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    CONSIGLI PER JOHN ELKANN - INVECE DI MANDARE VIA I GIORNALISTA DA “LA STAMPA” PUO’ TRASFORMARLI IN GUIDE TURISTICHE, COME HA FATTO URBANO CAIRO AL “CORRIERE” - LEGGERE E CONSERVARE L’ARTICOLO DI OGGI: “È UN PO' COME TORNARE RAGAZZI. CON IRONIA AGRODOLCE, MOLTO D'OLTREMANICA, BEPPE SEVERGNINI OSSERVA IL PUNTO IN COMUNE TRA UN VIAGGIO A LONDRA OGGI E LA SUA PRIMA VACANZA-STUDIO NEL 1972…”


     
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    beppe severgnini beppe severgnini

    Alessandro Cannavò per il “Corriere della Sera”

     

    È un po' come tornare ragazzi. Con ironia agrodolce, molto d'oltremanica, Beppe Severgnini osserva il punto in comune tra un viaggio a Londra oggi e la sua prima vacanza-studio nel 1972. «In un caso o nell' altro, la Gran Bretagna era fuori dall' Ue».

     

    La popolare firma del Corriere , il giornalista che più di ogni altro si è «infiltrato» nello spirito britannico (il suo libro «Inglesi», che compie 30 anni, ha avuto oltre 50 edizioni e resta un classico), sarà il «valore aggiunto» del viaggio organizzato da Corriere , Living e Abitare in collaborazione con Urban Creative City-Break, in programma dal 25 al 28 marzo. Negli anni 80 Severgnini è stato corrispondente a Londra per Il Giornale di Montanelli, poi ha lavorato per The Economist, la Bbc, Channel 4.

     

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    Nella capitale britannica ha organizzato la prima e l'ultima Pizza Italians con i lettori del più antico forum del Corriere dedicato agli italiani che vivono all'estero. Ha ricevuto persino il titolo di Officer of the British Empire dalla regina Elisabetta. Negli ultimi 35 anni ha raccontato gli straordinari cambiamenti di una metropoli che, a dispetto dei riti e delle tradizioni, ha accelerato il suo ruolo di volano della modernità. E dunque ora è pronto a unirsi ai nostri lettori alla scoperta dell'industria creativa di Londra.

     

    Perché è questo il taglio innovativo del viaggio che avrà come anima e guida Luca Ballarini, creative director dello studio di comunicazione Bellissimo ed esperto di città che si trasformano: un' esplorazione nel design, l'architettura, l'urbanistica, ma anche nell' editoria, la grafica, la pubblicità. Quei mondi con i quali molti professionisti italiani hanno relazioni lavorative in uno scenario sempre più interconnesso. Ma che sono anche il contenuto di un modo alternativo di viaggiare e capire le identità metropolitane.

     

    beppe severgnini beppe severgnini

    Dieci gli incontri con alcuni dei protagonisti dell' humus creativo e produttivo londinese. Ecco Amanda Levete (premio Stirling per l' architettura, autrice dell' ampliamento del Victoria and Albert Museum) che ci riceve nel suo open space a Caledonian Road; o i soci di Zaha Hadid per un talk nello studio situato in un edificio vittoriano, una sorta di legge del contrappasso per la grande progettista del decostruttivismo, scomparsa nel 2016.

    Incontreremo personaggi come Tom Dixon (nel quartiere riqualificato di King' s Cross), star del design, dagli arredi alla progettazione di interni; o Charlie Peel, direttore del London Design Festival; andremo alla scoperta di quartieri «storici» come il Barbican, in stile brutalista anni 70, ed emergenti come il Greenwich Peninsula, in compagnia del collettivo di art design Tomato.

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    Ci aspettano nella redazione di Monocle , rivista-culto del lifestyle, e saremo protagonisti di una performance on the road con il graphic designer Simon Brown. Scopriremo le sfide edilizie di Jacobs, azienda all' avanguardia nelle infrastrutture, e quelle ecologiste di Charlie Peel di Urban Good che vuole trasformare Londra nel primo parco nazionale cittadino: la sostenibilità ambientale non conosce frontiere. Neppure quelle, appena erette, della Brexit.

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