maria rosaria rossi
Tommaso Labate per il "Corriere della Sera"
«Ho una talpa nella maggioranza. Mi dicono che potrebbero mettersi in contatto persino con Fazzone. Lo cerchiamo intanto, per provare a stare più sicuri?». E poi, qualcun altro, urlando: «Qualcuno può fare una telefonata a Laura Stabile e a Luigi Vitali? Stiamo loro dietro, per favore?». E come se non bastasse c'è chi implora di marcare stretta Anna Carmela Minuto, che mette a verbale smentite su smentite, negando di voler fare il grande salto verso la maggioranza.
maria rosaria rossi con francesca pascale
Senza dimenticare che - nel vorticoso rincorrersi di voci e vocine - adesso ritorna anche il nome di un'altra senatrice, Barbara Masini, rientrata suo malgrado (aveva scritto in un cartello, in tutte le lingue, «non voto la fiducia») nella lista di coloro che potrebbero presto seguire Mariarosaria Rossi e Andrea Causin tra le braccia del fronte M5S-Pd.
Il day after la fiducia a Palazzo Madama, per Forza Italia, è una specie di inferno. Tutti sospettano di tutti e, tra i tutti, ci sono nomi che circolano più di altri. Il tandem pugliese Vitali-Minuto, la triestina Laura Stabile, rimasti sui taccuini dei papabili a un ruolo di «costruttori» fino al momento del voto di martedì sera.
E poi la toscana Masini, un grande ritorno; una new entry invece è Claudio Fazzone, di cui si sospetta non tanto che abbandoni, quanto che sia stato «comunque contattato» da ambienti della maggioranza.
mariarosaria rossi 4
Il fatto che «qualcuno dei nostri possa saltare il fosso» - come dicono ai piani altissimi del partito berlusconiano - viene considerata una quasi certezza. Soprattutto dopo l' uscita eccellente della senatrice Rossi, un' operazione rimasta lontanissima da tutti i radar della vigilia.
Se qualcuno tra i berlusconiani pensava che l' appuntamento ormai quotidiano del vertice con gli alleati si trasformasse in un momento di decantazione, in un frangente per tirare un po' il fiato, quel qualcuno è rimasto deluso.
maria rosaria rossi giovanni toti silvio berlusconi francesca pascale
Matteo Salvini ha affondato il coltello nella piaga, senza giri di parole: «È inutile che stiamo qua a fare piani e strategie se poi, persino tra quelli che consideriamo fedelissimi, c' è chi ci abbandona». Un riferimento diretto a Berlusconi per la fuoriuscita della sua ex assistente Rossi, a cui l' ex premier ha risposto prendendo di petto la questione: «Matteo, non vedo la Rossi da un mese e mezzo, non sapevo nulla. Chissà cosa le hanno offerto...».
Nell' atmosfera di quasi certezza che il gruppo parlamentare Maie-Italia 2023 (ma si parla anche del gruppo Psi di Nencini) possa aumentare i propri effettivi, alimentando i numeri del governo a Palazzo Madama - che si respira anche dentro Forza Italia - c'è la consapevolezza che qualche «scoiattolo» arriverà dalle file berlusconiane. La scelta della parola «scoiattolo», tra gli azzurri, è tornata di moda dopo l' uscita della Rossi.
matteo salvini silvio berlusconi
Era stata proprio l' ex assistente di Berlusconi, all' alba della nuova legislatura, a proporsi al «Capo» per fare scouting tra i senatori del M5S e convincerli a sostenere un governo di centrodestra guidato da Salvini. «Ne conosco tantissimi, molti sono miei amici.
Tentiamo di stanarli con un' operazione "Scoiattolo"», aveva detto al Cavaliere. Quest' ultimo, con la Rossi rimasta senza uffici ad Arcore o a Palazzo Grazioli, aveva telefonato direttamente al questore del Senato, Antonio De Poli, per farle assegnare una stanza nel palazzo di piazza delle Cinque Lune. Dal M5S al centrodestra, all' epoca, non era arrivato nessuno. Il viaggio nella direzione opposta, oggi, aspetta i suoi passeggeri migliori.
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