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    ARCURI NON SI COMANDA - BELPIETRO: “MA SE DOMENICO ARCURI SI È FATTO SOFFIARE SOTTO IL NASO 63,5 MILIONI, PERCHÉ CONTE, DOPO TUTTI I DISASTRI, GLI VUOLE AFFIDARE ANCHE LA DISTRIBUZIONE DEI VACCINI? PER OTTENERE UNA RISPOSTA SERVIREBBE CHE LE CONFERENZE STAMPA FOSSERO VERE E NON FINTE, ORGANIZZATE DALL'UFFICIO STAMPA DI PALAZZO CHIGI PER INTERROGATIVI SENZA REPLICHE….”


     
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    Maurizio Belpietro per “la Verità”

     

    DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE DOMENICO ARCURI GIUSEPPE CONTE

    Per settimane ci hanno rotto le tasche, e anche qualcos' altro, con la storia dei camici di Attilio Fontana. La Regione Lombardia da quell'operazione non ci ha rimesso un euro, anzi ne ha guadagnati, perché alla fine, a causa di un presunto conflitto d'interessi tra il fornitore e il presidente, ha ottenuto gratis decine di migliaia di indumenti per medici e infermieri.

     

    Gli stessi giornali che si sono così insistentemente appassionati alla fornitura effettuata dall'azienda di proprietà del cognato del governatore, invece, non riescono a trovare avvincente la questione del miliardo speso dallo Stato in mascherine. Una montagna di denaro che non sarebbe finita interamente nelle tasche del produttore cinese, ma sarebbe stata dirottata anche in altre interamente italiane.

     

    maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (1) maurizio belpietro sulla terrazza dell atlante star hotel (1)

    Così, con poco sforzo, alcuni intermediari avrebbero incassato in un sol colpo 63,5 milioni di euro: un'enormità. Lasciamo perdere i risvolti politici, i nomi dei personaggi coinvolti e la scarsa chiarezza attorno all'intera vicenda. Concentriamoci per un momento solo su due cifre: 63,5 milioni di guadagno in poche settimane e quasi 60 mila morti di Covid in pochi mesi.

    mario benotti (ri)costruzione mario benotti (ri)costruzione

     

    Già questo confronto - oltre 1.000 euro incassato a fronte di ogni decesso - imporrebbe a chiunque di accendere un faro su una incredibile e cinica speculazione messa in atto sulla pelle degli italiani. E invece no, i giornaloni si distraggono dando retta alle chiacchiere di Giuseppe Conte e si interessano di Mes e di altre faccende su Franceschini, il Quirinale e così via. Ma di affacciare in prima pagina la questione della fornitura di mascherine per un valore di oltre un miliardo, con annesso guadagno di milioni per una serie di prestanome, non se la sentono. Eppure, la storia scoperchiata dalla Verità ha prodotto anche un'indagine della magistratura, che l'altroieri ha disposto alcune perquisizioni e indagato una serie di persone.

    DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO

     

    Come sanno i lettori del nostro quotidiano, ma non quelli di altri, tutto nasce da una segnalazione dell'ufficio anti riciclaggio che ha registrato in pochi giorni l'accredito di milioni su alcuni conti correnti. Che all'indirizzo Iban di una società con un fatturato di poche decine di migliaia di euro affluissero all'improvviso 12 milioni, e per di più dall'estero, non poteva non attirare l'attenzione. Così come non poteva non destare sospetti l'arrivo di un'altra sessantina di milioni sul conto di una società che fino al giorno prima ne movimentava in un anno uno o due.

     

    domenico arcuri domenico arcuri

    Gli esperti che sorvegliano i flussi di denaro a caccia di evasori e imbroglioni, devono aver drizzato subito le antenne, perché non succede tutti i giorni che degli sconosciuti si vedano accreditare simili cifre. E così ecco spuntare due oscuri personaggi, un giornalista Rai in aspettativa e un amico imprenditore, i quali avrebbero ottenuto di essere ricoperti d'oro per aver «intermediato» una fornitura di mascherine quando queste erano introvabili. In pratica il cronista, ben addentro ai giri prodiani, avrebbe messo da parte le cronache per dedicarsi agli affari.

    DOMENICO ARCURI 1 DOMENICO ARCURI 1

     

    E ricordandosi di avere tra le sue conoscenze un certo numero di persone nell'ambiente dei boiardi di Stato, avrebbe bussato alla porta di Domenico Arcuri, da poco nominato super commissario all'emergenza Covid. Come dice la massima, chi trova un amico trova un tesoro e il giornalista prodiano, infatti, in un amen ha vinto alla lotteria, anzi più che alla lotteria, perché il premio di Capodanno si ferma a 5 milioni, mentre quello incassato dai fortunati intermediari è di oltre 12 volte superiore.

     

    daniele guidi 1 daniele guidi 1

    I soldi si sarebbero dispersi rapidamente in mille rivoli, con l'arrivo sulla scena di una serie di improbabili prestanome. Una ragazza straniera di 22 anni senza arte né parte, un extracomunitario titolare di una società specializzata in succhi di frutta, eccetera. Tutto ciò naturalmente all'insaputa del commissario alle emergenze, il quale emerge solo nell'inchiesta come persona disinformata dei fatti. Lui c'era mentre il gruppetto faceva affari con le mascherine e con la salute degli italiani, ma non si è accorto di nulla.

     

    mascherine mascherine

    È responsabile degli appalti di banchi, dispositivi di sicurezza, siringhe e quant' altro, ma non si è accorto di nulla. Preso com' è tra mille incarichi - Invitalia, Ilva, tamponi e tamponati - sarebbe stato raggirato. Non si sarebbe accorto della maxi commissione incassata da un gruppetto di persone non proprio specializzate nell'importazione di prodotti medici. Del resto, nell'ora più buia della storia italiana (le parole le ho prese a prestito da Giuseppe Conte, il quale le ha copiate da Winston Churchill quando l'Inghilterra era aggredita dai tedeschi, mica dal Covid), era difficile far luce e capire chi incassa che cosa e perché.

     

    Arcuri Conte Arcuri Conte

    Il problema è che se allora i contorni dell'operazione miliardaria erano oscuri lo sono anche ora, in quanto politica e stampa si guardano bene dall'illuminare la faccenda, preferendo parlare d'altro. Per quanto ci riguarda, nonostante l'imbarazzante silenzio, continueremo a occuparcene. Soprattutto continueremo a porci una domanda: ma se Domenico Arcuri si è fatto soffiare sotto il naso 63,5 milioni, perché Conte, dopo tutti i disastri, gli vuole affidare anche la distribuzione dei vaccini? Per ottenere una risposta servirebbe che le conferenze stampa fossero vere e non finte, organizzate dall'ufficio stampa di Palazzo Chigi per interrogativi senza repliche.

     

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