1. TURISMO DEMOLITO, ANZIANI ABBANDONATI, NAZIONI CONFINANTI STRAPIENE DI SCIATORI, DECESSI FRA I PIÙ ALTI DEL MONDO
Guido Bertolaso su Facebook:
GUIDO BERTOLASO A IN ONDA
Ecco fatto: segregati in casa per tutte le feste, anziani abbandonati, turismo demolito, nazioni confinanti strapiene di sciatori, decessi fra i più alti del mondo, e lo saranno ancora per settimane.
Strillate per i morti negli USA? Il rapporto di popolazione fra noi e gli americani è di 5,5. I nostri 993 che abbiamo perso ieri fanno in proporzione 5.461 poco più del 50% degli USA!! Lo sapete quanti giorni di scuola hanno fatto i liceali della Campania dal 4 marzo scorso ad oggi? 14.
Tutto questo perché il Governo non è stato in grado di gestire la seconda ondata che loro stessi avevano previsto. Continuano a chiamarla EMERGENZA, a quasi un anno dall’inizio della pandemia. Chiamiamola con il giusto nome: INCOMPETENZA. I Covid hospital della Fiera di Milano e di Civitanova Marche sono pieni da settimane (purtroppo) ma erano inutili giusto?
svizzera sci
Il Presidente del Consiglio continua a fare conferenze a reti unificate senza contraddittorio, ignorando l’esistenza del Parlamento e omettendo di usare l’unica parola che dovrebbe pronunciare: SCUSATECI
2. «FILIERA DEL TURISMO AL PALO, PERDEREMO OLTRE L’80% DEI RICAVI»
Enrico Netti per ''Il Sole 24 Ore''
«È la goccia che fa traboccare il vaso». È la prima reazione di Maria Carmela Colaiacovo, vice presidente di Confindustria Alberghi commentando il piano di misure e restrizioni, come il divieto di spostamento tra regioni, varate con il Dpcm che rischiamo di affossare il comparto dell’ospitalità. «Il 50% del fatturato del turismo invernale si fa nel periodo natalizio, quindi il danno è fatto anche se gli impianti sciistici riaprissero dopo la Befana. Ovviamente c’è l’emergenza sanitaria Covid, ci rimettiamo alle regole ma deve essere chiaro che tutta la filiera del turismo è al palo, è ferma. È un mondo che sta morendo».
attilio fontana guido bertolaso ospedale in fiera milano
Il divieto di spostamenti tra le regioni va inoltre ad aggravare la situazione per gli albergatori delle città d’arte e in altre località. «È stata fatta una scelta precisa che questo settore non deve lavorare. L’albergo deve stare aperto senza attività e così gli alberghi chiuderanno, molti imprenditori faranno la scelta di chiudere» incalza Maria Carmela Colaiacovo. Diventa così una concreta realtà una perdita di fatturato che la vice presidente prevede per il settore alberghiero e termale superiore all’80% «ma sono stati disposti aiuti che potranno coprirne meno del 10% mentre in queste ore i comuni stanno chiedendo di pagare la Tari, e da mesi siamo in attesa di capire come sarà risolto il problema del tetto agli aiuti di Stato».
Per quanto riguarda la possibilità di offrire agli ospiti il “room service” con il cenone a Capodanno la vice presidente Colaiacovo liquida questa possibilità con un secco «parlarci di room service è offensivo. Al di là della difficoltà gestionale e dei costi. Ci sono delle complessità per questo tipo di servizi e restiamo costernati davanti a scelte del genere».
Inoltre quello che pesa è che non vengano riconosciuti gli investimenti fatti sinora dal settore e il senso di responsabilità che ha permesso di offrire ai pochi ospiti la possibilità di un soggiorno in sicurezza nel pieno rispetto delle norme previste e dei rigidi protocolli di sicurezza.
Maria Carmela Colaiacovo confindustria alberghi
«Un impegno riconosciuto e provato da un numero di contagi nelle strutture alberghiere e termali pressoché inesistente» sottolinea la vice presidente che aggiunge: «Dopo 10 mesi di gravissima crisi nei quali l’industria alberghiera e termale è stata di fatto lasciata sola a combattere per la sopravvivenza delle proprie imprese e dei posti di lavoro degli oltre 250mila lavoratori impiegati nel settore – le misure di questo Dpcm appaiono davvero irrispettose ed insostenibili e ci fanno dire ancora una volta “no” a quella demonizzazione del settore che siamo francamente stanchi di sentire». Impietoso il confronto con i ristori di altri paesi.
Secondo Confindustria Alberghi i settori analoghi negli altri paesi europei hanno già ricevuto aiuti in forma di liquidità che sono arrivati a coprire anche il 70% delle perdite. Una disuguaglianza che peserà come un macigno al termine dell’emergenza sanitaria «quando alla ripresa del settore l’industria alberghiera italiana dovrà tornare a competere sui mercati internazionali».
Da non sottovalutare l’effetto domino che innesca il Dpcm. Aldo Cursano, vicepresidente nazionale di Fipe, presenta al Governo un conto da 6 miliardi di mancate entrate mentre è più difficile stimare i mancati incassi della notte di Capodanno quando, in condizioni normali, ben 5 milioni di italiani trascorrono l’ultimo dell’anno nei locali. Lo stop agli impianti di risalita costerà altri 400 milioni, un terzo del business annuale, e metterà in ginocchio 10mila stagionali che resteranno senza reddito. Non a caso Marina Lalli, presidente di Federturismo Confindustria, considera il Dpcm «una mannaia per l’industria del turismo».
guido bertolaso attilio fontana
Il tutto mentre i comuni chiedono il pagamento della Tari. «I sindaci chiedono la tassa sui rifiuti per servizi non erogati. Questo ci lascia perplessi e amareggiati - conclude la Colaiacovo -. Ovviamente il danno è il Covid, ma serve una gestione complessa della crisi, che non si può affrontare con questa drasticità».