Da gazzetta.it
MATTEO SALVINI
Tiene ancora banco il caso dei cori razzisti durante (e prima) la semifinale di ritorno di Coppa Italia tra Milan e Lazio. Oggi Matteo Salvini risponde al d.t. del Milan Leonardo che, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, invitava il vicepremier a “spendere la parola vergogna (usata da quest’ultimo in riferimento alla prestazione dei rossoneri, ndr) per episodi molto più gravi”, oltre a sostenere che la partita andasse sospesa secondo l’applicazione delle normi vigenti sul caso. “Ho letto l’intervista a Leonardo che chiedeva la sospensione della partita per qualche coro di qualche imbecille. I cori di qualche imbecille - afferma Salvini- non vengono fermati con la sospensione delle partite, ma dal 99% dei tifosi che sono educati e rispettosi”.
leonardo
LA FRECCIATINA — Il vicepremier, però, non si limita a ribadire il suo punto di vista sulla questione e attacca Leonardo: “Che un dirigente di una squadra prestigiosa come il Milan si attacchi alla sospensione delle partite e faccia polemiche con gli arbitri, da tifoso, da italiano e ministro mi sembra bizzarro”. E poi un riferimento a Gattuso: “Non è competenza del ministro dell’Interno decidere chi sarà l’allenatore del Milan. Da tifoso mi piacerebbe che mio figlio, che oggi ha 16 anni, vedesse vincere qualcosa al Milan prima della pensione”.
giorgetti
"REGOLE VANNO APPLICATE" — Anche il sottosegretario Giancarlo Giorgetti, che ha la delega allo Sport, è intervenuto così sul tema dei buu razzisti nel calcio: "Ci sono sofisticati sistemi per identificare chi si rende responsabile di questi episodi. Cominciamo ad allontanare dagli stadi quelli che vanno solo per fare casino. Bisognerebbe copiare dall'Inghilterra. Se decidiamo che è il prefetto che interrompe le partite - aggiunge a margine di un incontro a Novara - lo sport ha perso. È un delicato equilibrio: ci vorrebbero pene esemplari". Quello dei buu razzisti, per Giorgetti, "è un tema che abbiamo già affrontato in passato, al confine tra l'ordine pubblico e l'interesse delle società a che la manifestazione sportiva avvenga. Le regole ci sono - aggiunge - incominciamo ad applicarle perché il mondo del calcio, e dello sport in generale, è un po' malato sotto questo profilo".
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