Paolo Valentino per www.corriere.it
Sono bastate due feste in famiglia e l’escursione post party di alcuni gruppi di invitati in un shisha bar, per accendere un focolaio di infezione che ora le autorità tedesche faticano a contenere. È successo più di una settimana fa a Gottinga, celebre città universitaria in Bassa Sassonia, dove 36 persone risultano positive al Covid-19 (una è in condizioni molto gravi) e 310 sono state messe in quarantena per essere state in contatti ravvicinati con loro.
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Il numero delle persone a rischio è tuttavia molto più alto e per questo prosegue il lavoro di “tracciamento” delle autorità sanitarie del distretto per raggiungere e isolare tutti coloro che hanno partecipato alle due feste o che sono entrati nel locale dove si fuma il narghilè. Se non rispondono all’appello di presentarsi volontariamente, riceveranno un ordine scritto per fare il test ed eventualmente saranno multate.
Secondo la responsabile degli Affari sociali del distretto, Petra Broistedt, i contagi sarebbero avvenuti in primo luogo nelle due riunioni familiari, molto affollate e poi nel locale, dove molti dei partecipanti più giovani hanno deciso di proseguire la serata. Sia in casa che nel bar nessuno avrebbe rispettato le distanze di sicurezza. Il bar era aperto in violazione delle norme in vigore per la pandemia e per questo è stato chiuso fino a nuovo ordine. Il proprietario rischia una grossa multa.
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Il focolaio di Gottinga non rallenta per ora il piano delle riaperture del governo della Bassa Sassonia, che è uno dei Laender tedeschi più avanti nel ritorno alla normalità.
Preoccupazioni su eccessi, irresponsabilità e violazioni delle norme di sicurezza in questa fase emergono però anche nella capitale tedesca. Erano più di tremila domenica, tutti senza mascherina, i partecipanti a una sedicente dimostrazione di protesta, che in Germania vengono subito autorizzate in nome del diritto di manifestazione, ma che in realtà è stata la scusa per un mega party sull’acqua.
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Di fronte allo spettacolo di migliaia di persone ammassate in barca o sulle rive del Landwehrkanal, un canale artificiale nel cuore di Berlino, la polizia ha chiesto agli organizzatori di porre fine all’evento. Questi ultimi si sono detti sorpresi dalla presenza di tante persone a quello che, stando alle loro intenzioni, voleva essere una dimostrazione di solidarietà con i club berlinesi, costretti a rimanere chiusi anche in questa fase di riaperture.
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Ora la cosiddetta Clubcommission, che riunisce tutti i 245 club e strutture per feste o concerti di Berlino, ha lanciato un appello sui social media a tutti quelli che erano all’evento di domenica a limitare al minimo i loro contati sociali nei prossimi 14 giorni. La commissione ha difeso tuttavia «le buone intenzioni» degli organizzatori.
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«Comprendo le loro ragioni e le difficoltà economiche in cui versano i club – è stato il commento della senatrice socialdemocratica del Land alla Salute, Dilek Kalayci – ma quello che è successo domenica è irresponsabile. Feste e pandemia non vanno d’accordo». È un fatto che all’inizio dell’epidemia, i due principali hot spot dell’infezione erano stati due celebri locali notturni, Trompete e Kater Blau. Nel frattempo, Berlino è una delle poche città tedesche dove il tasso di contagio, cioè il numero di persone che ogni malato di Covid-19 infetta in media, si mantiene ancora sopra 1, anzi è in crescita: negli ultimi giorni l’R0 è salito a 1,66.
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