Gianni Dragoni per "Il Sole 24 Ore"
C'è una spesa di 155 milioni di euro nel calciomercato dietro la conquista dei tre scudetti consecutivi della Juventus. È questa la potenza di fuoco impiegata dal club presieduto da Andrea Agnelli nelle ultime tre stagioni.
LAVINIA E JOHN ELKANN ANDREA AGNELLI LAPO E BUFFON ANTONIO CONTE FOTO LAPRESSE jpegL'impegno maggiore è stato assunto nel 2011-2012, la prima stagione di Antonio Conte allenatore: tra mercato estivo e invernale la Juventus ha acquisito calciatori, al netto delle cessioni, con un impegno finanziario netto di 84,5 milioni, con pagamento spalmato in quattro anni.
Nella seconda stagione di Conte, segnata dall'addio di Alessandro Del Piero, la Juventus ha assunto un impegno finanziario netto di 45,6 milioni, ripartito in quattro esercizi. Quest'anno è stata più sparagnina: tra i trasferimenti di luglio-agosto 2013 e quelli di gennaio 2014, la Juventus ha assunto un impegno finanziario netto di 19,9 milioni, ripartito in cinque esercizi.
Per i parametri italiani è uno sforzo significativo, non altrettanto per i grandi club europei. Ma tutto è relativo. Nella gestione precedente l'arrivo di Agnelli e dei due amministratori delegati, Beppe Marotta che è d.g. area sport e Aldo Mazzia che è il Cfo, di soldi ne erano stati spesi, ma i risultati sportivi erano mancati.
In questo periodo il club ha ottenuto dai soci un aumento di capitale di 120 milioni, concluso nel gennaio 2012. I debiti finanziari netti sono saliti a 188 milioni a fine 2013. In questa voce c'è anche il costo del nuovo stadio di proprietà, 150 milioni, l'altro fattore chiave della rimonta: tre campionati giocati nello Juventus Stadium, tre scudetti.
Le entrate da stadio, pari a 11,6 milioni nel 2010-2011, sono aumentate a 31,8 milioni nella stagione successiva e a 38 milioni nel 2012-2013. Nel primo semestre di quest'esercizio c'è stato un calo di 362mila euro a 19,28 milioni.
ANDREA AGNELLI E ANTONIO CONTE
I ricavi sono sospinti dai diritti tv e quest'anno, a causa dell'eliminazione dalla Champions League dopo la prima fase, il fatturato calerà rispetto ai 272,4 milioni della scorsa stagione. Aumento dei ricavi e scudetti non sono bastati però a far tornare i conti in attivo. Sale anche il costo del personale, dai 139,6 milioni del 2011 a 150 nel 2012 e 163,5 nel 2013. Quest'anno la società prevede una perdita più alta dei 15,9 milioni del 2013. Banca Imi ha stimato una perdita di 23,4 milioni.
I successi in campionato aumentano il valore commerciale del marchio Juve e i nuovi contratti con sponsor sono più remunerativi, ma gli effetti non sono immediati: la svolta dovrebbe esserci dal luglio 2015, quando, in particolare, entrerà in vigore il nuovo contratto con Adidas che raddoppierà a circa 30 milioni all'anno i proventi rispetto al contratto con Nike, che risale al luglio 2003.
I soldi però non garantiscono la felicità. La Juventus, che con 272,4 milioni di ricavi nel 2012-2013 è il nono club in Europoa secondo la classifica Deloitte, è stata eliminata dalla Champions League dal Galatasaray che è 16mo con 157 milioni e ha perso in Europa League dal Benfica che è 26mo con 109,2 milioni di ricavi: meno del monte-stipendi dei tesserati della Juve, pari l'anno scorso a 149 milioni. Le azioni Juventus ieri hanno perso il 2,31% a 0,2372.