1. NETANYAHU, 'TREGUA A TEMPO PER OSTAGGI E POI DISCUTEREMO'
netanyahu biden
(ANSA) - Il premier Benyamin Netanyhau ha confermato che "l'accordo proposto include un cessate il fuoco temporaneo per il rilascio degli ostaggi". Poi, citato dai media, ha aggiunto che lo schema presentato da Biden "è parziale perchè ci sono altri dettagli che non sono stati pubblicati". "La guerra - ha tuttavia precisato - verrà fermata allo scopo di restituire i sequestrati e poi discuteremo".
2. GLI USA: NETANYAHU DIRÀ SÌ ALL’INTESA PIANO GALLANT PER GAZA DOPO HAMAS
Estratto dell’articolo di Davide Frattini per il “Corriere della Sera”
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU
Ha finito di scrivere il documento a ottobre dell’anno scorso, venti giorni dopo i massacri nel Sud di Israele, qualche ora prima di ordinare l’invasione di terra. Yoav Gallant non è mai riuscito a spostare l’attenzione del premier sul piano per la gestione di Gaza al termine della guerra.
Adesso che il presidente Joe Biden ha annunciato la proposta israeliana per una tregua nei combattimenti, mentre i suoi consiglieri ripetono che Benjamin Netanyahu ha già detto sì, quel progetto messo giù sulla mappa dal ministro della Difesa diventa prioritario. Perché Gallant, quanto Bibi e il resto del consiglio di guerra, non può accettare che dopo quasi nove mesi di conflitto il controllo dei 363 chilometri quadrati resti ai fondamentalisti.
biden netanyahu 2
Così l’ex generale annuncia i dettagli, che sono stati discussi ieri sera dal gabinetto ristretto. «Vogliamo isolare delle aree nella Striscia — spiega — e ripulirle da Hamas per installare forze locali che le governino». Netanyahu, nonostante le insistenze di Biden, non ha mai delineato una visione per il post guerra, stretto com’è tra le pressioni degli alleati oltranzisti: i ministri messianici Itamar Ben-Gvir e Bezalel Smotrich vogliono riprendersi il territorio e ricostruire le colonie evacuate da Ariel Sharon nel 2005. Gallant è un falco, ma ha già chiarito che occupare di nuovo Gaza costerebbe «vite e sacrifici, indebolirebbe la sicurezza di Israele».
YOAV GALLANT 1
John Kirby, il portavoce del consigliere per la Sicurezza Nazionale alla Casa Bianca, cerca di togliere spazio alle obiezioni di Netanyahu, ai tentativi dentro al governo di far saltare la possibile intesa, anche se ribadisce che «adesso tocca ad Hamas dare una risposta»: «Gli israeliani hanno raggiunto gran parte dei loro obiettivi militari. Hamas non è stato spazzato via, ma non è più in grado di condurre un attacco come quello del 7 ottobre», quando 1.200 persone sono state uccise. Con questa valutazione offre al primo ministro una via d’uscita per dichiarare la «vittoria» (forse non totale come ha promesso) assieme all’invito formulato da repubblicani e democratici per tenere il quarto discorso davanti al Congresso in seduta plenaria.
«Non è un buon accordo ma lo abbiamo accettato — commenta Ophir Falk, consigliere di Netanyahu, al giornale britannico Sunday Times — perché vogliamo riportare gli ostaggi a casa».
JOE BIDEN SI FA IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A NETANYAHU
Ne restano 121 tenuti dai terroristi, tra loro almeno 37 sono considerati morti in cattività dall’intelligence israeliana. Il presidente Isaac Herzog ha proclamato di essere pronto a sostenere l’intesa e il premier, già minacciato da Ben-Gvir e Smotrich: se lasciassero la coalizione, il sostegno dovrebbe arrivare dai deputati di Benny Gantz e se serve dal partito di Yair Lapid, che guida l’opposizione.
Biden avrebbe deciso di rendere pubblico il piano per evitare che il governo a Gerusalemme attuasse solo la prima fase e riprendesse i combattimenti senza raggiungere un cessate il fuoco permanente. I palestinesi uccisi sono quasi 37 mila, secondo il ministero della Sanità nella Striscia che non distingue tra civili e combattenti, e il valico di Rafah resta per ora chiuso agli aiuti umanitari perché gli egiziani vogliono prima il ritiro di Tsahal dalla fascia sul confine, come hanno ripetuto ieri al Cairo in un vertice con americani e israeliani. […]
JOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU