Giuseppe Scarpa per “il Messaggero”
CHAOUQUI 1
Il Paese è affamato di mascherine. Il periodo è aprile marzo. Il commissario straordinario Domenico Arcuri è in affanno. Non si trovano i dispositivi. Il giornalista in aspettativa della Rai, Mario Benotti ha però la soluzione in tasca: grazie al suo amico, l'ingegnere Andrea Vincenzo Tommasi con ottimi agganci in estremo oriente, è in grado di far piovere sull'Italia 800 milioni tra chirurgiche, ffp2 e ffp3. Merce made in China.
MARIO BENOTTI
Costo dell'operazione un miliardo e 251 milioni di euro. Fin qui tutto regolare, i prezzi sarebbero in linea con il folle mercato di quei mesi. Ma il dato che fa partire la segnalazione di operazione sospetta (sos) da Bankitalia, la successiva indagine della procura e le perquisizioni del valutario della finanza di ieri sono i denari che la coppia Tommasi-Benotti incassa per aver mediato l'operazione: quasi 60 milioni di euro. Da qui parte l'inchiesta.
LE ACCUSE
francesca chaouqui foto di bacco
A Roma la procura, l'aggiunto Paolo Ielo, apre un fascicolo ed iscrive per traffico di influenze illecite Benotti. Implicati nell'inchiesta anche Tommasi e Antonella Appulo ex segretaria dell'ex ministro ai Trasporti e infrastrutture Graziano Delrio. Inoltre anche Francesca Immacolata Chaoqui, nota alle cronache per gli scandali nella vicenda Vatileaks, finisce sotto la lente della procura.
DOMENICO ARCURI CON LA MASCHERINA CALATA SOTTO IL NASO
Riciclaggio, l'accusa rivolta alla dama nera. La donna, 39 anni, ha incassato con la sua società View Point Strategy, 220mila euro tra aprile e novembre da Benotti. Denaro, si legge nel decreto di perquisizione, frutto «del reato di traffico illecito di influenze commesso» proprio dal giornalista Rai.
MARIO BENOTTI
In sostanza, questa è la tesi degli inquirenti, la Chaoqui avrebbe incassato consapevolmente soldi che provengono da un'operazione sporca. L'operazione sporca in questione sarebbe, come emerge dalle carte della procura, proprio la mediazione esercitata da Benotti nei palazzi romani: «ricorrono gravi indizi del reato contestato (traffico di influenze illecite), essendo emerso dagli accertamenti svolti che le forniture ordinate dal commissario straordinario alle società indicate nell'incolpazione siano state illecitamente intermediate da Mario Benotti».
DOMENICO ARCURI MASCHERINA
Quest' ultimo, scrivono sempre gli inquirenti avrebbe «sfruttato la personale conoscenza con» Arcuri «facendosene retribuire, in modo occulto e non giustificato da esercizio di mediazione professionale istituzionale». In pratica Benotti si sarebbe mosso all'interno dei palazzi del potere per far recapitare l'offerta a chi di dovere esercitando attività di lobbying mentre il suo socio Tommasi si muoveva in direzione del Dragone per garantirsi la maxi fornitura.
CHAOUQUI COL FIGLIO NEONATO IN TRIBUNALE
Un business concluso con successo con le due società cinesi la Wenzhou Moon Ray e la Wenzhou Light che fanno piovere le mascherine nel paese in virtù di «sei ordini commessi dal governo italiano». Nel frattempo le due aziende cinesi versano una cascata di milioni anche a due società italiane a titolo di provvigione (i 60 milioni di euro). La fetta più grossa va alla Sunsky di Tommasi l'altra alla Microproduts di Benotti.
Dopodiché 53mila euro dalla Sunsky approdano sul conto di Antonella Appullo. Così scrivono gli inquirenti «movimento finanziario giustificato mediante false fatturazioni». A richiedere il pagamento a Tommasi è Benotti, si legge sempre nelle carte. «Benotti - compare nel decreto di perquisizione - intrattiene uno stretto rapporto con Appulo, anch' ella con passato politico».
La Chaoqui spiega di «non sapere nulla sulla provenienza dei soldi» e che quei compensi incassati sono relativi a dei «servizi di produzioni web e comunicazione richiesti da Benotti che aveva conosciuto in Vaticano». In un nota gli uffici del Commissario straordinario per l'emergenza hanno fatto sapere di aver «consegnato alla Finanza tutta la documentazione relativa ai contratti di forniture dei dispositivi sottoscritti agli inizi dell'emergenza con alcune aziende cinesi».
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