Zingaretti Renzi
Maurizio Belpietro per “la Verità”
Giuseppe Conte è pronto al triplo salto mortale. Sì, il presidente del Consiglio intende succedere a sé stesso con il suo terzo governo in meno di tre anni. Come ai tempi della prima Repubblica, gli esecutivi hanno durate brevi, ma pur di evitare le elezioni le maggioranze nel frattempo diventate minoranze sono disposte a tutto, anche alle capriole. Naturalmente, non è detto che all'avvocato di Volturara Appula riesca il gioco di rimanere a Palazzo Chigi.
renzi mattarella
Ma è certo che, superato lo stupore per la mossa di Matteo Renzi e l' attacco feroce indirizzato alla sua persona, Conte si stia dando da fare per restare attaccato alla poltrona. Il segnale che il premier per caso non aveva nessuna intenzione di gettare la spugna e di presentarsi dimissionario al Colle, lo si è avuto ieri pomeriggio, quando il capo del governo si è incontrato brevemente con Sergio Mattarella. Qualcuno ha immaginato che la visita al Quirinale servisse per comunicare ufficialmente di non avere più una maggioranza e predisporre i necessari passaggi parlamentari.
Invece, al capo dello Stato Conte è andato a dire che assume lui la delega di responsabile dell' Agricoltura lasciata libera da Teresa Bellanova. Quanto a quella di Elena Bonetti, ministro della famiglia, non c' è bisogno di nessun trasferimento di competenze, visto che l' incarico era talmente evanescente da non aver lasciato traccia nel corso dell' ultimo anno e mezzo.
boschi renzi
In pratica, invece di preparare le valigie, il presidente del Consiglio si prepara a resistere, e se Mattarella ha invitato tutti i protagonisti della crisi a fare presto, per garantire stabilità al Paese, Conte si sta attrezzando per prendersela comoda, perché è convinto che il tempo giochi a suo favore. Il premier pensa infatti che più i giorni passano e più potrebbe venir meno la baldanza con cui i seguaci di Renzi hanno detto addio al Conte bis.
renzi zingaretti
Fino all' ultimo, il fondatore di Italia viva aveva raccontato ai suoi che faceva un braccio di ferro per ottenere di più, ma alla fine non avrebbe mai rotto. Ancora mezz' ora prima di annunciare le dimissioni delle ministre, Renzi rispondeva ai messaggi preoccupati degli italomoribondi con frasi tranquillizzanti. Dunque, quando poi ha scagliato la bomba, attaccando a testa bassa il premier, fra gli onorevoli in bilico tra maggioranza ed elezioni si è sparso il panico. Ecco, è su quello che spera Conte allungando i tempi.
Ovvero che qualcuno, terrorizzato dal voto, faccia marcia indietro. Del resto, c' è un pezzo di Pd che una fine anticipata della legislatura non la vede poi come il fumo negli occhi. Più di Conte, Salvini e Di Maio infatti odiano Renzi. Come quelle coppie che scoppiano, c' è chi è disposto a tutto pur di vederlo morto (politicamente, ovvio). E dunque fantasticano di elezioni, con Zingaretti a rifare le liste emendandole dai renziani e piazzando i suoi.
conte zingaretti
È vero che con la riforma del numero dei parlamentari, molti sarebbero costretti a cercarsi un lavoro, ma a conti fatti la pattuglia di zingarettiani verrebbe eletta senza troppe difficoltà. Tradotto, un pezzo di Pd sogna la resa dei conti con gli ex compagni, pronto anche all' opposizione pur di levarsi una volta per sempre la spina nel fianco dell' ex segretario. Sparando contro Conte, forse Renzi pensava di fare il lavoro sporco per conto del Pd e per questo, durante la conferenza stampa, avrebbe detto di aver fatto ciò che altri non avevano il coraggio di fare. Ma potrebbe anche essere che qualcuno, per una volta, la mossa del cavallo l' abbia fatta con lui.
Il tempo naturalmente dirà chi ha ragione, se davvero dentro il Pd c' è chi preme per le elezioni. Una cosa però appare certa ed è che le reazioni contro chi ha aperto la crisi sono state più pesanti del previsto, sia da parte della sinistra di lotta e di governo che da parte delle Stelle cadenti. All' improvviso, è sembrato di vedere il partito unico contro Renzi. Molto probabilmente lo schieramento serve a spaventare gli italomorenti, per indurli a lasciare il loro leader e a entrare in un gruppo che, per evitare di evocare i Responsabili di Scilipoti che andarono in soccorso di Silvio Berlusconi, è stato denominato dei Costruttori.
zingaretti renzi
Basterà un pugno di senatori pronti all'andata e ritorno nella maggioranza a evitare la caduta di Conte? Nessuno al momento sa dirlo e, conoscendo Renzi, nessuno può escludere che, con le spalle al muro, magari si inventi l' ennesima piroetta. Il senatore semplice di Scandicci è noto per giurare una cosa e farne un' altra. Dunque, la crisi più pazza del mondo (leggere i giornali stranieri per credere) può finire in qualsiasi modo.
Con un Conte ter, con Renzi che ritorna all' ovile, con le elezioni e perfino con un governo di transizione (sì, ma verso dove?). Per dirla con parole dello stesso Renzi, se non ci fosse di mezzo il Paese, 80.000 morti e migliaia di persone che rischiano di perdere tutto se già non lo hanno perso, ci sarebbe da accomodarsi in poltrona e mangiare pop corn. Lo spettacolo infatti sarebbe assicurato.