benvenuto cellini

CAFONALINO – BENVENUTO, CELLINI, ALL’OPERA DI ROMA! - INNUMEREVOLI ENTUSIASTICHE OVAZIONI ACCOLGONO IL RITORNO SUL PALCO DEL COSTANZI DEL CAPOLAVORO DI HECTOR BERLIOZ, CARROZZATO DALLA REGIA IMMAGINIFICA DI TERRY GILLIAM, GENIO VISIONARIO DEI MONTY PYTHON

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Luciano Di Bacco per Dagospia

 

Anna Cerefolini per Dagospia

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Innumerevoli entusiastiche ovazioni accolgono il ritorno all'Opera di Roma - a ventun anni dall'unica rappresentazione in scena al Costanzi, stagione 1994/1995, con la regia di Gigi Proietti - di ‘Benvenuto Cellini’, capolavoro di Hector Berlioz, carrozzato dalla regia immaginifica di Terry Gilliam, genio visionario e multiplex dei Monty Python (autore-animatore dei cartoni surreali che inframezzavano il celebre spettacolo Monty Python's Flying Circus)

 

L'ambientazione è quella di una Roma rinascimentale, intorno al 1530, e Terry Gilliam sembra ricordare le parole della Yourcenar nel saggio “La mente nera di Piranesi”: “Molti pittori di genio sono stati anche architetti, pochissimi hanno pensato unicamente in termini di architettura nella loro produzione dipinta, disegnata o incisa”.

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valerio mastandreavalerio mastandrea

Il regista attraverso la rielaborazione delle Carceri del Piranesi, dipinge un luogo capovolto dal tempo del Carnevale, dal lunedì grasso al mercoledì delle ceneri, in cui la vita degli artisti maledetti, del Papa, mecenate e tiranno, dei cardinali, della nobiltà, dei popolani, del boia e il suo patibolo, dei saltimbanchi e giocolieri di picassiana memoria, si mescola e nutre il più sublime dei grandi tormenti umani, l'amore.

 

GILLIAMGILLIAM

Così l'overture di undici minuti viene scossa sin da subito da anime carnevalesche che attraversano la platea, e lo sguardo dello spettatore si catapulta verso il palcoscenico che il Cellini - scultore attaccabrighe per natura malinconico, donnaiolo, accusato più volte di sodomia e difensore di Clemente VII durante il sacco di Roma del 1527 - condivide con il travaglio della sua fatica più insopportabile: "E finito che io ebbi di cavar la cera, io feci una manica intorno al mio Perseo, cioè alla detta forma, di mattoni, tessendo l'uno sopra l'altro, e lasciavo di molti spazi, dove 'l fuoco potessi meglio esalare" la fusione in bronzo del Perseo - opera commissionata nella realtà dal duca Cosimo I dei Medici - che cela nella nuca l'autoritratto dell'artista.

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L'opera in due atti di Hector Berlioz composta tra il 1834 e il 1838 come una “opéra-comique”, e sottoposta a innumerevoli mutamenti, sino all’esecuzione diretta a Weimar nel 1852 da Liszt, su libretto di Léon de Wailly e Henri Auguste Barbier, autori anch'essi di una mescolanza meravigliosa in cui il reale storico e l'immaginifico si fondono, raggiunge vette che travolgono l'ascoltatore.

 

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Prodotta in coproduzione con l'English National Opera di Londra e l'Opera di Amsterdam, diretta da Roberto Abbado, con le mirabili interpretazioni di Varduhi Abrahamyan nel ruolo di Ascanio - operaio di fiducia dell’artista e anche protagonista di un romanzo omonimo di Dumas -, John Osborn nel ruolo di Cellini e la sublime voce di Mariangela Sicilia interprete credibilissima della fanciulla Teresa protagonista dell'intrigo amoroso con lo scultore, segna ancora una volta il percorso impeccabile intrapreso dall'Opera di Roma.

innocenzo cipolletta la moglie anna  sabrina florio e federica tittarelli cerasiinnocenzo cipolletta la moglie anna sabrina florio e federica tittarelli cerasigiuliano ferraragiuliano ferrara