Estratto dell’articolo di M. Ga. per il “Corriere della Sera”
ROBERT HUR
La disputa sulla senilità di Joe Biden e il tentativo dei repubblicani di «riequilibrare» le incriminazioni di Donald Trump con un impeachment (che sarebbe comunque solo simbolico) del presidente, hanno prodotto un’altra giornata deprimente per il Congresso e per la democrazia americana.
Occasione: l’audizione alla Camera del procuratore Robert Hur che, pur consapevole che Biden tenne per sé documenti top secret dopo aver lasciato la vicepresidenza (gennaio 2017), non lo ha incriminato ritenendo che non ci siano prove sufficienti della volontà di commettere un reato. E convinto che una giuria non condannerebbe mai un «povero vecchio con una memoria deteriorata».
joe biden discorso sullo stato dell unione 2024
Una guerra di trincea tra due fronti contrapposti con in mezzo Hur che ha preso colpi da destra e da sinistra: per i democratici il procuratore è un repubblicano (cosa da lui confermata) che […] ha fatto un’operazione politica tirando in ballo la senilità del presidente. Per i repubblicani […] è un magistrato che non ha avuto il coraggio di incriminare Biden, pur avendo registrazioni in cui lui appare consapevole di aver mantenuto il possesso di documenti riservati.
donald trump south carolina
Hur ha sostenuto di non aver incriminato «ma nemmeno scagionato» Biden. Come tutti i procuratori, ha valutato quante possibilità avrebbe avuto di convincere la giuria e ha usato nel suo rapporto l’argomento della senilità per spiegare al ministero della Giustizia i motivi della sua decisione di non procedere. Il momento peggiore dell’udienza è stato quando, all’inizio, i primi intervenuti dei due partiti hanno mostrato su grandi schermi due filmati nei quali hanno sintetizzato falsità, scivoloni dialettici e frasi incomprensibili di Biden e Trump, dipinti come due leader appannati e incompetenti.
joe e beau biden all inauguration day del 2013
La vera novità è arrivata subito prima dell’hearing: la pubblicazione delle 345 pagine della testimonianza resa per due giorni, a ottobre, da Biden a Hur. Conferma di alcuni vuoti nella memoria del presidente (che a un certo punto sostiene di essere stato vice di Obama fino al 2013 anziché fino al gennaio 2017), ma tolgono anche drammaticità ai due aspetti del caso che hanno fatto più rumore: il rilievo di Hur sul vecchio con poca memoria che non ricorda quando è morto il figlio Beau e la successiva dura reazione del presidente che si è chiesto come Hur avesse osato fare una domanda così estranea all’inchiesta.
JOE BIDEN CADE DAL PALCO IN COLORADO
Dal transcript emerge che sul figlio, ucciso nel 2015 da un tumore, Biden ha detto: «In che mese è morto Beau? Oh mio Dio, il 30 maggio». Cioè la data giusta, forse suggerita da qualcuno alle sue spalle. Ma poi si è chiesto: «Era il 2015 l’anno della sua morte?», ricevendo conferma dagli assistenti presenti al colloquio. Poi ha fatto mente locale e ha collocato nei tempi giusti quella tragica vicenda.
Anche l’accusa di Biden a Hur sembra eccessiva: il procuratore non chiede a Biden la data della morte di Beau e, anzi, si dice addolorato per la sua scomparsa: la questione emerge in relazione ai vari passaggi della vita politica di Biden.
meme sul cane di joe biden pubblicato da trump il discorso di joe biden dopo la caduta di kabul donald trump south carolina donald trump e il padre fred 3 joe biden con la seconda moglie jill, i figli hunter e beau e la figlia ashley Donald Trump - conferenza dei conservatori cpac MEME SU JOE BIDEN BY DONALD TRUMP beau e hallie biden