHITTO BRUNETTA ROMANI

     

    Quelli si sono dati appuntamento a Ravello per fare saltare il matrimonio. Intanto un altro gruppo di antagonisti ebbe la stessa identica idea. Il paesino con la terrazza che dominava la costiera era dunque sotto assedio. Cicchitto spiega ai colleghi: «Quando sono arrivato ho capito dalla gente di Ravello che Renato lì era amatissimo.

     

    Ma le truppe che stavano convenendo lì erano assai minacciose. C' era anche la polizia, ma aveva fatto sapere che avrebbe difeso con grande difficoltà quella celebrazione in Comune, proprio per l' urbanistica di Ravello. Mi sono spaventato, e ho detto a Renato che lì rischiavamo di farci ammazzare tutti. Lui ha fatto spallucce, dicendomi spavaldo che potevano pure fare...».

     

    Ecco, la risposta non deve avere tranquillizzato troppo il povero Cicchitto, che ha provato con più successo a mettere in allarme la sposa. E Titti deve averci pensato, perché a sera mentre tutti erano a cena, sul cellulare del testimone è arrivato un sms: «Fra dieci minuti tutti qui, che si celebra il matrimonio».

     

    cnc12 fabrizio cicchitto renato brunetta cnc12 fabrizio cicchitto renato brunetta

    Una unione carbonara e improvvisa, per fregare i manifestanti. In una sorta di grotta senza luce: «Per leggere il rito», sorride Cicchitto, «dovemmo usare come luce lo schermo dei telefonini. E a celebrare era un ex vicesindaco del paese. Tutto in frettissima, e chissà se abbiamo firmato negli spazi giusti e se quel matrimonio è davvero valido...». Fermi tutti: è una battuta...

     

     

    GORI TENTA RENZI "SFILIAMO AI GRILLINI IL GIOCO D' AZZARDO"

     

    Per l' ultima settimana di campagna referendaria Giorgio Gori, sindaco di Bergamo e icona del renzismo che si è tuffata anima e core nella campagna referendaria, sta cercando di avere con sé il presidente del Consiglio, Matteo Renzi per cercare di mettere in difficoltà il Movimento 5 stelle. Sul referendum? Macché. Giorgio Gori, che è uomo di comunicazione, sa bene che un dibattito sui contenuti attira sì e no quattro fissati della materia e che gran parte della gente gira alla larga.

     

    GORI E RENZI GORI E RENZI

    A un amico dello staff di Renzi Gori ha invece spiegato: «Sto cercando di fare venire con me Matteo a parlare contro il gioco d' azzardo. È un tema popolarissimo, funziona, e abbiamo bisogno di sfilarlo ai grillini, perché è sempre stato loro». L' interlocutore ha ribattuto: «Ottimo, ma non abbiamo appena messo nella legge di bilancio delle norme su quella materia?». E Gori, aggrottando le ciglia: «Già, ma è davvero poco e così non funziona. Sto proprio andando dal sottosegretario all' Economia, Pier Paolo Baretta, per vedere se ci sono margini di cambiamento...».

     

     

    IL GUARDASIGILLI E IL CASO DEL RISTORANTE LIGURE

     

    La scorsa settimana negli Spifferi abbiamo raccontato del ministro della giustizia Andrea Orlando in cerca di un pasto caldo, riferendo di come avesse paralizzato il traffico del centro fermato dalla sua scorta mentre lui andava in esplorazione di un localino, Non solo pasta-specialità liguri, da cui poco dopo è uscito, probabilmente non avendo trovato il cibo che cercava (infatti il ministro e la scorta hanno proseguito il viaggio fermandolo poi in un altro locale vicino al Senato).

     

    andrea orlando andrea orlando

    Bene, quel breve racconto che veniva da testimonianza diretta (chi scrive era in auto bloccato dietro di lui), non è stato preso bene da nessuno dei protagonisti. La ristoratrice ligure ha fatto una telefonata di fuoco: «Non potete scrivere che da noi si mangia male! Prima venite e assaggiate un nostro piatto». E in effetti nessuno aveva scritto questo.

     

    Ma la signora era davvero infuriata: «Orlando viene spesso qui a mangiare e si trova benissimo, ci fa sempre i complimenti. È un habitué perché abita proprio qui vicino. E comunque voi giornalisti non provate a toccarcelo, perché è uno dei pochi politici per bene che si vedono in giro!».

     

    Come non bastasse la ristoratrice, anche il ministro vuole dare la sua versione su quel viaggetto gastronomico: «Non ricordo bene, ma di sicuro non sono entrato quel giorno in quel locale. Lì vicino c' è casa mia, e devo essere sceso per dire qualcosa molto rapido. Da Non solo pasta si mangia davvero benissimo e vado tante volte. Però non mi porta grande fortuna.

    Andrea Orlando Andrea Orlando

     

    Un giorno che ero lì a pranzo parlavo con un amico ligure delle difficoltà che c' erano al confine di Ventimiglia per il blocco immigrati fatto dalla polizia francese. Deve essermi scappata una battuta sui francesi. Non mi ero accorto che nel tavolo a fianco c' era un giornalista del Tempo che ha sentito, e il giorno dopo mi sono trovato in prima pagina con il presunto insulto ai francesi che mi ha creato più di un problema...».

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