Ugo Magri per “la Stampa”
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Renzi non gli dà alternative. Lo snobba, pretende di fare senza di lui, si comporta come se tutto fosse dovuto e gratis. Berlusconi ha atteso per mesi un gesto del premier, senza troppe illusioni ha perfino sperato che l' ipotesi di rinviare il voto fosse un' occasione per guardare insieme al futuro. Invece niente: ancora una volta «è stato come parlare al muro», confidano personaggi della sua cerchia.
BERLUSCONI VS RENZI BY GIANNELLI
Per cui al Cav non resta che battersi. Controvoglia, tra dubbi e rimpianti, però con la rabbia di chi si sente stretto alle corde. Pare che in queste ore stia preparando seriamente la riscossa. Lucido e perciò politicamente pericoloso. «I sondaggi dicono che la mia discesa in campo può spostare dai 5 punti percentuali in su», si fa forza Silvio a Villa Gernetto davanti ai giovani della Missione Italia (gireranno la Penisola con una carovana di Cinquecento riconoscibili dal simbolo di Forza Italia).
La vera notizia è che l' ex premier sta facendo sul serio, vuole vincere a tutti i costi, sebbene la prova definitiva si avrà soltanto (fa notare scettico Calderoli) il giorno in cui darà ordine a Mediaset di sostenere il NO, smettendola con il «fair play» tenuto finora per ordine del saggio Confalonieri.
Matteo Renzi e berlusconi
STRATEGIA MIRATA
Come tutti i condottieri prima della battaglia, Berlusconi studia le mosse del nemico. Si è accorto, ad esempio, che Renzi da qualche tempo adotta una comunicazione astuta, gli esperti la definirebbero «mirata» o «per target», cioè rivolta a settori precisi anziché a tutti senza distinzione.
Si rivolge alle categorie con temi molto concreti, cerca di soddisfarle una per una in quanto il premier ha capito che sarà la somma a fare il totale. Berlusconi farà lo stesso: anche lui «segmenterà» il messaggio, si sforzerà di modularlo diversamente rivolgendosi un giorno agli anziani, il giorno dopo alle casalinghe e via promettendo.
renzi berlusconi
«Basta copia e incolla, mai più due video-messaggi uguali tra loro», garantiscono gli strateghi del Cav, «ciascuno avrà sempre un destinatario diverso e chiaro». Per incominciare, l'anziano leader rispolvera l'argomento tasse, cioè il suo cavallo di sempre, che lancerà al galoppo negli ultimi dieci giorni della campagna referendaria, con qualche colpo a sorpresa.
L'affluenza sarà decisiva Berlusconi non si illude di vincere facile, tantomeno si fida dei sondaggi che premiano il NO. «Molti intervistati raccontano bugie», spegne gli entusiasmi di Brunetta. L'unico conto che si può fare adesso, secondo il Cav, è quello dei voti necessari per la vittoria. Grosso modo ne servono 15 milioni, in quanto Renzi potrebbe andarci molto vicino con l' apporto degli italiani all' estero, passati in massa dalla sua parte dopo la tournée americana della «star» Maria Elena Boschi . L' affluenza sarà dunque decisiva per il trionfo finale.
RENZI BERLUSCONI
Sopra il 60 per cento degli aventi diritto (che corrispondono a 30 milioni di elettori), il No vincerà facile. Se si resterà sotto la soglia, invece, potrà farcela il SI. Questo ha calcolato l' ex premier, che di campagne elettorali ha una certa esperienza. Per cui decisivo sarà portare tutti alle urne. «Chi non andrà a votare farà solo un favore a Renzi»: il tormentone berlusconiano è già incominciato.
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