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    “LO STRAPPO SUL MES AVRA' PESANTI CONSEGUENZE. IL GOVERNO HA PERSO CREDIBILITÀ, IN EUROPA NON SI FIDANO PIÙ DI NOI” - LORENZO BINI SMAGHI, EX MEMBRO DEL BOARD DELLA BCE, INFILZA GIORGIA MELONI DOPO IL NO AL MES: "È INSPIEGABILE. IL RISCHIO È CHE SI RIDUCANO I NOSTRI MARGINI NEGOZIALI SU ALTRI DOSSIER IMPORTANTI, A COMINCIARE DA QUELLO SULL’IMMIGRAZIONE O DEGLI AIUTI DI STATO, PER NON PARLARE DEL PNRR DOVE CI SONO STATI RICONOSCIUTI BEN 50 MILIARDI A FONDO PERDUTO..."


     
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    Estratto dell’articolo di Eugenio Occorsio per “La Repubblica”

     

    bini smaghi bini smaghi

    Lo strappo sul Mes avrà pesanti conseguenze di lungo termine. Parola di Lorenzo Bini Smaghi, economista e banchiere di scuola internazionale, già nel board della Bce e oggi presidente della Société Générale: «L’Unione europea si basa sulla fiducia soprattutto negli impegni presi e sottoscritti».

     

    Come si spiega il no al Mes quando il consenso sembrava acquisito?

    «È inspiegabile. L’accordo sul Mes era stato firmato dal governo Conte 1. Ora il M5S e la Lega, che sostenevano quel governo, votano contro la ratifica. Poi il governo Meloni aveva annunciato che la ratifica del Mes avrebbe fatto parte di un pacchetto, insieme alla riforma del Patto, ma alla fine si è firmato quest’ultimo ma non il Mes. Il danno principale è all’affidabilità del paese».

     

    La mentalità del “pacchetto” quali conseguenze nefaste può portare?

    «Se questa è la strategia negoziale dell’Italia in Europa, gli altri si adegueranno. E su molti dossier, a cominciare da quello sull’immigrazione o degli aiuti di Stato, per non parlare del Pnrr dove ci sono stati riconosciuti ben 50 miliardi a fondo perduto, come facciamo a chiedere la solidarietà se siamo i primi a negarla? Non ci sorprendiamo poi che altri, in particolare Francia e Germania, si mettano d’accordo prima tra di loro senza coinvolgerci».

     

    lorenzo bini smaghi lorenzo bini smaghi

    Il voto sul Mes è stata una ritorsione per un Patto di stabilità insoddisfacente, anche se in verità era stato venduto come un successo?

    «La riforma del Patto è stata firmata dal ministro Giorgetti. Significa che all’Italia andava bene e che ha ottenuto ciò che voleva, anche se si tratta di un compromesso. Ci si era impegnati a firmare il Mes una volta raggiunto l’accordo sul nuovo Patto. Non farlo non può che compromettere la nostra credibilità e alla fine significa fare un danno a se stessi».

     

    Fino a che punto i partner e la Commissione sono “irritati” per il mancato ok? Davvero fra qualche mese si potrà riaprire la partita?

    «Se ci si mette nei panni dei nostri partner non si può che rimanere sconcertati. Anche perché nel negoziato sul Mes alcuni avevano accettato il compromesso partendo da posizioni molto diverse dalle nostre. Il rischio è che si riducano i nostri margini negoziali su altri dossier importanti, perché le nostre controparti non si fidano più dell’Italia».

    GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA GIORGIA MELONI - ER MES - MEME BY DAGOSPIA

     

    I mercati “ce la faranno pagare” come avrebbe detto Giorgetti, o le paure sono sopravvalutate?

    «Il Mes è un’assicurazione, da attivare in caso di incidente grave. Fin quando l’incidente non arriva, può sembrare che l’assicurazione non serva. Ma non avere nessuna assicurazione può alimentare le paure in caso di instabilità finanziaria e favorire la speculazione». […]

    giorgia meloni nel video messaggio per vox 4 giorgia meloni nel video messaggio per vox 4 QUANDO GIORGIA MELONI ERA CONTRARIA AL MES - 2 QUANDO GIORGIA MELONI ERA CONTRARIA AL MES - 2 ABBRACCIO MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI A MESSINA ABBRACCIO MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI A MESSINA bini smaghi bini smaghi

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