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    BETTINO, "UNA STORIA FINITA MALE" – BOBO CRAXI PARLA DI ‘HAMMAMET’: "ALL’INIZIO HO AVUTO UNO SCAZZO CON AMELIO. NEL FILM L'ELEMENTO ROMANZATO PREVALE SU QUELLO POLITICO. MA FAVINO IN CERTE POSE È IN STATO DI GRAZIA – COME PADRE BETTINO NON C'ERA. PRIMA VENIVA LA POLITICA, POI IL PARTITO, POI GLI AMICI, E INFINE VENIVAMO NOI - TANGENTOPOLI? PERFINO IL PROCURATORE BORRELLI ALLA FINE FECE AUTOCRITICA. ARRICCHIMENTO PERSONALE? MAH! ANCORA ADESSO SONO ALLE PRESE CON...” – VIDEO


     
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    Concetto Vecchio per “la Repubblica”

     

    bobo craxi bobo craxi

    Bobo Craxi, 55 anni, è seduto in un caffé di Roma. Dopo pochi minuti si alza: «Ho bisogno di fumare». E così l' intera intervista proseguirà sulla terrazza.

     

    Esce "Hammamet", il film di Gianni Amelio su suo padre, Bettino. L' ha visto?

    «Sì, e inizialmente ho avuto uno scazzo con Amelio e la produzione, perché l' elemento romanzato prevale su quello politico. Mentre scorrevano le immagini mi dicevo continuamente "ma Bettino non parlava così". Oppure mi arrabbiavo per certi fatti non veritieri».

     

    È un film.

    «Me ne sono fatto una ragione. C' è un elemento di libertà dell' artista che non può essere sindacato da nessuno. Credo che Amelio avesse in mente la stessa operazione che fece Carlo Lizzani sugli ultimi giorni di Mussolini. Ricordo che mio padre mi portò a vederlo, ero bambino, mi fece grande impressione perché si apre con l' immagine del vilipendio del cadavere del Duce».

     

    Favino l' ha convinta?

    bobo anna craxi e famiglia bobo anna craxi e famiglia

    «In certe pose è in stato di grazia».

     

    Craxi per vent' anni è stato dimenticato. Ora "Hammamet" non riapre almeno un dibattito?

    «Sì, anche se poi non analizza le ragioni profonde su cosa accadde in Italia dopo la fine della Guerra fredda».

     

    Cosa accadde?

    «Bisognava ristabilire un nuovo ordine, in economia e in politica. E mio padre si rifiutò di guidare una rivolta nazional-capitalistica del sistema, perché come disse in un famoso discorso al congresso socialista di Bari, citando Ugo La Malfa: "Io sono un uomo del sistema". Allo stesso tempo il nuovo ordine mondiale non poteva più tollerare eccessivi elementi di autonomia nazionale. E siccome non erano più tempi di golpismo militare si scelse l' arma del golpismo giudiziario o della purificazione morale».

     

    I magistrati come espressione di quest' ordine?

    «Sì, in parte consapevolmente, in parte no».

     

    E da chi venne l' ordine, se così si può dire?

    «Da chi aveva vinto la Guerra fredda, dagli americani».

    BETTINO CRAXI CON LA FAMIGLIA BETTINO CRAXI CON LA FAMIGLIA

     

    E le tangenti, per le quali Craxi venne condannato più volte?

    «Erano finanziamenti illegali ai partiti. I partiti si finanziavano così».

     

    Miliardi di tangenti solo come finanziamento politico?

    «Tutto il sistema funzionava così. E quella era una democrazia poggiata sui partiti».

     

    E non ci fu arricchimento personale?

    «Mah! La mia casa a Roma è finita all' asta perché non riuscivo più a pagare il mutuo, ancora adesso sono alle prese con le tasse giudiziarie per i processi di mio padre, c' è in corso un contenzioso. Vivo facendo delle consulenze. Il politico è una nobile professione intellettuale».

     

    La gente la riconosce per strada?

    «Da qualche tempo mi ferma per esprimere rimpianto per i tempi della Prima Repubblica. Del resto cosa ha prodotto Tangentopoli? Un capitalismo liberista senza regole. Una destra populista, che è una forma rinnovata di neofascismo. Perfino il procuratore Borrelli alla fine fece autocritica sul mondo emerso dopo la sua inchiesta. Come vede, la ruota gira».

    Craxi family Craxi family

     

    Suo padre non era simpatico.

