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    BERRETTINI, SENTI ADRIANO PANATTA: "COME DJOKOVIC NON C’E’ NESSUNO MA MATTEO NON DEVE FARSI PRENDERE DALL'ANSIA. BERRETTINI E’ UN MERAVIGLIOSO CAMPIONE. QUANTO E’ CRESCIUTO. CONTRO HURKACZ, IL SUO SEGRETO È STATO CONFIDARE NEI SUOI COLPI FORTI CHE SONO SERVIZIO E DRITTO. SAPENDO CHE AVREBBERO POTUTO PORTARLO ALLA VITTORIA. QUANDO HA PERSO IL TERZO SET IN MODO ROCAMBOLESCO MICA SI È PERSO D'ANIMO. HA RICOMINCIATO A GIOCARE COME PRIMA E I FATTI GLI HANNO DATO RAGIONE"


     
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    P. Val. per “Il Messaggero”

     

    adriano panatta adriano panatta

    Dato che anche le ricorrenze hanno la loro importanza, Matteo Berrettini ha pensato bene di vincere la semifinale e conquistare la finale di Wimbledon nel giorno del 71° compleanno di Adriano Panatta, ultimo maschietto italiano a vincere un titolo dello Slam nel '76 a Roland Garros.

     

    Dopo sono state le ragazze a tenere sulle vette più alte il tennis italiano grazie ai successi di Schiavone sempre a Parigi e di Flavia Pennetta a New York, dopo una finale indimenticabile contro Roberta Vinci. Adriano, ha seguito la semifinale di Berrettini contro Djokovic? «Certo che l'ho seguita. Tutta. Bellissima, entusiasmante. E quando è finita è iniziato a squillare il telefono.». Facile immaginare che tutti vogliano sapere cosa pensa di Matteo.

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    NESSUNA SORPRESA «Penso che sia un meraviglioso campione. E quanto è cresciuto, mamma mia. Dunque, nessuna sorpresa. «Sorpreso no. Quando si arriva a certi livelli si piglia energia da se stessi. Più si vince più si è consci di quanto si vale. E si vince ancora di più. E' sempre andata così. Per questo non mi sorprendo quando lui dice: so che questo è il mio livello. La consapevolezza di ciò che si vale è tutto nella vita». Ora però dovrà affrontare Djokovic. Il massimo, visto il tramonto di Federer. «Come Nole non c'è nessuno - assicura Panatta -. Però so cosa Matteo non dovrà fare. Sia in campo sia nelle ore che precedono l'incontro».

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    Ecco il suggerimento da seguire a tutti i costi. «Farsi prendere dall'ansia. Dai pensieri che si accavallano. Molti dei quali, appunto, possono indurre l'ansia. In tutto il torneo, ma soprattutto nella semifinale contro Hurkacz, il segreto di Matteo è stato confidare nei suoi colpi forti che sono servizio e dritto. Sapendo che avrebbero potuto portarlo alla vittoria. Ha fatto tutto ciò che doveva fare. Quando ha perso il terzo set in modo rocambolesco mica si è perso d'animo. Ha ricominciato a giocare come prima e i fatti gli hanno dato ragione».

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    LA RICETTA? RIPETERSI Matteo dovrà dormire tranbquillo. «Sicuro. E contro Djokovic l'unica strategia possibile sarà ripetere tutto quello che ha messo in essere fino ad oggi - il consiglio di Adriano -. Poi il campo emetterà i suoi verdetti. Ma una verità l'abbiamo già davanti agli occhi. Matteo è un grande». «E sono contento - giura - che tutto ciò sia successo nel giorno del mio compleanno. Lo dico davvero».

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