Marco Galluzzo per il Corriere della Sera
È finita, per il momento, in un nulla di fatto. La coda parlamentare della vicenda Consip, in primo luogo giudiziaria e politica, trova al Senato una maggioranza compatta, che invita il governo a cambiare in modo rapido i vertici della centrale acquisti della Pa, e alla quale si aggiungono i voti, non decisivi, di 39 senatori d' opposizione (28 di Forza Italia, 8 di Ala e 3 della Fdl, il nuovo gruppo di Gaetano Quagliariello ).
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Le contorsioni di un Parlamento che in pochi giorni ha visto 5 mozioni cambiare in modo vorticoso, puntando ora sul ministro Luca Lotti, ora sullo stile del governo Renzi, oppure sulla difesa degli stessi, alla fine sono sfociate in un testo di maggioranza, rielaborato dopo le dimissioni del Cda Consip dal capogruppo pd Luigi Zanda, che è passato con 185 sì e 76 no. Tutti e 33 i senatori presenti del M5S hanno votato a favore dell' altra mozione sulla Consip, presentata da Mdp (chiedeva al governo di «valutare la sospensione del ministro Lotti»), e bocciata con 182 voti contrari (69 i favorevoli).
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Consip è al centro di un' indagine in cui sono coinvolti, tra gli altri, Lotti e il padre dell' ex premier Matteo Renzi, Tiziano. La società è controllata al 100% dal Tesoro. In avvio di seduta, con una lettera, il ministro dell' Economia, aveva sostenuto che tutte le mozioni erano superate dalla cronaca, essendo «dimissionario l' intero consiglio». Il 17 giugno i due consiglieri del Tesoro (il presidente Luigi Ferrara e Maria Laura Ferrigno) si sono dimessi, facendo decadere anche il terzo, l' ad Luigi Marroni, che non si è formalmente dimesso.
Fra Pd e Mdp sono volate scintille. Miguel Gotor ha puntato l' indice contro Lotti, Renzi «e il suo sistema di potere familistico, disegnato con il compasso toscano». Andrea Marcucci ha risposto chiedendo una verifica di governo al premier Gentiloni. Alla luce del voto, forse, scaramucce, ma è indubbio che il problema esiste. Lo stesso presidente del Consiglio Gentiloni, in privato, si è detto sbalordito dall' atteggiamento del movimento che fa capo a Pier Luigi Bersani: «Gli attacchi violentissimi a Lotti da parte di un partito di maggioranza sono sconcertanti».
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La stessa cosa per Matteo Renzi, che si chiede: «Come fai a dire che sei in maggioranza, che sostieni questo governo e poi lanci accuse così pesanti, da partito di opposizione?». La richiesta di una verifica di maggioranza, da parte di alcuni pezzi del Pd, derubricata poi da Luigi Zanda, si alimenta comunque sul sospetto che non sia finita qui.
Secondo alcuni senatori del Pd infatti Mdp è intenzionato a tornare alla carica su un altro caso, quello di Banca Etruria e del presunto interessamento dell' ex ministro Maria Elena Boschi. In commissione Finanze, insieme alle opposizioni, l' intenzione sarebbe quella di chiamare in audizione l' ex manager Unicredit Federico Ghizzoni.