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    BERLUSCONI DISSANGUATO DA PDL E FORZA ITALIA, SI INCAZZA CON I SUOI – IL TESORIERE BIANCONI: “LE CASSE SONO VUOTE E TRA NOI CI SONO TROPPI TIRCHI”


     
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    1. BERLUSCONI DISSANGUATO DA PDL E FORZA ITALIA, SI INCAZZA CON I SUOI
    Franco Bechis per Liberoquotidiano.it

    silvio berlu occhialisilvio berlu occhiali

    Silvio Berlusconi si è letteralmente svenato per le sue due creature politiche nell'ultimo anno. A febbraio 2013 ha firmato un assegno personale da 15 milioni di euro per coprire una parte dei debiti della vecchia Forza Italia. Quei soldi sono subito stati girati però al Pdl, che si è visto saldare un vecchio debito azzurro da 14.807.342 euro.

    Ma non è bastato: ad aprile il cavaliere ha firmato un altro assegno da 2,8 milioni di euro girato al Pdl come "prestito infruttifero con scadenza 30 aprile 2014". Come se tutto ciò non bastasse, il Cavaliere ha ancora garantito con fidejussioni personali da 102.720.617 euro i conti assai dissestati di Forza Italia, che nel 2012 ha chiuso un bilancio in rosso di 25,5 milioni di euro accumulando un disavanzo patrimoniale complessivo di 65,9 milioni di euro.

    Silvio berluSilvio berlu

    Sempre Berlusconi ha aumentato le fidejussioni personali anche nei confronti del Pdl, portandole da 4 a 14,8 milioni di euro. I due partiti politici gli stanno costando un vero sproposito. E soprattutto le tasche del Cavaliere sono le uniche ad essere state svuotate: né dirigenti, né eletti, né elettori si stanno svenando per il leader del centrodestra.

    SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI

    Per il Pdl sono addirittura tracollate le quote associative annuali: nel 2011 ammontavano a 13,7 milioni di euro, nel 2012 sono scese ad appena 40.710 euro. O nessuno si è più iscritto, o certo non ha pagato la propria quota. Stessa taccagneria da parte dei parlamentari Pdl.

    Tanto che a questo punto Silvio si è incazzato. E andrà a caccia dei portafogli degli eletti. Nel bilancio Pdl si annuncia infatti che "è impellente il recupero più ampio possibile degli arretrati dei versamenti mensili dovuti dai parlamentari e dai consiglieri regionali".


    2. LO SFOGO DEL TESORIERE BIANCONI: "LE CASSE DEL PDL SONO VUOTE E TRA NOI CI SONO TROPPI TIRCHI"...
    Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"

    Silvio BerlusconiSilvio Berlusconi

    «Vogliamo cominciare dalle proprietà immobiliari? Bene, perché qui la faccenda è semplice semplice. Noi come Pdl un ci s'ha un ca..o». E delle strutture come Villa Gernetto, quella residenza immersa nel verde della Brianza che avrebbe dovuto ospitare «l'Università del pensiero liberale», quella « l'è tutta roba di Berlusconi. Quindi deve chiedere a lui».

    SILVIO BERLUSCONISILVIO BERLUSCONI

    La cadenza toscana dell'onorevole Maurizio Bianconi, che parla mentre gira e rigira tra le mani l'infausto bilancio 2012 del Pdl, si fa molto più marcata nell'esatto momento in cui la voglia di stemperare il clima lascia il passo allo sconforto. Perché il tesoriere del partito che Berlusconi sta per ri-sostituire con Forza Italia, che tra l'altro divide l'incarico di gestire la cassa insieme al siciliano Rocco Crimi, a un certo punto lo dice chiaro e tondo. «Vuol sapere cosa un ci s'ha, oltre alle proprietà immobiliari che non abbiamo mai avuto? Un ci s'ha più una lira, nel Pdl».

    Il bilancio 2012, che il tandem Bianconi-Crimi ha confezionato rispettando il termine del 30 giugno, è la fotografia di una valle di lacrime. Colpa di entrate ridotte all'osso, anche per i tagli ai rimborsi elettorali e al finanziamento pubblico. E anche di un Berlusconi, che comunque continua a garantire sui 75 milioni di debito della vecchia Forza Italia, fermamente intenzionato a chiudere i cordoni della borsa.

    MAURIZIO BIANCONIMAURIZIO BIANCONI

    Per non parlare delle perdite. E di quei sei milioni di contributi (per la precisione, trattasi di sei milioni 247 mila e 284 euro) che dovevano arrivare dagli eletti alle casse del partito e che, invece, non sono mai arrivati. «Io i nomi non glieli posso proprio fare perché violerei le leggi sulla privacy», scandisce uno sconsolato Bianconi, che tutto immaginava anni fa meno che avere degli «evasori» tra i colleghi di partito. «Certo», aggiunge, «quella voce l'abbiamo un po' enfatizzata anche perché adesso abbiamo davvero un bisogno disperato di soldi. Ma il problema c'è. Eccome se c'è. Berlusconi dovrebbe intervenire subito».

    berlusconi e alfanoberlusconi e alfano

    Tra i consiglieri regionali, il 60 per cento non ha mai versato gli arretrati mentre il 30 non ha mai sborsato un euro. E quando il discorso arriva a deputati e senatori, Bianconi prima smorza («Diciamo che quelli che non versano i soldi al partito sono più o meno il 20 per cento»), poi attacca: «Sapesse quanti tirchi ci sono tra noi. Alcuni sono tirchi celebri, altri tirchi meno. Ma sempre tirchi sono...».

    E dire che la cifra da versare al Pdl non sarebbe neanche alta, soprattutto se confrontata ai guadagni. Cinquecento euro al mese per i consiglieri regionali, ottocento per i parlamentari nazionali ed europei. Tra questi ultimi, dice il tesoriere, «praticamente non c'è nessuno che ci paga. Credo che uno, tale Silvestri (in realtà si chiama Sergio Silvestris ed è pugliese, ndr), fino a un certo punto ha pagato. Poi non so».

    SILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINISILVIO BERLUSCONI DENIS VERDINI

    Gli eletti che non aprono il portafoglio. Berlusconi che taglia tutto tranne i sondaggi della fidatissima Alessandra Ghisleri e che paga nel 2012 «solo» i tre milioni della manifestazione di piazza San Giovanni, a Roma. E col «Capo» stanco di anticipare di tasca propria, ecco che si taglia tutto. A cominciare dai costosissimi affitti delle sedi di via dell'Umiltà (2 milioni e mezzo nel 2012 per la sede del partito) e di un pezzo di Palazzo Grazioli (553 mila euro per il «Parlamentino azzurro» la sede del «Mattinale»). «Si va tutti via a San Lorenzo in Lucina», dice Bianconi. E pazienza se qualcuno già si lamenta per gli spazi angusti. «Qua», s'inalbera il tesoriere, «non si lamenta nessuno, glielo dico io. Chi non paga la quota, pensi a pagare. Perché noi un ci s'ha una lira». Segno che, se fosse integralmente sostituito dalla nuova Forza Italia, il Pdl andrebbe in soffitta da bad company. O quasi.

     

     

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