berlusconi sacchi baresi
Massimo Gramellini per il Corriere della Sera
Da ex giovane cronista sportivo, ma soprattutto da ex giovane, quali ricordi porterò nel cuore dell' epopea di Berlusconi al Milan? Gli atterraggi in elicottero sul prato di Milanello con spogliarello dell' impermeabile, lanciato e afferrato al volo da un inserviente che forse era il portiere di riserva.
Le incursioni negli spogliatoi durante l' intervallo: «Donadoni, mi consenta, la vorrei più ficcante sulle fasce». L' udienza in Vaticano da papa Wojtyla: «Lei, Santità, assomiglia al mio Milan: sempre in trasferta per portare nel mondo un' idea vincente, che è l' idea di Dio».
berlusconi gullit
La foto in bianco e nero dei primi giorni da presidente, molto più giovane e calvo di adesso, mentre sorride tra Baresi e Maldini, e il collega anziano che profetizza: «Prima o poi al posto di Baresi e Maldini ci saranno due carabinieri». (Invece ci sono i cinesi, e gli agnellini). Quando disse: «Il complimento più bello me lo ha fatto quel tifoso che mi urlò: Silvio, sei una bella figa!».
O quando, prima della finale di Coppa dei Campioni contro la Steaua di Ceausescu, si rinchiuse nella cappella dello stadio: «Ho pregato Dio perché faccia perdere i comunisti». (San Gullit e San Basten lo esaudirono). E l' anno dopo, quando nell' alzare la seconda Coppa arringò i giornalisti: «Vorrei fare l' Italia come il Milan». (Adesso si può dire: il Milan gli è venuto meglio).
ruud gullit – marco van basten – rijkaard
Quante immagini all' epoca procuravano imbarazzo e oggi, filtrate dalla memoria, mettono più che altro malinconia. Per tanti della mia generazione non è il Milan di Berlusconi che si commemora, ma la nostra giovinezza.
LA RIVOLUZIONE DEL BEL CALCIO
Gigi Garanzini per la Stampa
«Ci siamo molto rafforzati.
berlusconi arrigo sacchi
Ma l' anno prossimo avremo un grande centravanti. Si chiama Fon Basten». Era la prima conferenza stampa di Berlusconi da presidente del Milan, agosto '86, nell' afa di Barcellona. Da lì a poche ore la squadra sarebbe stata strapazzata dal Psv di Gullit, e lui avrebbe trascorso il dopopartita, anzi la nottata, confessando i giocatori uno a uno. L' indomani seguì l' editto delle crostate, e lo screzio inevitabile con Liedholm. Ma già il mese prima, della serie non è che il Milan l' ho comprato per non dare nell' occhio, erano planati gli elicotteri sull' Arena al suono della Cavalcata delle Valchirie.
Trent' anni e qualche mese dopo tocca a tale Li Yonghong, la cui partenza si annuncia più in salita. Intanto perché non sembra esserci su piazza un altro Fon Basten. Poi perché quel Milan usciva da un decennio di presidenti uno più improbabile dell' altro, e da due retrocessioni in serie B. Mentre il trentennio berlusconiano ha messo in bacheca 5 Coppe dei Campioni e 8 scudetti, con il corollario di tanti, ma proprio tanti altri trofei.
BERLUSCONI LE GLORIE DEL MILAN E TEO TEOCOLI
Poi è vero che nelle ultime stagioni il Presidente aveva perso il tocco magico: e dalla scoperta di Sacchi prima e Capello poi, autentici colpi di genio accolti a suo tempo da scetticismi e ironie di ogni sorta, era passato a imporre, a qualunque costo, prima Seedorf e poi Inzaghi.
Ma il carisma aveva resistito, entro certi limiti, alla legge del tempo e dei risultati. Tant' è vero che nel mirino del popolo rossonero, nelle ultime stagioni di magra c' è sempre finito Galliani, mica lui. Proprio come a Marsiglia, nella serata dei lampioni, quando era stato il trench svolazzante di Galliani ad assorbire le contumelie del mondo intero per il ritiro della squadra causa black-out: non il doppiopetto di chi dalla poltrona di Arcore l' aveva intimato.
berlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirie
Che storie. E che Milan, in quei primi vent' anni in cui doveva, proprio così, doveva vincere in funzione dell' impero mediatico che stava nascendo. Per poi mettersi al servizio anche della discesa in campo, e poi ancora del mantenimento, e se possibile rafforzamento del consenso politico. L' à capì, sciur Li?
Perdoni la rima, e prima ancora la confidenza. Ma è per riassumerle, in estrema sintesi, dov' è capitato e che cosa l' aspetta. Non l' eredità di Giussy Farina, e prima ancora di una lunga serie di presidenti dimezzati. Quella di Silvio Berlusconi, che quand' era ora di pensare in grande non ha mai mandato un altro: e ha fatto del Milan prima una società modello, poi un marchio calcistico all' avanguardia nel mondo.
MILAN BERLUSCONI
Come? Cominciando dal moltiplicato/tre. Donadoni, per dirne uno, era stato promesso a Boniperti dall' Atalanta, società satellite, per tre miliardi e mezzo. Berlusconi non disse quattro, o cinque. Disse dieci. Sciur Lì, oggi Neymar viene via per duecento, e detto tra noi glielo lascerei anche per la metà. Ma lei cosa fa? Dice seicento? Dia retta, ricominci da Donnarumma che col pacco-dono predisposto dall' insigne Raiola già le costerà lacrime e sangue.
galliani van basten berlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirie
BERLUSCONI MILAN BERLUSCONI A MILANELLO berlusconi primo raduno del milan in elicottero con cavalcata delle valchirie