Marco Galluzzo per il “Corriere della Sera”
GIORGIA MELONI E SILVIO BERLUSCONI
Presidente Berlusconi le piace questa campagna elettorale o è ingannevole e con promesse irrealizzabili come notano molti commentatori?
«Non mi piace affatto, soprattutto perché non è basata sul confronto fra proposte e programmi di ciascuna delle forze in campo, ma piuttosto sulla denigrazione dell’avversario. Io mi sforzo di parlare ogni giorno delle cose che faremo, che penso interessino agli italiani più dello stucchevole e inutile “teatrino della politica”. Ma mi rendo conto di essere pressoché l’unico a farlo».
Ci dica un punto del suo programma, coperto dalle finanze pubbliche, che avrebbe il maggiore impatto economico sulla vita dei cittadini.
«Sicuramente la flat tax al 23%. È la rivoluzione copernicana non solo del fisco, ma del rapporto fra Stato e cittadino. E come insegna l’esperienza di altri Paesi un serio taglio alle tasse — lo fecero in America prima Kennedy e poi Reagan — crea benessere per tutti, riduce l’evasione e migliora le finanze pubbliche».
SILVIO BERLUSCONI E GIORGIA MELONI
È pronto a fare largo a Giorgia Meloni se vincete o prova un pizzico di gelosia politica?
«Lei crede davvero che una persona con la mia biografia professionale e politica potrebbe provare gelosia verso qualcuno?».
Ma, visto il peso degli alleati, Forza Italia non rischia di giocare un ruolo ininfluente?
«Il centrodestra vincerà perché Forza Italia ne fa parte. Senza di noi non vi sarebbe centrodestra, vi sarebbe una destra democratica, come c’è in altri Paesi, che raccoglierebbe un numero importante di voti, ma insufficiente a governare. Noi siamo i garanti del profilo liberale, cristiano, garantista, europeista, atlantico del futuro governo. Siamo il centro, quello vero, quello del Partito popolare europeo che orgogliosamente rappresentiamo in Italia».
matteo salvini e giorgia meloni incontrano silvio berlusconi nella sua villa a roma 10
A quali ruoli politici aspira dopo il voto?
«Io, come sempre, aspiro solo a servire il mio Paese».
L’emergenza energetica domina il dibattito. È d’accordo sul programma del governo di un distacco totale dalla dipendenza russa entro autunno del 2024?
«Sono d’accordo, se per quella data avremo fatto i rigassificatori, avremo realizzato i termovalorizzatori, avremo dato nuovo impulso alle energie rinnovabili, avremo fatto ripartire la ricerca sul nucleare pulito. Tutte cose che la sinistra ha bloccato».
Lei ha governato per tanti anni, con Putin spesso ha stretto accordi su gas e petrolio, si è pentito di qualche scelta? Di sicuro lei non ha diversificato quando era a Palazzo Chigi.
«I dati dicono l’opposto, con la sinistra la dipendenza dal gas russo è più che raddoppiata. Storicamente, la percentuale del gas importato dalla Russia era il 30/35% del totale delle importazioni italiane. Con il mio ultimo governo, all’inizio del 2011, avevamo ridotto la quota del gas russo al 19,9%. Tre anni dopo, all’inizio del 2014, con il governo Letta la dipendenza dalla Russia era salita al 45,3%: più del doppio. Con il governo Conte nel 2019 ha raggiunto il livello record del 47,1%.
SILVIO BERLUSCONI GIORGIA MELONI
Per quanto riguarda il rapporto con Putin, ho fatto quanto potevo, in pieno accordo con i nostri alleati, per ricondurre la Russia ad un rapporto positivo con l’Occidente. Sarebbe stato nell’interesse di tutti. A Pratica di Mare, nel 2002, quando ottenni da Bush e Putin la firma sull’accordo Nato-Russia, pensavo che la strada fosse tracciata. Purtroppo non è andata così».
È favorevole a un nuovo intervento del governo per tutelare imprese e famiglie? Ed è d’accordo con Draghi che in ogni caso non si può fare in deficit?
«Credo di essere stato il primo a sollecitarlo. Ovviamente sarebbe preferibile farlo senza ulteriori scostamenti di bilancio, se le risorse disponibili lo consentiranno».
VLADIMIR PUTIN E SILVIO BERLUSCONI IN SARDEGNA NELL APRILE 2008
È favorevole ai rigassificatori programmati dall’esecutivo? In particolare cosa pensa di quello strategico a Piombino? Non tutti fra i suoi alleati sono d’accordo, FdI e il loro sindaco in primo luogo.
«Sono assolutamente favorevole, anche a Piombino. Del resto mi pare che la posizione del sindaco di Piombino sia diversa da quella del suo partito. È giusto tener conto delle sensibilità degli amministratori locali, ma senza paralizzare un’infrastruttura strategica per il futuro del Paese».
Ha mai pensato che non aver lasciato il timone di Forza Italia a un altro esponente politico sia stato un errore?
«In politica la leadership non si eredita e non si concede. Eventualmente si conquista».
vladimir putin silvio berlusconi sul moskva
In Ucraina sono stati uccisi 400 bambini dall’esercito russo, come giudica il velato giustificazionismo di un’invasione che tiene banco in tanti ambienti italiani?
«Dovrebbe chiederlo a chi giustifica l’intervento russo, non a me. La mia posizione coincide esattamente con quella del governo italiano, dell’Unione Europea, della Nato».
Lei è stato un grande amico di Putin, ne è deluso? Come giudica i rapporti fra Mosca e la Lega di questi ultimi anni?
«Non ho nessun titolo per giudicare vicende che riguardano altri, ma mi sembra che questi presunti rapporti, semplicemente, non esistano. Ho già detto più volte che sono deluso per quel che è successo in Ucraina. La guerra è la cosa più folle che esista. Speriamo che finisca presto perché le conseguenze umanitarie, economiche e geopolitiche sono molto gravi per tutti, Russia compresa».
vladimir putin con silvio berlusconi e i figli
Ci dica due cose, tutt’ora vigenti, che sono state introdotte dai suoi governi e hanno migliorato la vita degli italiani...
«Non abbiamo mai introdotto nuove tasse e abbiamo mantenuto sempre la pressione fiscale sotto il 40% mentre oggi è al 43,6%, così come abbiamo tenuto sempre la disoccupazione sotto la media europea. E poi con le nostre 36 riforme abbiamo realizzato un’infinità di provvedimenti, come ad esempio aver restituito ai ragazzi un anno di libertà, abolendo il servizio militare obbligatorio, e aver salvato molte vite con le nostre leggi anti-fumo.
SILVIO BERLUSCONI E VLADIMIR PUTIN COL LIBRO DI Giancarlo Lehner
E ancora: la nostra politica estera che ha portato l’Italia ad avere un peso e un rispetto, nell’Europa e nel mondo, che non aveva mai avuto nel passato. Nel 2010 abbiamo quasi azzerato l’immigrazione dal Mediterraneo grazie agli accordi con i Paesi della Costa africana, riducendola a soli 4.400 migranti.
Per concludere, un sondaggio di questi giorni mi ha indicato come il miglior presidente del Consiglio negli ultimi vent’anni. Menomale che qualcuno se n’è accorto».
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