Massimo Gaggi per corriere.it
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Inviti a scendere in piazza e a ribellarsi alle nuove disposizioni sanitarie della Casa Bianca, ricorsi all’autorità giudiziaria dei governatori repubblicani di diversi Stati che accusano Joe Biden di aver preso decisioni incostituzionali. Gli obblighi vaccinali annunciati l’altra sera dal presidente americano stanno suscitando reazioni durissime a destra.
Qualcuno, come il sito Axios, parla addirittura di un clima da guerra civile visto che personaggi come J.D. Vance, l’autore di Elegia americana, celebre saggio sui disagi dell’America impoverita e candidato repubblicano per il seggio senatoriale dell’Ohio, ha invitato la popolazione a una «disobbedienza civile di massa» al piano anti Covid di Biden che, come affermato dallo stesso presidente, interesserà cento milioni di cittadini, un terzo della popolazione Usa.
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Più ancora dell’obbligo vaccinale per i dipendenti federali (in questo campo la Casa Bianca sembra avere solidi poteri) a provocare reazioni accese è la norma (annunciata verbalmente, ma non ancora formalizzata) che obbligherà le aziende con oltre 100 dipendenti a vaccinarli tutti o a testare ogni settimana gli obiettori. È questo il punto sul quale battono in modo particolare i governatori e anche alcuni giuristi democratici sembrano avere dubbi: in America non è mai stato riconosciuto al governo un potere coercitivo in campo vaccinale. Gli obblighi esistenti in tutto il Paese sono riferiti soprattutto al sistema scolastico e sono stati introdotti dagli Stati, non dal governo federale. Infatti le vaccinazioni scolastiche obbligatorie sono differenti da Stato a Stato.
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Nel clima del Novecento, non avvelenato da spaccature ideologiche e segnato da grande fiducia in sieri che avevano debellato malattie tremende come la poliomielite, nessuno Stato dell’Unione si era sottratto all’introduzione di vaccinazioni obbligatorie per gli alunni. Col Covid, però, è cambiato tutto: terrore per la malattia, ospedali e obitori che scoppiano, ma anche incertezze sulla reale efficacia di sieri sperimentati per periodi necessariamente molto brevi e disposizioni a volte contraddittorie delle autorità sanitarie, costrette a prendere decisioni sulla base di dati scientifici non consolidati.
L’obbligo suscita qualche perplessità anche tra i progressisti visto che il presidente democratico in passato ha più volte giudicato inopportuni interventi coercitivi e il 4 luglio — quando, in una situazione molto migliore di quella attuale, cominciavano già a levarsi voci allarmate — Biden aveva imprudentemente dichiarato, «l’indipendenza dell’America dal virus» mentre il Paese festeggiava il suo Independence Day.
Il presidente, che l’altra sera ha sorpreso tutti non solo con la severità delle misure ma anche col suo tono duro nei confronti dei non vaccinati, accusati di minare anche la salute del resto del Paese («li ha trattati peggio dei talebani» ha commentato la Fox), ieri è tornato sulla questione dicendosi deluso dall’attacco dei governatori repubblicani: «Non hanno capito che non è più tempo di giochi politici, qui si tratta della vita dei cittadini».
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Secondo alcuni giuristi proprio il pericolo per la vita rappresentato dal Covid dà al governo il potere di intervenire nelle aziende. Come ne caso delle norme a protezione di chi fa lavori pericolosi. Ma i ricorsi dei governatori finiranno presto sul tavolo di una Corte Suprema ormai molto ideologizzata.