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    BIGNARDI, LA PRIMA - OTTO ANNI FA - A DONARE UN PALCOSCENICO A RENZI, ACCETTO' LA CENSURA RAI CONTRO BEATRICE BORROMEO E VAURO CHE PARLAVANO DI BERLUSCONI, MA S'È LAMENTATA PROPRIO DI CENSURA QUANDO VIALE MAZZINI POSTICIPO' LA MESSA IN ONDA DI UNA PUNTATA CON MORGAN CHE RAGIONAVA SUL CAVALIERE E LA LOGGIA P2


     
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    Carlo Tecce per il “Fatto Quotidiano”

     

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    Quello che non s' era capito con Daria Bignardi, fin troppo altera per sdoganare lo spettacolo pruriginoso al Grande Fratello o fin troppo seriosa per governare il confessionale e le pulsioni ormonali dei concorrenti (celebri le loro effusioni notturne), è che davvero le carriere passano per le case, i cortili, i salotti, le pubbliche (e private) relazioni.

     

    E in fondo, quasi vent' anni fa, cos' era il Grande Fratello se non la Casa (con la C maiuscola) più ambita dagli italiani animati da smodate ambizioni? Così la Bignardi, ferrarese con studi al Dams di Bologna, emblema di una sinistra trinariciuta che sopravvive in se stessa convinta di riflettere la società inibita da chi non comprende e da chi non valorizza, s' è presa pure Rai3.

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    Quella che Matteo Renzi ancora reputa l' ultima zelante enclave di una sinistra che sbaglia, abitata (ancora per poco) da compagni illegittimi. Tra Matteo e Daria corre una stima profonda e un' amicizia granitica.

     

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     Forse perché entrambi considerano la sinistra qualcosa da cui attingere per scalare il potere o perché, viene il sospetto, entrambi con la sinistra c' entrano poco. Non importa. Ora non più. Perché la Bignardi, sposata con Luca Sofri, aedo consapevole del renzismo (lo chiamò "capo" a margine di una puntata di Daria), è la prescelta.

     

    Quella che deve promuovere la rivoluzione culturale dentro Rai3. La rivoluzione renziana, s' intende.

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    Com' era la Bignardi in conduzione? C' erano già i prodromi del Partito della Nazione, che mescola il bello e il brutto, la filosofia e il cazzeggio, il cagnolino di Mario Monti e la birretta con la cantante Giorgia, l' intervista a Corrado Augias su Gesù Cristo e il seminario sulle puzzette con Dolce&Gabbana.

     

     Il Partito della Nazione in tv non è nient' altro che il prototipo di un programma di Daria Bignardi, che poi è identico da dieci anni, cambia il titolo, cadono gli ascolti, ma lo stile non perisce: Le Invasioni Barbariche a La7, invenzione proprio di Antonio Campo Dall' Orto, rovinoso (breve) trasloco in Rai con L' Era Glaciale, ritorno a La7 con Le Invasioni Barbariche.

    DARIA BIGNARDI DARIA BIGNARDI

     

    E fine. Per carenza (o assenza) di spettatori, uno scarnificato 2,9 per cento di share che, la scorsa stagione, ha indotto lo sparagnino Urbano Cairo (la Bignardi è esosa) a non rinnovare il contratto.

     

    In giro, però, c' è più di una Bignardi. E spesso non s' assomigliano.

    Ha esordito con Gad Lerner, Gianni Riotta e Giordano Bruno Guerri. Ha gestito il Grande Fratello che radunava decine di milioni di italiani.

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    Ha fregato quel ruolo a Canale5 a Catherine Spaak, Elisabetta Gardini, Cristina Parodi e Cesare Buonamici, ma detesta che sia associata con insistenza al Grande Fratello. Ha litigato - e fu divertente - con Barbara D' Urso, che proprio il Grande Fratello ha consacrato.

     

    Ha accettato la censura di Viale Mazzini contro Beatrice Borromeo e Vauro che parlavano di Silvio Berlusconi, ma s' è lamentata proprio di censura quando ancora Viale Mazzini ha posticipato la messa in onda di una puntata con Morgan che ragionava sul Cavaliere e la loggia P2 .

     

    Ha ricevuto una lezione da Renato Brunetta, perché storpiava in "Brandolini" il nome di Giacomo Brodolini: "Non sono cose che contano". E l' ex ministro inferocito: "Ha detto una bestemmia. Brodolini è il padre dello Statuto dei lavoratori, morto di cancro mentre faceva approvare una legge fondamentale". La replica: "Lei è antipatico".

    Poi s' è giustificata male: "Se fossi stata Enrico Mentana, nessuno si sarebbe stupito".

     

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    Ha provocato Alessandro Di Battista, interrogato sul padre: "È fascista, cosa si prova?".

    La nemesi. Rocco Casalino, ex protagonista del Grande Fratello e da un paio di anni con i Cinque stelle, l' ha redarguita: "Cosa provi, Daria?".

     

    Allora per giorni, sui media, s' è discettato di Adriano Sofri, suo suocero, condannato a 22 anni perché mandante dell' omicidio del commissario Luigi Calabresi. E poi anche del babbo di Daria, rievocato per Mondadori in un romanzo di memorie e sentimenti, di ragazzi fascisti durante la dittatura di Mussolini, illusi e disillusi.

    RENZI BIGNARDI RENZI BIGNARDI

     

    Ma non c' è da scavare troppo per ricostruire la definitiva ascesa di Daria Bignardi, che fu la prima - otto anni fa - a donare un palcoscenico al rottamatore Renzi.

     

    Il fiorentino l' ha scelta per le campagne mediatiche. Almeno in quattro circostanze: nel 2011 per organizzare l' assalto ai palazzi di Roma, nel 2013 per sfruttare la debolezza di Pier Luigi Bersani, nel 2014 per silurare Enrico Letta (#enricostaisereno, ricordate?) nel 2015 per celebrare l' esecutivo. Quando non si presenta di persona, Renzi manda i suoi. Il ministro Marianna Madia è reticente?

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    Bene, il capo Matteo impiega due minuti due al telefono e la Madia va sorridente dall' amica Daria. Maria Elena Boschi è appena nominata nel governo e va resa empatica e simpatica? Molto bene, lo stratega Matteo organizza la serata dall' amica Daria. E così via. In gergo, l' autore tv che svolge questa mansione è definito "trova ospiti". Renzi l' ha fatto per la Bignardi. Che poi s' è trovata qualcosa di meglio.

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