blinken netanyahu
Davide Frattini per corriere.it - Estratti
«Bibi, non sono d’accordo su niente ma ti voglio bene». Firmato Joe Biden. L’allora vicepresidente americano era appena stato umiliato, l’annuncio di nuove costruzioni nelle colonie durante la sua visita a Gerusalemme. I consiglieri gli avevano suggerito di cancellare la cena ufficiale come rappresaglia, lui c’era andato e aveva chiarito la questione con quel bigliettino. Un abbraccio definito da una stretta significativa, la stessa che dalla Casa Bianca sta cominciando a esercitare nelle telefonate con Benjamin Netanyahu.
Antony Blinken, il segretario di Stato americano, è atterrato a Tel Aviv convinto di poter ottenere il via libera a «pause umanitarie» nella guerra contro Hamas a Gaza. Il primo ministro ha risposto: «Niente cessate il fuoco fino a quando non vengono liberati gli ostaggi. I nostri soldati stanno operando con uso massiccio della forza», i terroristi detengono oltre 240 prigionieri, compresi cittadini stranieri, sequestrati nell’invasione del 7 ottobre quando 1.400 israeliani, per lo più civili, sono stati massacrati.
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Potrebbe essere una questione di formule: gli americani — e il presidente ne aveva parlato con il premier — chiedono stop «limitati e localizzati» per aumentare l’afflusso di aiuti e su questo Yoav Gallant, il ministro della Difesa, ha spiegato di non avere obiezioni, resta la questione del carburante che potrebbe essere requisito dai paramilitari palestinesi. I morti palestinesi sono oltre 9 mila, per lo più civili, fonti da Gaza accusano gli israeliani di aver colpito un’ambulanza vicino all’ospedale Shifa, il più grande della Striscia, dove si sono rifugiate 70 mila persone. Per i portavoce dell’esercito il veicolo era usato da miliziani.
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Netanyahu deve tener conto della promessa fatta ai famigliari dei rapiti: l’operazione via terra era necessaria per mettere sotto pressione i capi jihadisti e spingerli al negoziato sul rilascio. I parenti hanno alzato l’intensità delle proteste davanti alla Kirya, il palazzo dove è riunito il comando militare: da subito pretendevano una tregua che favorisse la liberazione, sarebbe una contraddizione per il premier concederla adesso. Nella ricerca degli ostaggi sono impegnati anche droni Usa che sorvolano i 363 chilometri quadrati e raccolgono dati.
La Francia sta organizzando una conferenza internazionale a Parigi per il 9 novembre con l’obiettivo di raccogliere fondi a sostegno dei 2,3 milioni di abitanti nella Striscia.
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Blinken ha insistito perché l’esercito faccia di tutto per evitare le vittime civili, «quando vedo i bimbi estratti dalle macerie penso ai miei figli. Bisogna fare in modo che alla fine dello scontro ci sia un interlocutore per la pace, per riprendere la strada verso la soluzione dei due Stati. È incredibile quanto in fretta la gente abbia dimenticato le atrocità commesse da Hamas». Avverte l’Hezbollah libanese dopo il discorso da Beirut dello sceicco Hassan Nasrallah: «Siamo stati chiari anche con l’Iran. Non permetteremo che sia aperto un altro fronte contro Israele».
INCONTRO TRA ANTONY BLINKEN E BENJAMIN NETANYAHU
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