    «Ma il potere non deve esserlo».

     

    Trova sgradevole il fatto che la prima a dare un' intervista sia stata l' ultima amante di Craxi?

    «Quando Bruno Vespa l' intervistò nel 2007, mi arrabbiai moltissimo, ma feci male. Oggi mi dico: chi sei tu per esprimere dei giudizi? Anche questa fu la vita di Bettino Craxi. "La storia non ha nascondigli", per citare Francesco De Gregori».

     

    Dov' era quando gli tirarono le monetine davanti al Raphael nel 1993?

    «A Milano, nella nostra casa di via Foppa. All' indomani trovai una scritta inneggiante a Di Pietro sul muro. La nostra vità cambiò».

     

    È più tornato al Raphael?

    «Sì, la stanza di mio padre è diventato un ristorante».

    Craxi Craxi

    E la sede del Psi di via del Corso ora ospita la Nike. Che padre era Bettino?

    «Ma i piani del partito sono della Presidenza del Consiglio, la sala delle riunioni, intitolata a Riccardo Lombardi, è rimasta».

    Che padre era Bettino?

    «Non c' era. Prima veniva la politica, poi il partito, poi gli amici, e infine venivamo noi. La politica era totalizzante, non implicava vita famigliare. Non c' era fisicità. Ho due figli, una ragazza di 26 anni, e un ragazzo di 21, e ho cercato essere un padre diverso».

     

    Craxi con Anna Craxi con Anna

    Era una figura ingombrante?

    «Lo è ancora. Ma non era un uomo complicato, o contorto. Era cocciuto».

    Sua madre quanti anni ha?

    «86. Siamo stati insieme durante le feste, vive tra Hammamet e Ansedonia».

     

    Come ha vissuto la caduta?

    «Si tiene dentro il dolore. Ha aspettato mio padre tutta la vita e poi se l' è ritrovato a casa bisognoso di cure».

    E lei? Eravate i padroni d' Italia, e poi finì tutto.

    «Ogni tanto canticchio la canzone di Marracash, "Bastavano le briciole". Racconta di quando rubarono il camion al padre. Tutti i rovesci della vita sono dolorosi, ma a un certo punto devi capire che ti devi fare bastare quello che hai».

     

    Se suo padre avesse accettato di difendersi in tribunale invece che solo in Parlamento la storia sarebbe andata diversamente?

    «Era convinto che la magistratura non fosse imparziale, temeva il pregiudizio. Ciò avrebbe significato aspettare nelle prigioni le condanne».

     

    BETTINO CRAXI SILVIO BERLUSCONI BETTINO CRAXI SILVIO BERLUSCONI

    Come furono gli ultimi anni con lui ad Hammamet?

    «Ricordo solo i momenti belli, perché si tende a dimenticare le cose brutte. Eravamo tutti lì, finalmente si viveva la quotidianità, era come stare dentro un kibbutz. Mio padre era molto amareggiato. Si ammalò in quell' esilio».

    Era una latitanza, veramente.

    «Era nella sovranità di uno Stato straniero, la Tunisia. Fu un autoesilio».

     

    Cosa disse quando Berlusconi scese in politica?

    «Reagì con ilarità. Sa all' epoca che un tycoon si candidasse alla guida del Paese non era nel novero delle cose possibili».

     

    Ha nostalgia degli anni del potere trionfante, della Milano da bere?

    BOBO E BETTINO CRAXI BOBO E BETTINO CRAXI

    «Con Milano ho chiuso i conti da tempo. Anche se ho lavorato per portare l' Expo. Mi chiedono talvolta: "Era meglio prima? "Rispondo: "Meglio domani". Ogni stagione è figlia del suo tempo».

     

    Berlinguer viene ricordato spesso, anche dai giovani, Craxi no. È venuto il momento di riconoscergli anche i meriti di statista?

    «Mi auguro che si apra un dibattito politico su quanto accadde dopo la fine della Guerra fredda e sul ruolo di Bettino Craxi nella storia d'Italia, ricordando finalmente il suo apporto non indifferente alla modernizzazione del Paese. E che i socialisti tornino in piedi, pronti a battersi».

     

    E per lei, questa che storia è?

    BETTINO CRAXI ENRICO BERLINGUER BETTINO CRAXI ENRICO BERLINGUER CRAXI AGNELLI ROCKEFELLER CRAXI AGNELLI ROCKEFELLER

    «Una storia finita male».

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