Estratto dell’articolo di Anna Lombardi per “la Repubblica”
micheal bloomberg
We the people. «Noi, il popolo non possiamo permetterci di eleggere un Congresso privo di coraggio e indipendenza. Per questo sosterrò quei candidati democratici che s’impegnano ad avere entrambi». Michael R. Bloomberg cita addirittura il preambolo della Costituzione americana per spiegare perché ha deciso di investire 80 milioni della sua fortuna personale nelle prossime elezioni di MidTerm. (…) ci vorrà davvero una mobilitazione popolare per permettere ai democratici americani di riconquistare almeno un ramo del Congresso, la Camera, nel voto di novembre.
micheal bloomberg donald trump
(…) Il settantaseienne miliardario per tre volte sindaco di New York (…) con una fortuna stimata 52,9 miliardi di dollari e undicesimo uomo più ricco d’America (un filo dietro quei fratelli Charles e David Koch grandi donatori del partito repubblicano), ha spiegato le ragioni della sua scelta in una lettera. Pubblicata, manco a dirlo, sul sito del colosso dell’informazione finanziaria da lui fondato e che porta il suo nome: «I partiti non mi sono mai piaciuti. Negli anni ho sostenuto candidati di entrambe gli schieramenti disposti a rompere con le partigianerie in nome di interessi speciali e ricerca di soluzioni in comune». Ma la politica repubblicana degli ultimi due anni lo ha deluso: «Hanno avuto tutto il tempo di lavorare. Hanno fallito». Per questo, spiega, «sosterrò candidati dei due schieramenti in corsa per i seggi di governatore. Ma al Congresso sosterrò solo candidati democratici».
micheal bloomberg hillary clinton
(…) Alle appartenenze, si sa, Bloomberg non ha mai creduto: a lungo registrato come democratico, nel 2001 vinse le municipali di New York presentandosi con i repubblicani. Salvo poi entrare in conflitto anche con quelli e presentarsi al terzo mandato come indipendente.
Che forse è la definizione che meglio lo rappresenta: visto che su temi come controllo delle armi (…)ambiente, immigrazione e matrimoni gay il suo cuore batte decisamente a sinistra. Ma su temi economici è più in linea con la destra.
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I milioni di Bloomberg peseranno dunque sulle sorti della campagna di MidTerm. Dove, fino ad ora, almeno quanto a flusso di denaro i repubblicani erano favoriti. Quei soldi serviranno a pagare staff e analisti e a comprare spazi pubblicitari televisivi e online in una ventina di distretti a rischio, dove punterà su candidati moderati: con l’obiettivo ben preciso di ottenere i 23 seggi che servono ai democratici per aggiudicarsi la maggioranza alla Camera.
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(…) Già nel 2016 (…) si era spinto a sostenere Hillary Clinton con un discorso alla convention democratica di Filadelfia dove aveva attaccato Trump, definendolo «pericoloso demagogo». Per poi affondare: «Anche io ho costruito un impero. E senza bisogno dei soldi di papà».
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Oggi qualcuno pensa che Mister Bloomberg stia nuovamente pensando alla Casa Bianca: tanto più che, secondo il New York Times, ne avrebbe recentemente parlato ad alcuni collaboratori, dicendo che se mai dovesse correre nel 2020 lo farebbe come Democratico. Ma all’epoca avrà già compiuto 78 anni. Troppo tardi per candidarsi contro Trump, che ne avrà 74? (…)
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