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    BIG PARMA – LA CITTA’ DUCALE È AL PRIMO POSTO NELLA CLASSIFICA DELLA QUALITÀ DELLA VITA STILATA DA "ITALIA OGGI" E DALLA SAPIENZA DI ROMA. LO SCRITTORE-GENIUS LOCI PAOLO NORI E QUELLA CERTA "SUPPONENZA" PARMIGIANA: "SI DICE PARMIGIANO REGGIANO, NON REGGIANO PARMIGIANO, E NON POTREBBE ESSERE ALTRIMENTI. E ANCHE UNO CHE UCCIDE I SUOI GENITORI, SE È UNO DI PARMA, MI VIENE SUBITO DA PENSARE: “SI VEDE CHE GLI AVEVAN FATTO QUALCOSA”. NON SO SE MI SPIEGO..."


     
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    Paolo Nori per il “Corriere della Sera”

     

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    Siccome son nato a Parma, dal Corriere mi chiedono di commentare il fatto che Parma è al primo posto nella classifica della qualità della vita stilata da Italia Oggi e dalla Sapienza di Roma: la mia reazione, quando ho saputo questa cosa, è stata pensare: «Be', era ora, che anche a Italia Oggi e alla Sapienza di Roma si accorgessero di come stanno le cose».

     

    Io, sono poche le cose di cui sono certo al là di ogni ragionevole dubbio, una di queste è il fatto che Parma sia, per distacco, la città più bella d'Europa e che si giochi, con Mosca, il titolo di città più bella del mondo. Non è sempre stato così. Fino ai 22 anni io Parma non la sopportavo, e dovendo decidere se lavorare a Parma o in uno sperduto villaggio algerino sulle montagne del piccolo Atlante, io, nel 1985, ho scelto l'Algeria.

     

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    Tornavo a casa ogni 4 mesi ed è stata una di quelle volte che, vedendo da lontano le luci del Lungoparma mi sono accorto, quasi contro la mia volontà, che la città dalla quale ero scappato era meravigliosa. La cosa è peggiorata nel corso degli anni. Io sono ventidue anni che abito a Bologna, tranne una pausa di un anno, nel 2005, quando son tornato a stare a Parma e ho ritrovato una luce, per le strade di Pama, a una cert' ora del giorno, che c'eran dei momenti che ti sembrava di nuotare, nella luce.

     

    Ed era la luce che c'era quando ero un bambino, che avevo otto anni, e alle due del pomeriggio uscivo dal portone, dall'androne buio del condominio dove abitavo, e aprivo il portone e entravo nella luce, che era tempo - dalle due del pomeriggio fino a sera - e spazio, - da via Montebello in qua, tutto il quartiere - e li, tutti i giorni la promessa era cosi grande che mi viene da piangere, a pensarci.

     

    PARMA 21 PARMA 21

    Quella luce lì non c'è da nessuna altra parte, solo a Parma, e ha una potenza che nessuna classifica può mettere in discussione. Devo dire che questa parmomania, per così dire, non fa di me un originale, tra i parmigiani.

     

    Tutti i parmigiani della mia età, soprattutto quelli che abitano lontano, da Parma, credo condividano il mio sentimento, e una caratteristica che ci unisce, a noi parmigiani, è una certa supponenza, che mi sembra però abbia delle buone ragioni. A parte il fatto che, anche nel mondo, Parma consideran la molto (una volta una signora di Mosca, quando ha saputo che ero di Parma mi ha detto «Ah, Parma, che città meravigliosa!», «Ci è stata?», le ho chiesto io, «No», mi ha detto lei, «ma ho letto la Certosa di Parma»), a parte quello, per noi, a Parma, essere i primi è una cosa che ci sembra che ci vien naturale: si dice Parmigiano Reggiano, non Reggiano Parmigiano, e non potrebbe essere altrimenti, sembra a noi parmigiani.

     

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    E quando il papa Paolo III crea per suo figlio un ducato, lo chiama ducato di Parma e Piacenza, non ducato di Piacenza e di Parma, e non potrebbe essere altrimenti, sembra a noi parmigiani. E recenti studi, pubblicati sulla stampa parmigiana, attestano senza ombra di dubbio che il più antico giornale d'Italia è La Gazzetta di Parma , non la Gazzetta di Mantova , e non potrebbe essere altrimenti, pensiamo noi parmigiani. E la prima radio libera italiana, quale può essere stata, se non Radio Parma?

     

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    E a Radio Parma, qualche anno fa, hanno detto che erano stati scoperti degli antichissimi documenti che avrebbero dimostrato che la più antica università del mondo non era, come si era pensato, erroneamente, fino ad allora, l'università di Bologna, o quella di Parigi, no, era quella di Parma. Mi rendo conto che «qualità della vita» è un concetto che meriterebbe un'analisi più approfondita di quella che riesco a fare io in questo spazio, finisco soltanto con una nota sulla delinquenza.

     

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    Ecco io, vista da lontano, la delinquenza, a Parma, io ho l'impressione che non ce ne sia, di delinquenza, a Parma. Cioè magari c'è, ma io, a me sembra che anche se c'è, è una delinquenza particolare, parmigiana, il che un po' cambia le cose. Non so, per esempio, uno che uccide i suoi genitori, se è uno di Parma, io il primo pensiero che ho «Si vede che gli avevan fatto qualcosa», mi vien da pensare. Non so se mi spiego.

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