1.SALVINI, GRATO A BERLUSCONI MA TEMPO PASSA PER TUTTI
salvini e berlusconi allo stadio b
(ANSA) - "Berlusconi dice tante cose, io sono tifoso milanista mi ha detto questa estate che avevamo uno squadrone e che avremmo giocato come il Barcellona e chi è tifoso sa come siamo messi. Gli va la gratitudine per tutto quello che ha fatto. Ma il tempo passa per tutti e non puoi dire sempre le stesse cose per 20 anni". Lo afferma Matteo Salvini a Radio Anch'io.
2.BERLUSCONI,RICATTO DA RENZI PER AZIENDE?STUPIDAGGINE
(ANSA) - "Io ricattato da Renzi è una stupidaggine assoluta. Quella parte politica ha consentito da anni il dumping alla Rai che ha penalizzato le mie reti e ha reso l'editoria in condizioni veramente pericolose.
Un'azienda come il Corriere è fallita, hanno dovuto mettere 400 milioni e vendere la sede. Come si può pensare che ci sia un favore di Renzi e Fi o a me". Così Silvio Berlusconi replica alle affermazioni di Matteo Salvini.
BERLUSCONI SALVINI GALLIANI
3.BERLUSCONI,CON C.DESTRA DIVISO A POLITICHE PERDIAMO
(ANSA) - "In altre città andiamo divisi ma si tratta di amministrative e se restiamo divisi non c'è possibilità di vincere le politiche e rischiamo di consegnare il paese al governo di sinistra. Divisi perdiamo". Lo afferma Silvio Berlusconi a radio anch'io.
4.BERLUSCONI,NUOVO PATTO NAZARENO?NULLA DI PIÙ LONTANO
(ANSA) - "Un nuovo patto del Nazareno? Nulla di più lontano dal vero, noi dobbiamo porre fine al governo di Renzi, un governo illegittimo e abusivo che è contro il voto del popolo. Noi dobbiamo mettere fine all'emergenza democratica quindi una decisione su Roma non cambia questo atteggiamento". Lo afferma Silvio Berlusconi a radio anch'io.
SALVINI MELONI BERLUSCONI
5.SILVIO SFIDA I LEPENISTI “VERRANNO A CANOSSA”
Carmelo Lopapa per “la Repubblica”
La guerra ai due “ragazzi”, a Matteo e Giorgia che puntano alla sua testa uniti dall’asse lepenista, ora è dichiarata. Altro che Roma, altro che ballottaggio, per Silvio Berlusconi è vita o morte, conta solo prendere un voto, solo un voto più della Meloni. Dimostrare che “l’ottantenne”, come lo apostrofa in privato Salvini, c’è ancora. Ed è con lui che bisognerà sempre fare i conti.
toti berlusconi
«Volevano farmi fuori, lo sapete tutti, era l’unico modo per difendermi e se le cose vanno come prevedo, saranno costretti ancora una volta a rincorrermi ». Verranno a Canossa, l’ex premier ne è certo. Ad ascoltarlo, in un silenzio tombale al tavolo da pranzo di Palazzo Grazioli, c’è lo stato maggiore forzista.
Ma ai dirigenti tocca solo ascoltare una decisione già presa in mattinata, alla presenza dei soli Gianni Letta e Niccolò Ghedini, poi ratificata con Alfio Marchini e Guido Bertolaso arrivati a mezzogiorno. «Ho visto i sondaggi, Alfio è l’unico che al ballottaggio può spuntarla contro la Raggi o Giachetti», è l’altra spiegazione fornita.
silvio berlusconi borsalino giovanni toti 3
Con Ghedini pranzano insisme al capo Altero Matteoli, Maurizio Gasparri e i capigruppo Paolo Romani e Renato Brunetta, Maria Rosaria Rossi e Deborah Bergamini, Mara Carfagna e Nunzia De Girolamo, più il grande sconfitto: il governatore della Liguria Giovanni Toti, che fino a ieri mattina aveva rilasciato interviste per sponsorizzare la soluzione Meloni («Sono un soldato e obbedisco », dice a testa bassa al capo).
MARCHINI to
«Ma avete sentito cosa ha osato dichiarare Salvini sulle mie tv? Sostenendo per altro il falso, perché da Renzi io non ho ricevuto alcun vantaggio, zero, solo danni», alza i toni il Cavaliere alludendo alla sortita del leader della Lega che mercoledì mattina in radio ha osato definirlo un leader sotto il “ricatto” del governo Renzi, impegnato a salvare le tv e «lasciarle sane e rigogliose ai figli» in vista dell’imminente riforma dei diritti televisivi.
«Ma vi rendete conto? E io dovrei stare con questi qui?» Il pranzo si trasforma in una drammatica “war room”. Alfio Marchini è appena uscito dal portone principale col sorriso stampato in volto, dopo il colloquio col padrone di casa e Bertolaso.
«Questa scelta era nella logica delle cose - spiega a giochi fatti - la direzione è quella giusta, nella prospettiva della discontinuità. L’unico modo per dare forza a una coalizione e cercare di arginare il Movimento 5Stelle».
BERTOLASO BERLUSCONI
Il fatto è che per l’ex premier Bertolaso non era più spendibile. «Anche quest’ultima gaffe, l’ennesima sulla disponibilità a entrare nella giunta Giachetti…» ha sbuffatto Berlusconi già mercoledì sera rientrando a Palazzo Grazioli da Arcore. «Sono deluso, non mi aspettavo andasse così male» ha confidato poi ai commensali ieri. «Io lo avevo detto fin dall’inizio, Marchini era la scelta giusta, solo le vostre perplessità mi hanno frenato» dice ai suoi.
Con l’ormai ex candidato sindaco di Roma la rottura è stata traumatica, al di là dei comunicati diplomatici. Dopo l’incontro decisivo con lui e Marchini in quella sorta di mezzogiorno di fuoco a Grazioli, non ci sarà traccia di un ticket tra i due, che Berlusconi avrebbe invece gradito. E l’ex capo della Protezione civile ha atteso le 18 di ieri per mettere nero su bianco il suo addio.
BERLUSCONI BERTOLASO
La sera prima in un faccia a faccia riservato e assai aspro con Berlusconi, a fronte delle contestazioni del capo, era stato durissimo anche lui: «Mi hai mandato allo sbaraglio, mi hai candidato con un partito che mi ha voltato le spalle, nessuno o quasi mi ha sostenuto, andavo in giro da solo per la città».
Questo insomma il clima. Vincono Letta e vince la colomba Fedele Confalonieri, ancora una volta. E vince il big romano Antonio Tajani. «E’ la pietra tombale sul partito unico – ragiona da Bruxelles il vicepresidente dell’europarlamento – e dimostreremo che con i lepenisti non si vince. I voti si conquistano al centro e la strada è quella del Ppe».
Il paradosso è che adesso e per la prima volta dopo la scissione del 2013, rinasce pur se nella sola Roma il Pdl.
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Berlusconi si ritrova su Marchini con Alfano e Verdini, con Fitto e con Casini, perfino Storace. L’ex premier va con loro pur di non concedere un briciolo di vantaggio alla Meloni, perché la faida degli ex An non finisce mai. Quel che è certo è che il trio del palco di Bologna del novembre 2015 è già una foto sbiadita. Ora per Forza Italia si riapre l’incubo di nuovi esodi.
Ignazio La Russa (Fdi) già ieri pomeriggio riceveva telefonate di parlamentari forzisti che assieme a tanti consiglieri municipali sarebbero pronti al salto a destra pur di evitare il naufragio. Tra questi in prima fila c’è Alessandra Mussolini, eurodeputata forzista, possibile capolista per la Meloni. E la candidata è convinta, grazie alla svolta moderata di Berlusconi, di aver guadagnato due punti in un giorno. Resa dei conti finale il 6 giugno.
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